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CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE

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La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore si erge con la sua mole lungo l’ultimo tratto di corso Vittorio Emanuele, nel quartiere Mattonata.

La sua storia è indissolubilmente legata a quella della famiglia Vitelli, che qui vicino ebbe una delle sue prime residenze.

L’edificio sorge nel luogo di un’antica chiesa duecentesca intitolata alla Madonna della Neve. Secondo le cronache venne riedificato completamente tra 1482 e 1509 per volere di Niccolò Vitelli. All’indomani della vittoria del 12 luglio 1482 sulle truppe pontificie il Vitelli fece distruggere la rocca che era stata edificatanel 1474 da papa Sisto IV in corrispondenza del torrione di Santa Mariae con i materiali di spoglio fece costruire la nuova chiesa.

Tra 1935 e 1939 sia l’interno che l’esterno della struttura subirono un profondo restauro su iniziativa del parroco monsignor Giuseppe Malvestiti.

La facciata in mattoni con le cornici terminali è un esempio dell’equilibrio essenziale dell’architettura rinascimentale. Il prospetto a salienti è dominato al centro dal portale, sormontato da un architrave in pietra serena.All’interno la chiesa è suddivisa in tre navate coperte da volte a crociera rafforzate da costoloni. Le volte sono sorrette da pilastri che, a loro volta, scandiscono lo spazio in cinque campate. La navata centrale termina in un'abside poligonale coperta da una volta ad ombrello. Lungo la parete nord si trova il campanile a vela.Nei capitelli dei pilastri e nel punto in cui si intersecano i costoloni delle volte è scolpito lo scudo con lo stemma Vitelli.

Nella prima cappella a cornu evangeliisi conserva frammentario un affresco con la Madonna con Bambino tra le sante Lucia, Caterina d’Alessandria e gli angeli musicanti. La decorazione, databile 1483, mostra l’influenza della pittura di Perugino e Pintoricchio. Da alcune antiche descrizioni sappiamo che nella parte in basso, ora scialbata, erano raffigurati in piccolo i prigionieri liberati da Niccolò Vitelli dopo la sconfitta del partito filopapale nel 1482. Il forte legame della raffigurazione con la famiglia Vitelli è testimoniato anche dalla presenza dello stemma familiare, insieme a quello dei Brozzi.

Nella zona absidale si trova un pregevole coro ligneo in noce proveniente dalla chiesa delle terziarie agostiniane di Ognissanti. Il manufatto venne commissionato nel 1581 da Suor Beatrice di Alessandro Vitelli e mostra in più parti le insegne familiari.

I restauri novecenteschi offrirono l’occasione di ripensare alcune decorazioni secondo un gusto più contemporaneo. Alessandro Bruschetti realizzò il Battesimo di Cristo e Santa Rosa da Viterbo in gloriaall’inizio della navata sinistra (1939), accanto ad esso èSant’Emidio vescovo, protettore dai terremoti, dipinto daNemo Sarteanesi (1953). Al centro dell’abside è l’affresco raffigurante la Madonna di Loreto di Alvaro Sarteanesi (1950), mentre, l’ultima nicchia della parete destra fu decorata da Aldo Riguccini, in arte De Rigù, che vi dipinse San Carlo Borromeo e gli appestati(1943).

 

CHURCH OF SANTA MARIA MAGGIORE

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The parish church of Santa Maria Maggiore stands with its bulk along the last stretch of Corso Vittorio Emanuele, in the Mattonata district.
Its history is inextricably linked to that of the Vitelli family which had one of its first residences nearby.

The building stands on the site of an ancient thirteenth-century church dedicated to Madonna della Neve. According to the chronicles it was completely rebuilt between 1482 and 1509 at the behest of Niccolò Vitelli. After the victory of 12 July 1482 over the papal troops Vitelli had the area corresponding to the tower of Santa Maria in the fortress, built in 1474 by Pope Sixtus IV, destroyed and the new church built with the raw materials.
Between 1935 and 1939 both the interior and exterior of the structure underwent a profound restoration on the initiative of the parish priest Monsignor Giuseppe Malvestiti.

The brick facade with the terminal cornices is an example of the essential balance of Renaissance architecture. The salient façade is dominated in the center by the portal, surmounted by an architrave in pietra serena. Inside, the church is divided into three naves covered by cross vaults reinforced by ribs. The vaults are supported by pillars, which in turn, divide the space into five bays. The central nave ends in a polygonal apse covered by an umbrella vault. Along the north wall is the bell gable. In the capitals of the pillars and in the point where the ribs of the vaults intersect, are shields carved with the Vitelli coat of arms.

In the first chapel, in cornu Evangelii, can be found a fragmentary fresco of the Madonna and Child between Saints Lucia, Catherine of Alexandria and the musician angels. The decoration, datable to 1483, shows the influence of the painting of Perugino and Pinturicchio. From some ancient descriptions we know that in the lower part, now faded, were depicted miniatures of the prisoners freed by Niccolò Vitelli after the defeat of the pro-papal party in 1482. The strong bond of the representation with the Vitelli family is also testified by the presence of the family coat of arms, together with that of the Brozzi.

In the apse is a prized choir made in walnut from the church of the Augustinian tertiary of Ognissanti. The artifact was commissioned in 1581 by Sister Beatrice di Alessandro Vitelli and shows the family insignia in several parts.

The twentieth-century restorations offered the opportunity to rethink some decorations reflecting more contemporary tastes. Alessandro Bruschetti painted the Baptism of Christ and Santa Rosa da Viterbo in Glory at the beginning of the left aisle (1939), next to it is St. Emidio bishop, protector from earthquakes, painted by Nemo Sarteanesi (1953). At the center of the apse is the fresco depicting the Madonna di Loreto by Alvaro Sarteanesi (1950), while the last niche of the right wall was decorated by Aldo Riguccini, also known as De Rigù, who painted San Carlo Borromeo and the plague victims (1943).

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