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CHIESA DI SAN DOMENICO
L’edificio sorge nella zona sud del centro storico, nel quartiere Mattonata.
La prima prima attestazione della presenza dei domenicani in città risale alla seconda metà del Duecento e l’odierna chiesa venneconsacrata il 10 novembre del 1426. Sono presenti due ingressi: uno sulla facciata principale e l’altro lungo il fianco sinistro dove, nella lunetta a ogiva, è affrescato San Domenico e due episodi della sua vitarealizzato dal tifernate Aldo Riguccini, in arte De Rigù (1942).
L’edificioè a pianta rettangolare con una navata unica coperta con capriate e tre cappelle di testata voltate a crociera.L’impressione solenne dell’aspetto interno, enfatizzata dalla luce che traspare dalle vetrate policrome (XX sec.), è condizionata dai lavori di restauro durante i quali furono rimossi undici altari cinquecenteschi e barocchi,per far riemergere l’originaria decorazione ad affresco (1911-20).Di particolare interesse lungo la parete destra le figure di alcuni apostoli che facevano parte della più grande Dormitio Virginis diAntonio Alberti da Ferrara (1424-26), autore anche dellaCrocifissionepiù avanti e di alcune decorazioni a monocromo con figure di santi negli sguanci delle finestre nella zona absidale.La Crocifissione, come da consuetudine, era stata dipinta sopra una decorazione precedente dalla quale affiorano tra gli altri una Madonna col Bambino e san Domenico, Santa Margherita e una santa, Thronum Gratiae,San Leonardo, San Michele Arcangelo e San Pietro Martire, attribuiti al cosiddetto Maestro del refettorio di Città di Castello(1401), attivo nell’adiacente complesso domenicano.
La chiesa conserva lungo la parete destra l’altare che custodiva la Crocifissione Gavari o Mond di Raffaello Sanzio, opera fondamentale per capire il legame tra il giovane urbinate e il suo primo maestro, Perugino. Il pannello principale della tavola, realizzata come testimoniato dall’iscrizione alla base della cornice per Domenico di Tommaso Gavari nel 1503, è ora conservato alla National Gallery di Londra.Speculare a questo è l’altare della famiglia Brozzi sul quale era il Martirio di San Sebastiano del cortonese Luca Signorelli (1498), conservato nella Pinacoteca comunale tifernate. Entrambe le opere sono attualmente sostituite da copie.
L’altare maggiore custodisce il corpo di Santa Margherita da Città di Castello (1287-1320), canonizzata da papa Francesco il 24 aprile 2021 e patrona dei diversamente abili, le cui storie sono narrate nelle 32 lunette del chiostro domenicano (XVII sec.).Nella cappella settentrionale si nota il sarcofago della santa (1678), mentre, nell’abside è collocato il prezioso coro ligneo scolpito da Manno di Benincasa (1435), noto come Manno dei cori.
Lungo la parete sinistra sono visibili altri affreschi attribuiti al Maestro del refettorio di Città di Castello(1436-40), un Sant’Antonio abate in tronocon storie della sua vita di Antonio Alberti (1426) e alcuni affreschi cinquecenteschi molto rimaneggiati.
Oltre alla chiesa, fanno parte del complesso domenicano il chiostro, con la sala capitolare, e la ex chiesa della Carità. Questi ultimi ambienti sono di proprietà comunale.
THE CHURCH OF SAN DOMENICO
The earliest records of the Dominicans in Città di Castello come from the second half of the 13th century. Today’s church was consecrated on November 10th 1426. It is located in the southern part of the historic centre of the city. There are two entrances to the church - one on the main façade, and one along the left flank. On the ogival lunette of the latter entrance, there is a 1942 fresco of St. Dominic and two episodes from his life, created by Aldo Riguccini (also known as De Rigù).
The rectangular church has a single nave, covered with trusses and three cross-vaulted head chapels. The interior makes a solemn impression, with the light shining through the 20th-century polychrome stained-glass windows. Restoration work was done between 1911-20, during which eleven, 16th century and baroque altars were removed to reveal the original frescos.
Of particular interest along the right wall are the figures of some apostles. These were part of a larger Dormitio Virginis, by Antonio Alberti di Ferrara (1424-26). He also painted the Crucifixion seen further along, and some monochrome decorations, with figures of saints, in the window splays in the apse.
As was customary, The Crucifixion was painted over an earlier decoration. From this earlier work emerge (among others) a Madonna and Child with Saint Dominic, Saint Margaret and a Saint, Thronum Gratiae, Saint Leonard, Saint Michael the Archangel, and Saint Peter the Martyr. This work is attributed to the so-called Master of the Refectory of Città di Castello (1401).
The church also preserves the altar that housed the Crucifixion by Raffaello Sanzio, which is a work of fundamental importance to understand the link between the young artist and his first teacher, Perugino. The main panel of this work, known as the Mond Crucifixion, was commissioned by Domenico di Tommaso Gavari (1503) (as shown by an inscription on the base of the frame) is now in the National Gallery in London.
Specular to this work is the altar of the Brozzi family, with Il Martirio di San Sebastiano by Luca Signorelli da Cortona (1498), now preserved in the Citta di Castello Municipal Art Gallery. (Both works are currently being replaced by copies).
The high altar holds the body of Saint Margaret of Città di Castello (1287-1320), canonised by Pope Francis on April 24, 2021. She is the patron saint of the disabled, whose stories are told in the 32 lunettes of the Dominican cloister (17th century). The sarcophagus of the saint (1678) can be seen in the northern chapel, while in the apse is the precious wooden choir carved by Manno di Benincasa (1435), known as Manni del Cori.
Along the left wall are other frescoes attributed to the Master of the Refectory of Città di Castello (1436-40), and a Saint Anthony Abbot Enthroned with Stories from his Life by Antonio Alberti (1426), and some much-reworked 16th century frescoes.
In addition to the church, the cloister, chapter house and the former Church of Charity are all part of the Dominican complex. These rooms are municipal property.