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Quaresima di carità

Per una Quaresima di carità quest’anno la Caritas Diocesana ha pensato (nello stile sperimentato a Natale) di coinvolgere la comunità cristiana con le sue parrocchie, i Centri di Ascolto, i volontari, le associazioni per favorire l’acquisto di una colomba artigianale di produzione locale (costo 10 euro) per sostenere le proprie attività caritative. Pertanto, vi invitiamo fraternamente a collaborare con i vostri parroci all’organizzazione della vendita di tali colombe nelle vostre realtà (ad esempio dopo le Sante Messe o nelle modalità che riterrete più opportune), che verranno distribuite nei prossimi giorni dai nostri operatori.
Gaetano Direttore Caritas Diocesana

 

RITIRO DI QUARESIMA CON IRC

Sono più di cinquanta i docenti di religione che venerdì 14 marzo, sfidando la pioggia incessante, hanno partecipato all’incontro di quaresima guidato dal vescovo Luciano presso la casa di preghiera “ecco tua madre” alla Pieve di Canoscio. Provenienti dagli angoli più disparati dei due territori diocesani di Gubbio e Città di Castello gli insegnanti hanno seguito con interesse le parole del loro pastore, il Vescovo Luciano Paolucci Bedini, che su sollecitazione della lettera ai romani di San Paolo, ha sottolineato come “l’offerta dei nostri corpi” sia l’offerta di tutta la nostra esistenza di creature fragili, umane, ma capaci di accogliere la grazia.

La costruzione del Regno

È proprio in questo che si realizza il nostro culto spirituale, così partecipiamo, come “sacerdoti”, alla costruzione del Regno. Il Vescovo, inoltre, ha detto come questo tempo di cammino verso la Pasqua sia un tempo favorevole per la comunità per riscoprirci fatti di fango e spirito, con la possibilità di essere rimodellati continuamente dalla grazia. Ciò, però è possibile solo attraverso la conversione del cuore che non è un mero sentimentalismo. Il cuore biblico è la sede delle scelte, quindi è necessario cambiare il modo di pensare per fare scelte coraggiose e, spesso, contro corrente. Altro punto su cui è stato posto l’accento e l’importanza della fraternità, termine che può essere usato per tradurre la carità in San Paolo. I cristiani, che hanno come orizzonte la speranza in una battaglia che sappiamo bene come va a finire, non possono pensarsi da soli e non possono essere attori di divisione. La divisione, forse, è lo scandalo più grande che la Chiesa può dare al mondo. Nella comunità c’è bisogno di tutti, nessuno escluso. Un ringraziamento speciale per la calorosa accoglienza ed ospitalità va alle Missionarie dell’Immacolata di Padre Kolbe.
Prof. Alessandro Manfucci

Presentato il Rendiconto 8×1000 2024 delle Diocesi dell’Umbria

«La rendicontazione è un modo per dire grazie a tutti, credenti e non credenti» «L’annuale Rendiconto delle nostre Chiese dell’Umbria è un dovere, perché i cittadini si fidano della Chiesa mettendole a disposizione diverse risorse, attraverso la firma dell’8xmille». Così l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis, presidente del Comitato nazionale per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, in occasione della presentazione, nel capoluogo regionale, del “Rendiconto 8xmille 2024 delle Diocesi dell’Umbria”, tenutasi il 22 marzo, nella Sala del Dottorato del complesso monumentale e museale della Cattedrale “Isola San Lorenzo”. «È un dovere buono – ha proseguito l’arcivescovo Maffeis –, perché dietro a questa rendicontazione passa il volto delle nostre comunità, passa l’impegno della carità, basti pensare alle tante opere segno e strutture di accoglienza Caritas, passa l’impegno educativo per i nostri ragazzi, penso ai numerosi oratori, passa l’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del vasto patrimonio storico-artistico ecclesiale, un esempio è questo complesso in cui ci troviamo, e passa l’impegno per tutto l’aspetto del culto, le chiese, le opere d’arte e le tante forme culturali attraverso le quali come Chiesa cerchiamo di portare in questo tempo il messaggio di speranza.

Le storie dell’8×1000

La rendicontazione è un modo per dire grazie a tutti, credenti e non credenti». Oltre all’aspetto pastorale sottolineato da mons. Maffeis, sono stati trattati i temi riguardanti l’annuale Rendiconto 8xmille dal diacono perugino Giovanni Lolli, delegato regionale per il Sovvenire in Umbria, dall’economo della Conferenza episcopale umbra (Ceu) Daniele Fiorelli e dal giornalista e membro della Segreteria pastorale regionale Ceu Daniele Morini. Quest’ultimo ha presentato alcuni video realizzati sui diversi ambiti di intervento delle Chiese locali, dalle opere e strutture Caritas agli Oratori, dai parroci e animatori parrocchiali al culto e alla tutela del patrimonio storico-artistico di cui l’Umbria è ricchissima, non trascurando le “storie di vita” delle persone a cui buona parte dei fondi 8xmille è destinata. Storie che interessano più dei numeri i media che da anni, ha ricordato Morini, danno adeguato spazio alla presentazione delle opere e attività promosse grazie all’8xmille a livello territoriale. L’economo Fiorelli ha parlato di quanto questo rendiconto, giunto alla settima edizione, sia di esempio-modello per altre Regioni ecclesiastiche italiane, nell’essere invitato a presentarlo lungo un po’ tutta la Penisola. Si tratta anche di un esempio di quanto la Chiesa sia trasparente nella gestione delle risorse economiche destinate dal contribuente-cittadino. Inoltre, ha evidenziato lo stesso Fiorelli, il rendiconto è sempre più preso in considerazione dagli enti regionali e comunali che vedono nella Chiesa cattolica un soggetto con cui collaborare per la realizzazione di progetti con ricadute positive sul territorio. Il diacono Lolli, che ha moderato i vari interventi, ha presentato i dati del rendiconto, che quest’anno è stato dedicato al tema della formazione, crescita e accompagnamento delle giovani generazioni con sei pagine riferite all’attività degli oratori finanziate anche con i fondi dell’8xmille.

Una Chiesa che si spende per i giovani

Pertanto la scelta del titolo dell’edizione 2024: “8xmille: al servizio di una Chiesa che si spende per i giovani”. Tema, ha sottolineato il diacono Lolli, introdotto dalla prefazione del Vescovo Ivan intitolata “dare speranza ai giovani nostra speranza”. I dati del Rendiconto 8xmille delle Diocesi dell’Umbria. Sono 7,85 milioni di euro i fondi che le Diocesi umbre hanno ricevuto dal’8xmille nel 2024, di cui almeno il 50% destinali alla Carità. Ulteriori 4,56 milioni di euro sono arrivati nel territorio regionale per finanziare le opere di conservazione dei beni culturali e per l’edilizia di Culto; questi ultimi fondi non sono gestiti dalle Diocesi, ma dagli enti che attuano le opere: parrocchie, musei, ecc… Anche i fondi 8xmille, che nel 2024 ammontano a circa 9,14 milioni di euro e che contribuiscono al sostegno dei 658 sacerdoti dell’Umbria, giungono direttamente ai sacerdoti attraverso l’Istituto centrale per il sostentamento del clero e quindi non passano dalle Diocesi. In totale in Umbria, direttamente o indirettamente, sono pervenuti 21,55 milioni di euro derivanti dall’8xmille nel 2024. “Le Diocesi hanno collaborato per rendere ancora più tempestiva e trasparente la loro rendicontazione – ha commentato Lolli –.

La brochure

Il rendiconto, sotto forma di un’agile brochure, oltre ai dati di dettaglio degli anni 2023 e 2024 di ogni singola Diocesi, contiene molte pagine infografiche che illustrano e comparano i dati nazionali e regionali nelle specifiche dei vari capitoli di spesa. Nella sezione dedicata alle singole Diocesi – ha precisato –, i dati di rendiconto vengono specificati nelle voci di dettaglio e accompagnati da una relazione dell’economo diocesano”. Riccardo Liguori per conto dell’Ufficio stampa Ceu

Inaugurazione dell’opera segno Caritas diocesana: AMBULATORIO ODONTOIATRICO SOLIDALE

La povertà assoluta in Italia è un dato ormai strutturale che investe 5milioni694mila persone (dati 2023), con un incremento costante evidente negli ultimi dieci anni (+ 1,6 milioni di persone) e con un numero crescente delle persone assistite dalla Caritas (+41,6%).Fra la multidimensionalità dei bisogni quelli sanitari appaiono in costante crescita. Nel 2024, 436mila persone hanno dovuto chiedere aiuto per ricevere farmaci o cure, +8% rispetto al 2023 (compartecipazione ticket, acquisto farmaci di fascia A o da banco, visite specialistiche private).
Le persone povere si possono permettere una spesa inferiore rispetto alle non povere (10,25 euro rispetto ai 60,96) e destinano il 62% delle loro risorse ai medicinali e solo il 7% alle cure odontoiatriche.

Un problema di salute pubblica

Le malattie del cavo orale rappresentano un frequente e talvolta grave problema di salute pubblica e l’accesso alle cure o prevenzione è garantito dal SSN ma ancor più da studi privati. Gli italiani spendono 8 miliardi di euro/anno, lo Stato 85 milioni e una percentuale importante di cittadini (5,7%) rinuncia a curarsi creando di fatto una disuguaglianza evidente.
L’esperienza di ascolto della Caritas della Diocesi di Città di Castello ha registrato anche localmente tale fenomeno e si è adoperata per cercare di risolvere alcune vulnerabilità, in primo luogo accompagnando le persone in difficoltà economica nel percorso di accesso ai LEA odontoiatrici del SSN ed in altri sostenendo le spese di trattamento.
L’ambulatorio odontoiatrico solidale nasce dalla considerazione di dare vita ad un’opera segno finalizzata alla realizzazione di un servizio di prevenzione e cura specifica a favore di persone disagiate, grazie alla progettazione Caritas per i fondi 8×1000, al contributo diocesano ed alla collaborazione di Docenti dell’Università di Perugia.

Il servizio

I pazienti accedono al servizio ambulatoriale odontoiatrico solidale su appuntamento fornito dagli operatori dello stesso sia per la prima valutazione clinica, sia per i trattamenti necessari.
Saranno indirizzati dopo un colloquio conoscitivo presso il Centro d’Ascolto Parrocchiale o Diocesano, sedi ove vengono accertate le condizioni di vulnerabilità, soprattutto economiche, tramite ISEE, oppure verranno segnalati da altri soggetti (MMG, PLS, servizi sociali , associazioni) .
La motivazione, l’impegno e la professionalità della struttura organizzativa sono gli elementi cardine su cui si sviluppa l’attività dell’ambulatorio.
I volontari, risorsa indispensabile per il funzionamento del servizio, sono odontoiatri che si rendono disponibili, in maniera programmata e regolare, a destinare una parte del loro tempo alle attività di cura, affiancati da una segretaria e da una assistente alla poltrona.

Gaetano Direttore Caritas Diocesana

Camminiamo insieme con la joëlette

Due giornate all’insegna dell’inclusione e del turismo lento, quelle di sabato 15 e domenica 16, che hanno visto come protagonisti associazioni ed esperti del settore. Ad organizzare i due incontri, la Diocesi di Città di Castello e l’Associazione Le Rose di Gerico, uniti per promuovere e diffondere l’idea di un turismo inclusivo, quello dei cammini e dei pellegrinaggi, che non lascia indietro nessuno. Nel pomeriggio di sabato, la sala santo Stefano del Palazzo vescovile ha ospitato la conferenza “Oltre i limiti. Turismo lento e cammini inclusivi” alla quale hanno partecipato Alessandra Croci, Consigliera comunale di Viterbo con delega alla Via Francigena e al Giubileo 2025, Daniele Parrettini, delegato FISH Umbria – Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie, Ilaria Bartolotti, Direttore Corpo Italiano di San Lazzaro “, Bruno Morroto, Presidente dell’Associazione La Via Francigena in Tuscia, Marco Bailetti, residente dell’Associazione il Cammino Possibile. Gli interventi dei relatori hanno stimolato interessanti riflessioni, aprendosi ad un confronto sulle opportunità e le sfide legate al turismo accessibile. Gli esperti, hanno condiviso esperienze concrete e buone pratiche, dimostrando che la collaborazione e la sinergia tra associazionismo e istituzioni pubbliche e private è la giusta strada da perseguire.

Il corso di formazione per conduttori di joëlette

Se il pomeriggio di sabato è stato dedicato all’ascolto e al confronto, nella giornata di domenica, le parole si sono trasformate in gesto concreto. Grazie alla competenza e professionalità dei formatori dell’ Associazione il Cammino Possibile, i venti iscritti al corso di formazione e conoscenza della joëlette si sono cimentati nella conduzione di questo ausilio da trekking, che consente a persone con disabilità, di vivere l’esperienza dell’outdoor. Dopo una prima parte teorica, le due joëlette, messe a disposizione dall’Associazione, sono state portate su strada ed hanno attraversato le vie del centro storico della città tifernate. Successivamente il corso si è spostato nel bellissimo parco di Villa Montesca, dove i partecipanti sono stati messi alla prova su un terreno caratterizzato da sentieri sterrati e pendii. Questa esperienza pratica ha permesso ai corsisti di applicare le nozioni teoriche apprese, affinando le abilità nella conduzione e soprattutto migliorando la capacità di lavorare in squadra. Durante l’esercitazione pratica, i formatori hanno fornito indicazioni preziose su come affrontare le diverse situazioni che si possono presentare, sottolineando l’importanza della comunicazione e della coordinazione tra i conduttori. Ognuno ha avuto l’opportunità di alternarsi nei vari ruoli, acquisendo così maggiore sicurezza e consapevolezza delle responsabilità e delle dinamiche nella gestione dello strumento e del percorso.

Questa iniziativa, che ha approfondito le tematiche legate al turismo lento e ai cammini inclusivi e che ha contribuito a far conoscere la joëlette nel nostro territorio come simbolo di libertà e di opportunità per tutti coloro che desiderano esplorare la natura indipendentemente dalle proprie limitazioni, rappresenta un passo verso la consapevolezza dell’importanza di un turismo più accessibile e sostenibile, come esperienza consapevole e inclusiva.

Il turismo lento e i cammini inclusivi passano a Città di Castello

COMUNICATO STAMPA

Il turismo lento e i cammini inclusivi passano a Città di Castello
Due giorni di incontri e formazione durante i quali si potrà imparare anche a usare la Joëlette, per “aprire” i sentieri anche ai pellegrini disabili  (12 marzo 2025)

Si preannuncia  come un’importante occasione di riflessione e di confronto sui temi del turismo sostenibile e dell’inclusione, con un focus particolare sui cammini e sull’accessibilità, la conferenza “Oltre i limiti – Turismo lento e cammini inclusivi”, organizzata dalla Diocesi di Città di Castello e dall’associazione “Le Rose di Gerico”. L’incontro si terrà sabato 15 marzo alle 17.30, nella sala Santo Stefano del Palazzo Vescovile.

Negli ultimi anni, il turismo lento sta guadagnando sempre più consensi, attirando viaggiatori desiderosi di scoprire luoghi e territori con un approccio rispettoso e consapevole verso l’ambiente e le comunità locali. Camminatori, e non solo, che desiderano progettare itinerari che rispettino il patrimonio culturale e naturale, favorendo al contempo l’inclusione e l’incontro. Una crescente richiesta di esperienze autentiche e responsabili ha portato a un rinnovato interesse per questo tipo di turismo, in contrapposizione alle forme più tradizionali e frenetiche di viaggiare.

Ad aprire i lavori del pomeriggio di sabato sarà Alessandra Croci, consigliera comunale di Viterbo con delega alla Via Francigena. La sua relazione si concentrerà su come i cammini possano fungere da motore per lo sviluppo economico di un territorio e opportunità di crescita economica e inclusione.

Daniele Parrettini, delegato della Fish Umbria (Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie), seguendo le linee guida della federazione, presenterà il vademecum “Accessibilità e fruibilità dei cammini: un metodo di lavoro” e interverrà sul tema “Dal diritto previsto all’esperienza da vivere, il cammino da praticare”.

Ilaria Bartolotti, direttore del Corpo italiano di San Lazzaro, porterà un contributo sul tema della pianificazione e della sicurezza dei tracciati, evidenziando le caratteristiche necessarie per rendere i percorsi accessibili a tutti.

Bruno Morroto, presidente dell’associazione “La Via Francigena in Tuscia”, parlerà dell’importanza dell’associazionismo come rete di servizi per il turismo lento e il pellegrinaggio e di come la sinergia tra diverse realtà associative possa rappresentare un fattore chiave per la promozione di cammini inclusivi e sostenibili.

Marco Bailetti, presidente dell’associazione “Il cammino possibile”, presenterà la Joëlette, un innovativo ausilio da trekking progettato per garantire l’accesso all’outdoor a persone con disabilità. Uno strumento che rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia e l’innovazione possano contribuire a un turismo inclusivo.

Proprio a coloro che vogliono diventare conduttori di Joëlette è dedicato il corso di conoscenza e formazione, organizzato dall’associazione “Le Rose di Gerico” e dalla Diocesi tifernate in collaborazione con l’associazione “Il cammino possibile”, che si terrà a Città di Castello nella giornata di domenica 16 marzo. L’incontro di sabato sarà moderato da Angelica Lombardo, presidentessa de “Le Rose di Gerico”. Concluderà gli interventi don Andrea Czorteck, vicario diocesano.

Portare cura e sollievo: nella diocesi di Vercelli una mostra itinerante

Sono trascorsi dieci anni dalla beatificazione di mons. Luigi Novarese, Piemontese di origine e di formazione alla vita. L’anno scorso il 12 maggio nella chiesa di Sant’Evasio, in Casale M.to si sono ritrovate un migliaio di persone, malate e sane, provenienti da! Piemonte e regioni limitrofe per celebrare questo’evénto nella gioia e nella gratitudine. Il beato Luigi Novarese ha ridato dignità a chi soffre a cominciare dalla seconda metà del Novecento e ha promosso la loro azione e accoglienza ìn ogni ambito socioculturale-religioso.

La mostra

Il 18 maggio 2024, nel duomo di Vercelli, è stata inaugurata una mostra itinerante del beato che girerà poi nelle parrocchie della diocesi, i luoghi di cura e di istruzione. Si fermerà un anno nella diocesi di Vercelli e il beato Novarese porterà consolazione e speranza in un tempo ove lo spazio per la vita in difficoltà o in declino sembra essere molto limitato, anche se la tecnologia e la medicina sembrano fare passi da gigante.

La mostra educa all’amore, alla gratuità e alla fraternità

In concreto cosa porta di nuovo questa mostra? in sintesi possiamo dire che: alle famiglie: dona uno spiraglio di luce, una motivazione per affrontare, con uno scopo spirituale e di sostegno umano, le situazioni di malattia che purtroppo non mancano nel nostro quotidiano. • L’ammalato diventa soggetto attivo per la propria salvezza e apostolo per il mondo. L’offerta quotidiana delle proprie sofferenze unite alle sofferenze di Gesù sulla croce, la preghiera, come richiesto dalla Madonna a Lourdes e a Fatima, sono gli strumenti che gli ammalati e coloro che ne condividono il cammino possono usare per la salvezza delle anime. Ai luoghi di cura: accoglienza fraterna nel dare e ricevere. Ai giovani sani e malati: un aiuto per guardare la vita con la gioia di donare, facendo sempre leva sulle capacità residue che rimangono nascoste nell’uomo fino a quando non le tiriamo fuori per far fronte al bisogno. Alla persona sofferente: dona risposte alle domande di senso, affinchè possa costruire la propria vita puntando sulla propria soggettività: “io sono soggetto d’azione”. Dice il beato Novarese che !a persona è unica ed irripetibile ed ha il dovere di esprimere la propria singolarità seppure della diversità, sviluppando le proprie capacità residue. Alla chiesa diocesana: dona spiritualità e grande partecipazione all’economia della salvezza. Affermava il beato Novarese: se tutte le sofferenze del mondo potessero essere vissute in unione con il Cristo redentore, si verrebbe ad avere un equilibrio tra il bene ed il male! La mostra educa all’amore, alla gratuità e alla fraternità. Questo è un aspetto trattato nella Salvifici Doloris, documento di San Giovanni Paolo Il, di cui quest’anno ricorrono i 40 anni. Questo documento su! valore salvifico della sofferenza cristiana è un dono che San Giovanni Paolo Il ha voluto fare alla Chiesa ne! 1984, anno in cui Luigi Novarese lasciava la sua vita terrena, quasi a prolungare, in modo permanente, il carisma da lui portato nella Chiesa.

Per approfondimenti, comunicazioni e contatti visita: www.luiginovarese.org — www.cvsvercelli.org

Il tempo sacro della Quaresima

Con l’inizio di questo mese entriamo nel tempo sacro della Quaresima, occasione propizia per lasciarci avvicinare da Dio e convertire dalla sua Parola. Alla luce del messaggio giubilare siamo invitati tutti ad esaminare con verità il nostro grado di adesione al Vangelo di Gesù. Il nostro desiderio di essere suoi discepoli è accompagnato da un concreto ascolto della sua chiamata? La Parola che ascoltiamo in abbondanza nelle nostre comunità, la grazia dei sacramenti che riceviamo gratuitamente per sostenere la nostra debolezza umana, portano frutti di novità evangelica nella nostra vita? Ricordiamoci di come il mandato di Gesù ad annunciare il Vangelo a tutte le genti è accompagnato dalla promessa della sua fedele presenza e della potente assistenza del suo Santo Spirito.

Nella speranza siamo stati salvati

Questo nostro mondo ha un disperato bisogno di una parola di vita e di salvezza, e nulla noi dobbiamo temere nell’essere testimoni e missionari di questa parola.Entrare nel deserto quaresimale significa prendere sul serio l’amore di Dio per ciascuno di noi e far memoria di quanta grazia abbiamo ricevuto nel nostro Battesimo, Pasqua della nostra vita, per celebrare insieme ai fratelli la profonda gratitudine per il dono della misericordia che salva e rigenera la nostra esistenza continuamente. Nella speranza siamo stati salvati, ci ricorda l’apostolo Paolo, e questa vita nuova in Cristo risorto è dono di speranza per il mondo intero. Solo un’umanità rinnovata dall’amore di Dio può percorrere sentieri nuovi di giustizia e di pace, ripudiando ogni forma di violenza e sopraffazione, aprendosi alla scommessa di una fraternità universale.

La speranza ha bisogno di gesti concreti

Non perdiamo l’occasione che questo tempo santo ci offre per guardare con occhi nuovi le cose che viviamo. Regaliamoci momenti di silenzio, di preghiera e di meditazione del Vangelo. Cerchiamo tempi di ascolto e di dialogo fraterno tra noi per sognare, immaginare e desiderare modi nuovi di riflessione, di confronto, di accoglienza, di condivisione, di solidarietà e di partecipazione alla vita sociale ed ecclesiale. Affiniamo l’attenzione ai richiami, alle grida e ai segnali inespressi dei bisogni dei nostri fratelli, vicini e lontani, soprattutto dei più piccoli e dei più affaticati. La speranza ha bisogno di gesti concreti che diano valore alle parole, ma occorre fidarsi e rischiare la speranza, senza attendere che sia la speranza a smuoverci dalle nostre comode indifferenze. Solo chi osa andare oltre l’opportuno e il garantito genera percorsi di speranza che coinvolgono altri. Sia questo il frutto della nostra Quaresima!

Il Cammino Sinodale

Al termine di questo mese, con i delegati delle due segreterie diocesane per il Cammino Sinodale, parteciperemo a Roma all’Assemblea nazionale che conclude il percorso di discernimento di questi anni. Verranno esaminate le proposte finali che, dopo la votazione, saranno consegnate ai Vescovi per l’ultimo passaggio di verifica e di approvazione. Il documento che scaturirà dal discernimento dei Vescovi sarà riconsegnato a tutte le Diocesi italiane per essere accolto e dare inizio al percorso di attuazione di ciò che l’intero popolo di Dio ha potuto comprendere delle indicazioni che lo Spirito dona alle nostre Chiese per questo tempo. C’è bisogno che tutto questo cammino sia prima di tutto accompagnato da un’intensa preghiera, personale e comunitaria, che renda tutti noi docili alla voce della Chiesa, per crescere nello stile sinodale e per renderci disponibili ad essere insieme protagonisti di una rinnovata stagione missionaria nei nostri territori.

Il Signore ci riempia del suo sguardo di compassione e di misericordia!

don Luciano, vescovo

24 ore per il Signore

La Veglia che si svolge durante l’iniziativa ha un ruolo fondamentale, perché caratterizza l’intero evento; pertanto è auspicabile che sia celebrata con il Santissimo Sacramento esposto, mentre uno o più sacerdoti rimangono disponibili per celebrare il Sacramento della Riconciliazione.

Sei tu la mia speranza

Papa Francesco ha scelto per la XII edizione delle un motto particolarmente significativo in quest’anno del Giubileo Ordinario del 2025: «Sei tu la mia speranza» (Sal 71,5). Ogni Giubileo ha un modo particolare di essere vissuto, sia per le circostanze storiche, sia per il contenuto profondo e il modo concreto di realizzarlo secondo l’intenzione del Santo Padre, che si esprime particolarmente nella Bolla di indizione. Il Giubileo 2025 è alla luce della: “Spes non confundit”, “La speranza non delude”, tratto dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani. Questo Anno Santo sarà quindi il Giubileo della Speranza, nel quale tutti, ovunque si trovino nel mondo, saranno invitati a diventare “Pellegrini di Speranza”.Nelle parole del Salmista si sente risuonare la certezza che deve abitare il cuore di ogni credente nel Dio di Gesù Cristo e che viene bene esplicitata dall’Apostolo: “Cristo Gesù, nostra speranza” (1 Tm 1,1). L’amore di Dio che sempre vuole venirci incontro e donarci la grazia del suo perdono e misericordia fa nascere in noi la speranza, come dono dello Spirito Santo. Infatti, il perdono è il segno dell’amore, il suo culmine, perché ci viene offerto come dono gratuito che permette di vivere una vita nuova, “misericordiata”, come afferma Papa Francesco.

Il sacramento della riconciliazione

Le testimoniano proprio questo. Lo scopo dell’evento è rimettere al centro della vita della pastorale della Chiesa, quindi delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, di tutte le realtà ecclesiali, il sacramento della riconciliazione. Questo è il nucleo del messaggio evangelico: la Misericordia di Dio, che ci dà la certezza che davanti al Signore nessuno troverà un giudice, ma troverà piuttosto un padre che lo accoglie, lo consola e gli indica anche il cammino per rinnovarsi. Quindi, come ha affermato Papa Francesco, «la misericordia suscita gioia, perché il cuore si apre alla speranza di una vita nuova» (Misericordia et misera, n. 3). Nella serata di venerdì 28 marzo e durante l’intera giornata di sabato 29 marzo, sarebbe significativo prevedere un’apertura straordinaria della chiesa, offrendo la possibilità di accedere alle Confessioni, preferibilmente in un contesto di Adorazione Eucaristica. Come sempre, l’evento potrebbe iniziare venerdì sera con una Liturgia della Parola per preparare i fedeli alla Confessione, e concludersi con la celebrazione della Santa Messa festiva del sabato pomeriggio.

Il Sacramento del Perdono

L’evento è strettamente legato con il tempo liturgico della Quaresima, e in particolare con la IV Domenica di Quaresima detta anticamente “Laetare”. La gioia celebrata durante questo giorno scaturisce dalla conversione personale, dalla riconciliazione con Dio e dalla grazia ricevuta nel Sacramento del Perdono. Le letture domenicali presentano, fra le altre cose, come la grazia di Dio agisce nella storia, nonostante i peccati commessi dall’uomo. Notiamo che Dio, ricco di misericordia, interviene sempre e gratuitamente per salvare l’uomo, anche se quest’ultimo è l’unico responsabile della propria sconfitta con il male.

L’iniziativa è stata collocata proprio nei giorni antecedenti alla IV Domenica di Quaresima, per dare la possibilità a tutti i fedeli di liberare la loro vita dai peccati, preparandosi, in questo modo, alla Pasqua ormai vicina.

I Giubileo dei diaconi

Varcare la Porta Santa…È come entrare in un’altra dimensione, lontana da guerre e consumismo, dal potere e dalla mondanità.
Sabato 22 e domenica 23 si sono incontrati a Roma, per il Giubileo dei Diaconi, in circa 6mila con i loro familiari, provenienti dai quattro angoli del pianeta.
Vivendo una esperienza unica: il viaggio, il cammino, l’ascolto e la preghiera ci hanno condotto a “passare” e a condividere la Speranza.
Anche se Papa Francesco era ricoverato al Policlinico Gemelli, ci ha donato un messaggio che ci incoraggia: “…siate scultori e pittori del volto misericordioso del Padre…”. Messaggeri di Speranza. Annunciatori del Perdono. Servitori disinteressati…Dalla nostra Diocesi otto Diaconi, con Don Paolo Martinelli e Don Nicola Testamigna, hanno varcato quella Porta e riaffermato a quale missione sono chiamati tutti i Cristiani. 23 nuovi Diaconi sono stati ordinati in San Pietro. Si aggiungono così agli altri 46.000 di tutto il mondo, secondo il mandato: RICEVI IL VANGELO DI CRISTO DEL QUALE SEI DIVENUTO L’ANNUNCIATORE; CREDI SEMPRE CIÒ CHE PROCLAMI, INSEGNA CIÒ CHE HAI APPRESO NELLA FEDE, VIVI CIÒ CHE INSEGNI.
La missione, il ministero, è questo. Uomini maturi, sposati, con figli e nipoti, che generosamente mettono la loro vita al servizio del Vangelo e di Santa Madre Chiesa. Vicini al Popolo di Dio
Diac Angelo Penestri