La Cattedrale ha accolto i numerosi fedeli che già dalle prime ore del mattino hanno partecipato alle messe e si sono inginocchiati a pregare davanti alla tomba dei santi patroni
La solenne messa pontificale è stata presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrata del clero diocesano, alla presenza di autorità civili e militari.
Per vedere la solenne messa pontificale
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Il testo dell’omelia del vescovo Luciano
Fratelli e sorelle carissimi, la liturgia ci ha fatto condividere questa preghiera: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”, che sembra quasi una professione di fede. Insieme, da questa Parola siamo convocati, per riascoltare l’annuncio della fedeltà di Dio. Uniti, come popolo credente, torniamo alla sorgente della nostra speranza per rinnovare la nostra fiducia nella misericordia divina. Se il Signore è il nostro pastore, se nella nostra vita lasciamo che sia Lui a guidarci, se ogni nostro sentimento e pensiero scaturisce dal sentirci suoi, allora davvero nulla ci manca, nulla di ciò che non può mancare.
Rivolgo a voi tutti un fraterno augurio di bene in occasione della Solennità dei nostri Santi Patroni che stiamo celebrando, e un deferente saluto alle autorità civili e militari che hanno voluto accogliere il nostro invito. Coloro che hanno custodito con il loro ministero questa santa Chiesa, dal cielo, con sguardo amorevole, continuano ad invocare su questa Città, e sul popolo che abita questo territorio, la benedizione dell’Altissimo Padre.
L’Apostolo Pietro, nella sua prima lettera, ricorda agli anziani che guidavano le prime comunità cristiane: “…pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. Di questo invito, che è traduzione di un comandamento divino, i Santi Florido e Amanzio sono stati fedeli interpreti. Uno vescovo, e l’altro presbitero, uniti da una santa amicizia, si sono sostenuti a vicenda per accogliere e rispondere al mandato di Dio che la Chiesa aveva loro indicato. Il loro servizio di pastori origina e scaturisce dal cuore stesso di Dio che, ha inviato suo Figlio come buon pastore dell’umanità, per radunare i dispersi, curare i feriti, difendere i deboli e nutrire i piccoli.
“Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare”, sono le parole di Dio che il profeta Ezechiele ci ricorda. È nel progetto della sua volontà, il desiderio di riprendere la guida del suo popolo, affinché tutta l’umanità si scopra amata e si riconosca guidata dal Signore del cielo e della terra. E questo progetto si realizza e si compie nella missione di Gesù che, dalle radici dell’umana natura si immerge nella nostra vicenda terrena per curarne le ferite e guarirla dalla sua mortale infermità. Dio stesso si fa pastore del suo gregge perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, e nessuno abbia a perderla o a perdersi. Abbiamo bisogno di essere guidati e condotti, da soli rischiamo la vita, l’unica che abbiamo in dono.
L’Evangelista Giovanni ci ricorda le parole di Gesù: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”. È Lui, Gesù, il buon pastore, icona e modello di ogni pastore buono di cui i popoli dell’umanità hanno bisogno. Se è il Signore stesso a guidare il nostro camminare quotidiano, allora davvero nulla ci manca e, in Lui, tutto troviamo di ciò che ci necessità per rispondere alla chiamata della vita. Così non possiamo non vedere nella vita santa dei nostri Patroni la trasparenza luminosa del vero ed unico pastore, riverberata nella testimonianza della loro fede e resa feconda dalle loro gesta. Il vescovo Florido, soprattutto, ha offerto la sua vita in unione con quella del presbitero Amanzio, per rispondere alla chiamata di Dio di mediare, per questa porzione del suo popolo santo, la tenerezza e la fedeltà del nostro Dio.
“Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Ogni pastore buono è chiamato a servire il gregge che gli è affidato dando la sua vita. La vita, donata, offerta, spesa, consumata, messa a disposizione, giocata per i suoi fratelli, è la sostanza del ministero di chiunque è chiamato ad essere pastore nella Chiesa. Il Signore Gesù ha obbedito alla missione datagli dal Padre offrendo tutta la sua vita in sacrificio per la salvezza degli uomini. È questa la misura della santità dei pastori. Di questa misura divina partecipa ogni pastore inviato a pascere il gregge di Dio. Così come vediamo risplendere, nella testimonianza dei nostri Florido e Amanzio, la forza dell’amore di Dio e la larghezza della sua misericordia.
Se dunque il Signore è il nostro pastore. Ci guida, ci nutre, ci protegge e ci indica pascoli sicuri. Ci tiene uniti e si prende cura di noi. Ci raduna e si fa nostro Salvatore donandoci la sua stessa vita. Se questa sua presenza di grazia e di accompagnamento ci è data nella vita e nel ministero dei pastori buoni che la Chiesa ci invia, allora veramente nulla ci manca.
Nulla ci manca per essere discepoli del Maestro del regno. Nulla ci manca per sentirci inviati come missionari del Risorto. Nulla ci manca per pensarci e vivere come famiglia nella fraternità della Chiesa. Nulla ci manca per renderci accoglienti e compagni di viaggio di chi più fatica nella vita. Nulla ci manca che scusi un atteggiamento lamentoso e attendista, e ci doni l’alibi per non rispondere alle chiamate del Vangelo. Nulla ci manca che giustifichi il giudizio senza l’umiltà e il coraggio dell’ascolto e del dialogo. Nulla ci manca per poter evitare di sentirci partecipi e responsabili della vita sociale. Nulla ci manca per dirci oggi, nell’attualità che viviamo, con generosità e con gioia, figli orgogliosi dei Santi Florido e Amanzio.
Per la loro fede schietta, e per la loro autentica amicizia, seguirono il Signore, servirono la Chiesa, subirono le avversità del loro tempo, cercarono l’aiuto dei santi, restarono saldi nella speranza, sostennero i loro concittadini nella ricostruzione della vita sociale, suscitarono testimonianze di fedeltà e mantennero fisso lo sguardo sulla meta eterna.
Con la gioia e la gratitudine, che la liturgia ci fa celebrare in questa Solennità, continuiamo fratelli e sorelle ad invocare l’intercessione, la protezione e la guida dei Santi Florido e Amanzio, perché aiutino questa nostra Chiesa ad accogliere la grazia del Vangelo, perché tutti noi insieme diventiamo capaci di farne dono a tutti attraverso l’esempio e la testimonianza di una vita affidata al Signore e donata ai fratelli. Amen.