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CHIESA DI SAN FRANCESCO
La chiesa sorge nella zona est del centro storico tifernate, nel quartiere Sant’Egidio. La prima attestazione della presenza dei francescani in città risale alla seconda metà del Duecento e l’odiernachiesa venne consacrata nel 1291. Esternamente sono ancora visibili tracce dell’antico edificio gotico con le ampie bifore e le monofore a sesto acuto e il portale laterale, ora tamponato, che affaccia su piazza Raffaello Sanzio.
Dopo importanti lavori di rinnovamento la chiesa venne di nuovo consacrata nel 1591. Tra 1707 e 1727l’edificiosubì all’interno una profonda ristrutturazione secondo il gusto barocco:le pareti furono completamente rivestite e decorate con stucchi policromi, eseguiti per gran parte da Antonio Milli, e il soffitto a capriate venne sostituito da una copertura a volta.
All’interno la navata unica è interrotta dal transetto e termina nel presbiterio rialzato con tre absidi poligonali. Dell’antica decorazione dell’edificio resta anche l’altar maggiore in pietra scolpita a formelle rettangolari, attribuito, secondo la tradizione, al Beato Giacomo da Città di Castello (1292), frate francescano le cui spoglie sono conservate in chiesa. Appena entrati, sulla sinistra si apre l’ampia cappella della famiglia Vitelli, grandi mecenati per la città tra Quattrocento e Cinquecento. Commissionata da Gentilina della Staffa, vedova di Niccolò II, la cappella con la sua architettura interna, in cui le ampie pareti sono scandite da nicchie e lesene in pietra serena, richiama modelli fiorentini della metà del Cinquecento. Secondo alcuni studiosi il progetto architettonico viene attribuito a Giorgio Vasari, autore della tavola con l’Incoronazione della Vergine e santi (1563) sull’altare. Lungo le pareti della cappella, chiusa da una cancellata in ferro del tifernate Pietro Ercolani (1567), si trovano degli stalli lignei raffiguranti le storie della Vergine e di San Francesco (metà del XVI sec.), ispirati agli affreschi di Benozzo Gozzoli a Montefalco.
Proseguendo lungo la navata si trova una terracotta invetriata attribuita al fiorentino Santi Buglioni e raffigurante le Stimmate di San Francesco (prima metà XVI sec.). Di fronte è l’altare di Sant’Andrea con gli sportelli lignei dipinti nel XVI sec. con le figure di San Giovanni Evangelista e Sant’Andrea. Qui era conservato il prezioso reliquiario in argento con il braccio del santo commissionato nel 1414 dal comune tifernate alla bottega dello scultore Lorenzo Ghiberti, ora conservato nella pinacoteca comunale.
La parete destra conserva sull’ultimo altare una copia dell’Adorazione dei pastori di Luca Signorelli, dipinta nel 1496 e dal 1882 conservata alla National Gallery di Londra. Di fronte ad essa si trovava l’altare della famiglia Albizzini su cui era lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio (1504), ultima delle opere realizzate e dall’artista per la città, in cui è evidente l’affrancamento dal maestro Perugino. La tavola, ceduta nel 1798 al generale napoleonico Lechi, è conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano ed è ora sostituita da una copia.
THE CHURCH OF SAN FRANCESCO
The first recorded presence of the Franciscans in Città di Castello dates back to the second half of the thirteenth century. The Church of San Francesco was consecrated in 1291 and is located in the eastern area of the city.
There are traces of the ancient Gothic building still visible externally - in the large mullioned windows, in the pointed lancet windows and in the portal on Piazza Raffaello Sanzio.
After major renovations the church was again consecrated in 1591. Between 1707 and 1727, the interior was greatly renovated in the Baroque style. The walls were completely covered and decorated with polychrome stuccoes - mostly by Antonio Milli - and the trussed ceiling was replaced by a vault.
Inside the church, the single nave is crossed by the transept, and ends in the raised presbytery with three polygonal apses. Of the ancient decoration of the building, the main altar stone remains. It is carved with rectangular panels that are traditionally attributed to Blessed Giacomo da Città di Castello (1292) - a Franciscan friar, whose remains are kept in the church.
As you enter, the large chapel of the Vitelli family opens on your left. The Vitellis were great patrons of the city between the 15th and 16th centuries. The chapel was commissioned by Gentilina della Staffa (the widow of Niccolò II), and it recalls the Florentine models of the mid-16th century. The large walls are marked by niches and pilasters in pieta serena. According to some scholars, the architectural project can be attributed to Giorgio Vasari who painted the altar panel of the Coronation of the Virgin and Saints (1563). The chapel features a wrought iron gate by Pietro Ercolani from Citta di Castello, (1567) and along the walls are wooden stalls (mid-16th century) depicting stories of the Virgin Mary and St. Francis that were inspired by the Benozzo Gozzoli frescoes in Montefalco.
Continuing along the nave, there is a glazed terracotta attributed to the Florentine Santi Buglioni depicting the Stigmata of Saint Francis dated to the first half of the 16th century. Opposite, is the altar of Saint Andrew, with wooden doors painted in the 16th century with the figures of St. John the Evangelist and St. Andrew. The precious silver reliquary contining the arm of Saint Andrew that was commissioned in 1414 by the town council to the workshop of the sculptor Lorenzo Ghiberti, was once kept in this chapel but is now preserved in the municipal art gallery.
On the right wall, on the last altar, is a copy of the Adoration of the Shepherds by Luca Signorelli. The original was painted in 1496 and has been kept in the National Gallery in London since 1882.
In front, was the altar of the Albizzini family. On this altar Rafaello Sanzio (1504) painted The Marriage of the Virgin which was the last work created by the artist for the city, and in which his release from the master Perugino is evident. The panel, (sold in 1798 to the Napoleonic General Lechi) is kept at the Pinacoteca di Brera in Milan and is now replaced by a copy.