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Museo diocesano, lavori in corso per migliorare l’esperienza del visitatore

Il museo diocesano, da 7 gennaio al 10 marzo, sarà interessato da alcuni lavori di manutenzione straordinaria. Le visite, in questo periodo, saranno sospese. Gli interventi riguarderanno l’ottimizzazione dei sistemi di climatizzazione e includeranno anche la riorganizzazione di alcuni spazi espositivi. L’obiettivo di questi interventi è migliorare l’esperienza dei visitatori e preservare la collezione permanente del museo. Invitiamo tutti gli appassionati d’arte e i visitatori a rimanere aggiornati sulle novità e la prossima riapertura attraverso il rinnovato sito web del museo e le pagine social.

Ecco il link, per visualizzare il nuovo sito del Museo diocesano.

Solenne apertura del Giubileo

Il vescovo di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, ha aperto l’anno giubilare con una cerimonia partecipata e sentita dalla comunità tifernate, pronta a percorrere un itinerario di fede, riconciliazione e rinnovamento, unita nello spirito di fraternità e condivisione.Le prime parole pronunciate dal Vescovo durante l’omelia sono un incoraggiamento: “La speranza non delude!”, un messaggio che “con forza il Papa ha affidato a questo Anno Santo”. “L’orizzonte del cuore di ogni creatura umana – ha continuato il vescovo Luciano – è la speranza. Tutto il desiderio di vita che Dio ha seminato in ciascuno di noi necessita di speranza. L’esistenza di noi figli di Dio si comprende e si spiega solo nell’ottica della speranza. Nessuna delle capacità e delle attività umane porta frutto se non ha uno sguardo di speranza”.

La costruzione di una nuova famiglia

In questo particolare periodo dell’anno, quando il tempo trascorso in famiglia è il centro della nostra quotidianità, le parole di don Luciano fanno riflettere. “Dentro le nostre case – dice – si manifestano con maggiore crudezza le insidie di questo nostro tempo. Pensiamo alla fragilità delle relazioni affettive e ai continui assalti che subiscono da una cultura non rispettosa della persona umana. Il timore di progettare la costruzione di una nuova famiglia, sfuggendo al canto stonato delle sirene avverse che adorano il benessere personale prima che il dono di sé. La responsabilità enorme di accogliere la vita come un dono di Dio e di educarla nel corso degli anni e delle stagioni, mentre l’onere e l’onore della genitorialità è stretto e misconosciuto tra esigenze altre”.

Giubileo della Speranza

Così, continua il Vescovo, ci viene incontro la speranza. “Ecco allora che l’annuncio della speranza – esorta mons. Paolucci Bedini – non può che partire dalle nostre famiglie e per le famiglie tutte che abitano il nostro territorio. Gesti e segni concreti, per rianimare fiducia e speranza, possono essere pensati e realizzati a partire dalle condizioni di vita delle nostre famiglie. La comunità cristiana, che è famiglia di famiglie, ha la responsabilità e la missione stupenda di spalancare le proprie porte per accogliere ogni desiderio autentico di vita nuova, e di varcare le porte delle nostre case per conoscere, amare e servire la vita di ogni fratello e sorella. Se sapremo tenere aperte le porte del cuore non mancherà il soffio e l’ispirazione dello Spirito Santo a guidarci e spingerci laddove si continua ad attendere la luce e la brezza della speranza”. 

Insieme in cammino verso la Speranza

L’omelia termina con un invito rivolto a tutti i fedeli. “Carissimi fratelli e sorelle, sentiamoci tutti invitati – aggiunge il Vescovo – a percorrere insieme i sentieri che portano alla speranza. Mettiamoci anche noi in cammino e con fiducia compiamo questo pellegrinaggio che la fede ci indica. Uomini e donne di speranza, capaci di cercare e costruire motivi di speranza, consapevoli e responsabili di dover coltivare e custodire i germogli che continuamente il Dio della Speranza semina tra di noi”.

L’omelia del vescovo Luciano Paolucci Bedini

 

 

 

“Un logo per santa Margherita”, proclamato il logo vincitore del concorso

Tamara Falaschi è la vincitrice del concorso “Un logo per santa Margherita”. Il suo elaborato grafico è quello che , secondo la Commissione, ha saputo meglio interpretare la figura della santa. La partecipazione al bando pubblicato dalla Diocesi, è stata significativa in termine di quantità e qualità degli elaborati. Cinquanta, i progetti grafici presentati al concorso. Tra i partecipanti, anche gli alunni delle classi 4E e 4F dell’ indirizzo Grafica e Comunicazione del Polo Tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello. L’incontro di questi ragazzi con santa Margherita è stato sorprendente. Un lavoro, coordinato dai docenti, portato avanti con  impegno e passione degli studenti, che hanno saputo leggere ed interpretare la vita e la storia di santa Margherita in modo originale, dimostrando sensibilità e professionalità.

Un’immagine per santa Margherita

Alla cerimonia di premiazione, che si è tenuta venerdì 13 dicembre presso la sala gotica del Museo diocesano, il vescovo di Città di Castello e Gubbio Luciano Paolucci Bedini ha sottolineato:”Santa Margherita è una santa molto amata, in tutto il mondo. La realizzazione di questo logo vuole essere un primo e nuovo passo, per far conoscere la santa ancora di più. La partecipazione dei ragazzi al concorso ha portato in qualche modo santa Margherita in un futuro che appartiene alle nuove generazioni che, come abbiamo avuto modo di vedere oggi, hanno saputo comprendere ed interpretare il messaggio di Margherita.”

Il cuore di Margherita

Dopo la premiazione Tamata Falaschi ha illustrato il processo creativo che ha portato alla realizzazione del logo. La presentazione è iniziata con la frase della santa: “Oh, se voi sapeste il tesoro che ho nel cuore, vi meravigliereste!”. Sono queste le parole che hanno ispirato Tamara. Nel logo, presenti  gli elementi che meglio rappresentano simbolicamente la vita e il messaggio della santa: la cecità,  l’appartenenza all’ordine della mantellate domenicane, il cuore con le tre pietre, arricchito dalla raffigurazione della Sacra Famiglia e Città di Castello, il luogo che l’ha accolta e amata. Al termine della cerimonia,  è stato distribuito il depliant, a cura della Diocesi, dedicato a santa Margherita nel quale per la prima volta è presente il logo ufficiale.

 

 

Tutti i loghi che hanno partecipato

 

 

 

 

“Natale tra Umbria e Toscana”, verso il Giubileo del 2025

La nona  edizione dell’iniziativa  “Natale tra Umbria e Toscana”  ci accompagna verso il Giubileo del 2025 con un calendario di eventi che celebrano, non solo il mistero della Natività, ma anche il grande tema dell’anno santo: Pellegrini di Speranza. Nei mesi di dicembre e gennaio, tredici comuni dell’Umbria e della Toscana, offriranno la possibilità di partecipare a concerti, conferenze, letture, mostre, presepi viventi e visite guidate. Protagonisti delle iniziative saranno, non solo gli eventi in programma, ma le chiese, i monasteri, le pievi,  i musei, le piazze e i teatri dei comuni coinvolti, che offriranno un palcoscenico unico contribuendo a promuovere la conoscenza del patrimonio storico artistico e devozionale del territorio.

I comuni coinvolti

Tredici sono i comuni che aderiscono al progetto: Città di Castello, Citerna, Montone, Monte Santa Maria Tiberina, San Giustino, Pietralunga e Umbertide.  Rinnovata l’adesione anche dei comuni di Lisciano Niccone, Gubbio, Anghiari, Monterchi, Pieve Santo Stefano, i comuni della vicina Regione Toscana ed il Museo di Aboca con sede a Sansepolcro.

I luoghi dell’iniziativa

Gli appuntamenti in calendario si terranno nelle chiese  di san Lorenzo Cospaia di Sangiustino, Cristo Risorto ad Umbertide, santa Maria Nuova a Gubbio, san Francesco a Preggio, Collegiata a Montone, san Simeone a Monterchi, santa Maria Assunta a Pistrino di Citerna, san Michele di Reschio a Lisciano Niccone, nei musei: Diocesano di Gubbio e Aboca a Sansepolcro, nei santuari della Madonna di Belvedere a Città di Castello,  nell’ auditorium  di Santa Chiara a Sansepolcro, nei monasteri delle Cappuccine di Santa veronica a Città di Castello e nella piazza Mameli di Anghiari,  nella pieve di Santa Maria a Pietralunga, nel teatri “G Papini” a Pieve Santo Stefano e nella sala del Consiglio comunale di Monte Santa Maria Tiberina.

Le parole del Vescovo

Durante la conferenza stampa di presentazione, S.E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo della Diocesi di Città di Castello e Gubbio, ha così commentato: “L’aspetto particolarmente  apprezzabile di questa iniziativa  è che ognuno mette in rete con gli altri, quelle che sono le eccellenze e le bellezze della Valle. Ne abbiamo molte. Possiamo e dobbiamo metterle a disposizione di tutti. Questa tipologia di approccio promuove un senso di unità e cooperazione tra istituzioni, cittadini ed associazioni culturali, invitando tutti a contribuire attivamente alla crescita  e alla conoscenza del territorio”.

Il primo appuntamento

Primo dei diciassette appuntamenti programmati, il concerto  “Suoni di Luce”  dell’ Orchestra Giovani Armonie, diretta dal  M° Laureta Cuku Hodaj, con la partecipazione delle Piccole Scintille, che si esibiranno nella chiesa di san Lorenzo in Cospaia a San Giustino,  venerdì 13 dicembre ore 18.30. Date, orari e luoghi degli eventi, sono disponibili nel sito della Diocesi, nella pagina dedicata al Museo diocesano e consultabili nei social, facebook e instagram.

Per informazioni: Museo diocesano di Città di Castello, 075 8554705 museo@diocesidicastello.it

 

IL PROGRAMMA COMPLETO DELL’INIZIATIVA

 

 

 

Proclamazione vincitore del bando “Un logo per santa Margherita”

Venerdì 13 dicembre, sarà proclamato il vincitore del concorso “Un logo per santa Margherita”. La premiazione avrà luogo nella sala gotica del Museo diocesano alle ore 11, alla presenza di S.E. Mons. Luciano Paolucci Bedini. Durante la cerimonia di premiazione, il vincitore illustrerà i processi creativi che hanno portato alla realizzazione del logo. Inoltre sarà possibile visionare gli elaborati che hanno partecipato al concorso.  I giornalisti e le redazioni locali sono invitati. L’incontro è aperto a tutti.

 

Conferenza stampa di presentazione “Natale tra Umbria e Toscana. Verso il Giubileo 2025”

La Diocesi tifernate vi invita alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Natale tra Umbria e Toscana – IX Edizione per illustrare le novità di questa nuova edizione. Il tema di quest’anno è il “Giubileo del 2025. Pellegrini di Speranza”. L’incontro è fissato per martedì 10 dicembre alle ore 11.00 nel salone gotico del Museo diocesano Città di Castello. Saranno presenti il vescovo Luciano Paolucci Bedini, i sindaci e gli assessori alle Politiche culturali dei comuni aderenti all’iniziativa e Catia Cecchetti, ideatrice e coordinatrice dell’iniziativa. Vi aspettiamo!

San Francesco e Alberto Burri, un incontro prezioso tra cultura e povertà

“In onore dei santi patroni Florido e Amanzio si celebra ancora una volta la testimonianza di chi ha vissuto e offerto se stesso e la propria vita, per il bene e la crescita della Città e del suo popolo”. Il vescovo di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, apre con queste parole la conferenza “Francesco e Burri, una povertà regale”, nella Cattedrale tifernate proprio di fronte all’installazione dell’opera del maestro Alberto Burri. “Uno spazio sacro – ha continuato il vescovo Luciano -, che accoglie un prezioso incontro che favorisce il confronto tra diversi linguaggi della cultura e le risonanze profonde che ogni animo è capace di ospitare davanti allo splendore della umana povertà”.

Commentando l’iniziativa mons. Paolucci Bedini si è così espresso: “Questo evento congiunto, che vede una originale e coraggiosa collaborazione tra la Fondazione Burri e la Diocesi di Città di Castello, nasce nel tentativo di far dialogare la musica e il canto con la pittura e l’arte dei materiali. La vicenda umana e spirituale di Francesco d’Assisi, di cui i nostri territori sono stati testimoni oculari, grazie agli anniversari che si stanno celebrando, rappresenta una grande l’occasione, anche per l’arte, per scoprire quanto di quelle narrazioni ha ispirato lo sguardo e l’opera degli autori dei secoli seguenti”. Durante il suo intervento, il vescovo Luciano ha toccato anche il tema centrale della povertà: “Laddove la creatura umana sembra spogliata di tutto, completamente depauperata e incapace di riscatto, prende avvio un inedito percorso di ricreazione e di risurrezione, a opera dell’autore stesso della vita”.

Quello della mattinata di sabato 9 novembre è il primo appuntamento dell’iniziativa promossa dalla Diocesi di Città di Castello, dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e dalla Schola cantorum “Anton Maria Abbatini” per celebrare gli 800 anni dall’impressione delle Stimmate di san Francesco d’Assisi. Alla conferenza “Francesco e Burri, una povertà regale”, oltre al Vescovo della Chiesa tifernate, hanno partecipato mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza episcopale marchigiana, il prof. Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, fra Giuseppe Magrino, frate minore conventuale e maestro emerito della Cappella musicale della Basilica papale di San Francesco in Assisi, e il maestro Stefano Ragni, critico musicale.

Il pubblico presente si è dimostrato attento e partecipe, coinvolto dai temi affrontati e dai tanti spunti di riflessione. Il vescovo Nazzareno Marconi ha parlato dell’arte straordinaria del maestro. “Burri racconta una storia – ha detto – di materiali poveri, feriti, lacerati dall’interno, perché possa uscire una ricchezza di vita che deborda. La vita è una realtà troppo grande e misteriosa perché i nostri contenitori umani riescano a contenerla. Così era la vita contadina espressa dal grano raccolto di fresco che lacerava i sacchi consunti dall’uso. Così la vita dell’uomo moderno, che le nostre infinite confezioni di plastica levigata non riescono a trattenere, perché la vita brucia e vuole uscire”.

“Burri ha reso prezioso quel ‘povero’ sacco – ha detto il prof. Corà -, lo ha reso ‘regale’ conferendogli una diversa bellezza e riscattandolo dal suo destino di oggetto da abbandonare. Con la sua capacità artistica, Burri ha ridato un nuovo destino anche alla sua vita di ex prigioniero ed ex medico, dedicandosi alla bellezza dell’arte e della poesia. Ciò che rende possibile avvicinare Burri a Francesco, il ‘santo poverello’ di Assisi è l’aver abbracciato,ancorché diversamente, un emblema di ‘povertà’, veicolo di semplicità e autenticità d’esperienza per una elevazione spirituale”.

Gli interventi si sono chiusi con il contributo del maestro Stefano Ragni che, ha parlato della musica dell’opera “Le stimmate” scritta da fra Giuseppe Magrino. “La musica di Magrino – ha detto Ragni -, nell’oratorio procede per fratture, per contrasti timbrici veementi, batte ritmicamente sugli archi dell’orchestra e produce squarci nei corni, affidando al coro gregoriano, l’assemblea dei Frati minori, la solennità del rito. Volge al finale con una pacificazione sonora che, nella sua dimensione raccolta, sembra additare all’incantesimo del Venerdì Santo wagneriano, quando tutte le ansie si placano e la luce del Divino irrompe sull’assemblea”.

Il prossimo e ultimo appuntamento dell’iniziativa su Francesco e Burri è fissato per domani, domenica 10 novembre alle ore 17. La Cattedrale ospiterà proprio il concerto in onore dei santi patroni Florido e Amanzio “Le Stimmate”, oratorio per soli, coro e orchestra composto da fra Giuseppe Magrino ed eseguito, per la prima volta, dalla Schola cantorum “Anton Maria Abbatini” e dalla Oida – Orchestra instabile di Arezzo. L’opera “Sacco” del maestro Alberto Burri rimarrà esposta fino alle 19 di domenica 10 novembre.

 

Solennità dei santi Florido e Amanzio

La diocesi di Città di Castello si prepara a celebrare uno dei momenti più significativi del suo calendario liturgico: la solennità dei santi Florido e Amanzio, non solo un momento di festa, ma un’occasione per una profonda riflessione sulla propria fede e per riunire in preghiera la comunità tifernate. Le celebrazioni si svolgeranno dal 10 al 13 novembre nella basilica Cattedrale. In preparazione della festa, domenica 10 novembre, saranno celebrate le messe alle ore 10.30 – 12. Durante la cerimonia delle 18.30, le confraternite della diocesi faranno la tradizionale offerta dei ceri, un momento significativo che simboleggia la devozione e la partecipazione di tutta la comunità alla festa per i santi tifernati. Mercoledì 13 novembre nella cattedrale superiore, le messe saranno celebrate alle ore 8-9-10-11. Alle ore 18, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, presiederà la solenne celebrazione eucaristica, concelebrata con il clero della diocesi, come da tradizione e animata dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”. La celebrazione solenne delle ore 18 di mercoledì 13 novembre, sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube Diocesi di Città di Castello e su Trg al canale 13.

Il tempo di Florido e Amanzio

I Santi patroni vissero in un tempo caratterizzato da instabilità e trasformazione, l’arrivo di nuovi popoli e le devastazioni portate da Totila. Amanzio e Florido hanno svolto un ruolo fondamentale nel processo di rinascita di tutto il popolo dedicandosi con zelo a rifondare un tessuto sociale e comunitario profondamente segnato. La loro impegnativa opera andò oltre il semplice ripristino materiale; si estese al piano spirituale, giocando un ruolo cruciale nella creazione di una nuova identità sociale e religiosa. Per questo motivo, non solo sono i fondatori di una nuova comunità, ma anche i precursori di un periodo di rinnovamento e speranza, in cui la fede si unisce all’impegno civico.

Florido, Amanzio e Donnino, costruire insieme

Collaborando e vivendo insieme come fratelli, il vescovo Florido e il sacerdote Amanzio hanno fondato una Chiesa autentica, animata dalla fede e dalla carità. Le basi solide di questa “costruzione” si posano nella certezza dell’amore di Dio, che offre la forza necessaria per edificare non solo mura e case, ma una comunità umana e cristiana. È proprio questo “stare insieme”, che coinvolge anche il laico Donnino, a definire la santità di queste figure. Florido e Amanzio non agiscono mai separatamente; insieme, si prendono a cuore il destino della Chiesa e della città, manifestando un legame profondo e indissolubile.

Il programma della celebrazioni

 

 

Nuove comunità pastorali: nomine e avvicendamenti

Nelle ultime settimane, il vescovo Paolucci Bedini ha ufficializzato alcune nomine all’interno della diocesi che vanno nella direzione di costituire le prime comunità pastorali. Ecco perché don Luciano ha ufficialmente nominato parroco di San Pio X e di San Giovanni Battista agli Zoccolanti fra Giuseppe Renda , che già da alcuni anni stava svolgendo il proprio concreto servizio nella parrocchia di San Pio. L’incarico avrà la durata di almeno nove anni. Alla stessa maniera, il vescovo Luciano ha nominato fra Stefano Nava vicario parrocchiale nelle medesime sedi, con l’incarico a tempo indeterminato di collaborare e sostenere l’attività di padre Renda; mentre fra Davide Pietro Boldrini è stato nominato vicario parrocchiale a San Pio X, agli Zoccolanti, ma anche nella parrocchia di Santa Lucia e San Martin d’Upò.

La costituzione delle nuove comunità pastorali

Quattro parrocchie che vanno a costituire una comunità pastorale come annunciato a inizio ottobre dal vescovo Luciano. Un incarico quello di padre Boldrini a tempo indeterminato, nel segno della collaborazione per la formazione dell’unità pastorale delle parrocchie, come si legge nei decreti di nomina diramati dalla curia diocesana. Tra le ultime nomine effettuate c’è anche quella di don Filippo Milli, attuale parroco della comunità di San Giustino, che assume l’incarico di responsabile del Servizio di pastorale giovanile e vocazionale. Un testimone che raccoglie da don Nicola Testamigna, trasferito ad Assisi per l’incarico di vice rettore del Seminario regionale.

Solennità dei Santi Florido e Amanzio

La diocesi di Città di Castello si prepara a celebrare uno dei momenti più significativi del suo calendario liturgico: la solennità dei santi Florido e Amanzio, non solo un momento di festa, ma un’occasione per una profonda riflessione sulla propria fede e per riunire in preghiera la comunità tifernate. Le celebrazioni si svolgeranno dal 10 al 13 novembre nella basilica Cattedrale. In preparazione della festa, domenica 10 novembre, saranno celebrate le messe alle ore 10.30 – 12. Durante la cerimonia delle 18.30, le confraternite della diocesi faranno la tradizionale offerta dei ceri, un momento significativo che simboleggia la devozione e la partecipazione di tutta la comunità alla festa per i santi tifernati. Mercoledì 13 novembre nella cattedrale superiore, le messe saranno celebrate alle ore 8-9-10-11. Alle ore 18, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, presiederà la solenne celebrazione eucaristica, concelebrata con il clero della diocesi, come da tradizione e animata dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”. La celebrazione solenne delle ore 18 di mercoledì 13 novembre, sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube Diocesi di Città di Castello e su Trg al canale 13.

Il tempo di Florido e Amanzio

I Santi patroni vissero in un tempo caratterizzato da instabilità e trasformazione, l’arrivo di nuovi popoli e le devastazioni portate da Totila. Amanzio e Florido hanno svolto un ruolo fondamentale nel processo di rinascita di tutto il popolo dedicandosi con zelo a rifondare un tessuto sociale e comunitario profondamente segnato. La loro impegnativa opera andò oltre il semplice ripristino materiale; si estese al piano spirituale, giocando un ruolo cruciale nella creazione di una nuova identità sociale e religiosa. Per questo motivo, non solo sono i fondatori di una nuova comunità, ma anche i precursori di un periodo di rinnovamento e speranza, in cui la fede si unisce all’impegno civico.

Florido, Amanzio e Donnino, costruire insieme

Collaborando e vivendo insieme come fratelli, il vescovo Florido e il sacerdote Amanzio hanno fondato una Chiesa autentica, animata dalla fede e dalla carità. Le basi solide di questa “costruzione” si posano nella certezza dell’amore di Dio, che offre la forza necessaria per edificare non solo mura e case, ma una comunità umana e cristiana. È proprio questo “stare insieme”, che coinvolge anche il laico Donnino, a definire la santità di queste figure. Florido e Amanzio non agiscono mai separatamente; insieme, si prendono a cuore il destino della Chiesa e della città, manifestando un legame profondo e indissolubile.

Il programma della celebrazioni