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Dall’8xmille alla vita concreta della Chiesa: il rendiconto 2024 della Diocesi di Città di Castello

Tempo di bilanci su come vengono destinati i fondi dell’8xmille dell’Irpef, una quota dell’imposta sul reddito che non comporta alcun costo aggiuntivo per il contribuente ma rappresenta una scelta di responsabilità. Tra le destinazioni previste dalla legge, la Chiesa cattolica continua a ricevere un’ampia fiducia: e quella firma, apparentemente piccola, si traduce ogni anno in azioni concrete e capillari, visibili nei territori e nella vita quotidiana delle comunità. 

Il “bilancio” della Chiesa tifernate

Il rendiconto 2024 della Diocesi di Città di Castello offre uno spaccato eloquente di come queste risorse vengano utilizzate sul territorio per rispondere ai bisogni spirituali e materiali delle persone. Una parte significativa dei fondi è destinata alle esigenze di culto e pastorale, con una somma totale prevista di 458.502,58 euro. Di questi, 75.500 euro sono stati utilizzati per l’esercizio del culto: celebrazioni liturgiche, manutenzione di chiese, acquisto di arredi sacri, tutto ciò che consente alla comunità cristiana di vivere la fede anche nei segni e nei luoghi che la incarnano. La voce più consistente, pari a 274.734,76 euro, è stata riservata alla cura delle anime e agli scopi missionari: si tratta delle attività pastorali ordinarie, dell’accompagnamento delle parrocchie, del sostegno a missioni e a iniziative che tengono viva la presenza della Chiesa anche nelle zone più periferiche. Infine, 54.402 euro sono stati indirizzati a percorsi di catechesi ed educazione cristiana, rivolti a bambini, ragazzi e adulti: strumenti per la formazione alla fede, campi scuola, sussidi, corsi di preparazione ai sacramenti, con un’attenzione particolare alla crescita delle giovani generazioni. Al 31 maggio 2025 risultavano ancora disponibili poco meno di 54 mila euro, che vengono utilizzati proprio in questi mesi e sono legati alle iniziative dedicate all’Anno giubilare. 

Accanto ai più fragili e vulnerabili

Oltre all’impegno pastorale, una quota altrettanto importante è stata dedicata agli interventi caritativi, ambito nel quale la Chiesa si pone accanto alle persone più fragili e vulnerabili. La somma complessiva stanziata e già interamente erogata è di 422.702,19 euro. Un impegno concreto e capillare, che si articola in tre principali direzioni. La prima riguarda la distribuzione diretta di aiuti a persone bisognose, per un totale di 70.000 euro: contributi economici per famiglie in difficoltà, sostegno per spese mediche, affitti, bollette e necessità quotidiane, in un contesto sociale in cui la povertà assume spesso volti silenziosi ma urgenti. A ciò si affianca il sostegno alle opere caritative diocesane, che hanno ricevuto 227.500 euro: si tratta di progetti strutturati come centri di ascolto, mense, case d’accoglienza, sportelli di orientamento e inclusione. Infine, 125.202,19 euro sono stati destinati alle opere caritative parrocchiali, che agiscono capillarmente nei territori, dove parroci e volontari conoscono per nome i bisogni delle persone e cercano di dare risposte concrete, spesso in modo discreto e quotidiano. 

 

 

Una firma nella trasparenza

Il rendiconto 8xmille della Diocesi di Città di Castello – disponibile sul sito www.diocesicittadicastello.it/ufficio-affari-economici – mostra come una semplice firma possa diventare strumento di sostegno, di speranza, di vita concreta per tanti. Attraverso il culto, l’educazione e soprattutto la carità, la Chiesa continua a essere presente là dove ce n’è bisogno. 

 

Per approfondire si possono scaricare qui: il RENDICONTO 8xmille del 2024 e la RELAZIONE dell’economo diocesano.

 

Un’estate per guardare il mondo con gli occhi di Dio: l’appello del vescovo Paolucci Bedini

Sulle pagine dei fogli di collegamento delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello, il vescovo Luciano Paolucci Bedini lancia un messaggio forte e profondo per questo tempo segnato da crisi globali, disuguaglianze e inquietudini. Un invito alla responsabilità, alla solidarietà e alla conversione del cuore, per vivere da cristiani autentici nella storia del nostro tempo, lasciandoci guidare dalla misericordia e dallo sguardo di Dio.

Un tempo segnato da crisi e inquietudini globali

Carissimi, stiamo attraversando un tempo molto faticoso, che risveglia timori inquietanti che sembravano passati. L’umanità è alle prese con tante sfide e impegnative crisi che toccano ogni aspetto dell’esistenza. In ogni parte del pianeta si lotta per sanare le disuguaglianze, le ingiustizie, le povertà e le contrapposizioni violente che emergono continuamente.

Tutta la ricchezza e la tecnologia, che il mondo vede crescere a velocità impressionante, sembrano non contribuire granché alla salute integrale degli esseri umani a cui sarebbero destinate. Spesso, troppo spesso, il benessere e l’accesso a tanti beni e servizi sono riservati a pochi, e questa diseguaglianza fa crescere uno squilibrio enorme che mette in conflitto chi sta meglio con chi meno ha.

Un messaggio evangelico di uguaglianza e dignità

Il messaggio evangelico e la testimonianza della vita cristiana sono chiari e limpidi nel ricordarci che una è la sorgente del bene per tutti e pari la dignità di ciascuno.
Dio non fa differenze e non stila classifiche tra i suoi figli. I beni della terra, e la terra stessa, sono di Dio ed Egli le ha donate all’uomo perché tutti potessero vivere in pace. Ogni visione diversa e opposta tradisce la bontà di Dio e il suo progetto di salvezza per tutti.

A poco serve che qualcuno nel mondo, una minima parte, sia rassicurato dai suoi beni, mentre il resto, la porzione maggiore, sia costretta a vivere sotto la soglia di salvaguardia.

Senza solidarietà, solo guerra e indifferenza

Senza un’umanità solidale ed equa, senza un’attenzione autentica e concreta verso i più bisognosi, senza una consapevolezza responsabile che questo ritmo e questo stile di vita non sono sostenibili, senza una rinnovata umiltà che rilanci una semplificazione dei processi e delle relazioni, la risposta e la soluzione alle tante situazioni di crisi nel mondo saranno sempre e solo la guerra, la sopraffazione, la corruzione, la segregazione e l’indifferenza.

Il Giubileo: occasione di conversione e responsabilità sociale

Questo tempo estivo sia l’occasione per alzare lo sguardo e tornare a contemplare la storia del mondo con gli occhi di Dio e della sua misericordia. Il Giubileo che stiamo vivendo ci porti a riscoprire la responsabilità sociale che i cristiani, e la Chiesa tutta, hanno nei confronti del tempo che li ospita.

La meditazione della Parola divina e la celebrazione della grazia sacramentale della Pasqua di Cristo ci aiutino a connettere efficacemente la vita spirituale e l’azione quotidiana nella coerenza e nella fedeltà.

Segni di speranza e scelte luminose di servizio

Il Signore ci guidi a porre segni di speranza e a fare scelte luminose di servizio all’umanità di oggi. Il Vangelo è esplicito quando ci consegna l’immagine del buon Samaritano per rivelarci la vera identità del Signore Gesù e la grande missione della Chiesa, suo corpo. 

L’immagine della Chiesa «ospedale da campo» per il mondo di oggi attivi in noi le vie dello Spirito perché usciamo da una connivente indifferenza passiva e possiamo suscitare tra di noi una rinnovata partecipazione fraterna.

Corpus Domini: una città in cammino dietro all’Eucaristia

Piazza Gabriotti gremita, preghiera e musica nella luce del tramonto: la processione eucaristica ha riunito l’intera comunità tifernate

CITTÀ DI CASTELLO (23 giugno 2025) – Nonostante la calura del tardo pomeriggio, una processione silenziosa e devota ha attraversato ieri le vie del centro storico di Città di Castello per la solennità del Corpus Domini. Al termine della celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini nella Basilica Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio, la comunità diocesana si è messa in cammino dietro al Santissimo Sacramento, portato in ostensorio tra canti, preghiere e raccoglimento.

La processione

Un itinerario di fede che, partendo da piazza Gabriotti, ha toccato alcune strade simboliche della città – via della Pendinella, via San Florido, via Marconi, corso Vittorio Emanuele II, piazza Matteotti, corso Cavour – fino a ritornare davanti alla cattedrale, dove si è consumato uno dei momenti più intensi e partecipati della serata. Il Santissimo è stato esposto sulla scalinata della “chiesa madre” tifernate, mentre la piazza si è fatta silenziosa: in tanti si sono inginocchiati, in un gesto semplice ma carico di significato, prima della benedizione solenne impartita dal vescovo Luciano.

Una comunità unita in preghiera

Alla celebrazione e alla processione ha partecipato anche il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, insieme ad altre autorità civili e militari. Ad accompagnare il corteo c’era la Filarmonica “Giacomo Puccini”, diretta dal maestro Nolito Bambini, che ha offerto un commento musicale che ha saputo coniugare solennità e discrezione, rafforzando la dimensione comunitaria e spirituale del rito.

 

Cristo che cammina con il suo popolo

Il Corpus Domini, una delle ricorrenze più antiche e sentite della tradizione cattolica, ha ancora una volta trasformato le vie cittadine in un luogo di adorazione condivisa. Portare l’Eucaristia nelle strade è un segno forte e concreto della presenza viva di Cristo che cammina con il suo popolo, dentro la vita quotidiana. Una tradizione che resiste al tempo e continua a parlare al cuore di tanti, unendo generazioni e storie diverse attorno a un’unica presenza.

 

La galleria fotografica:

Città di Castello | La celebrazione del Corpus Domini

 

 

Domenica 22 giugno: Corpus Domini in processione per le vie della città

L a Chiesa diocesana di Città di Castello, domenica 22 giugno, celebra il Corpus Domini, la solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore. Alle ore 18, nella Basilica Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio, si svolgerà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. La liturgia guiderà i fedeli nella preghiera e nell’adorazione, per aiutarli a rinnovare il proprio impegno nel testimoniare la presenza di Cristo nel pane e nel vino consacrati.

 

Nel dono dell’Eucaristia, Gesù si fa presenza viva, fonte e culmine della vita del cristiano. Dopo la messa, avrà inizio la processione eucaristica che ogni anno vede la partecipazione del Vescovo e di tutta la comunità tifernate. Rito centrale di questa ricorrenza, la processione è la rappresentazione simbolica di Gesù che percorre le strade del mondo. Portando l’eucaristia nelle vie e nelle piazze, simbolicamente Cristo entra nella quotidianità della nostra vita, camminando insieme a noi.

L’ itinerario della processione

L’itinerario attraversa le vie del centro storico partendo da piazza Gabriotti e proseguendo poi per via della Pendinella, via San Florido, via Marconi, corso Vittorio Emanuele II, piazza Matteotti, corso Cavour. Al termine del percorso, che si conclude in piazza Gabriotti, il vescovo Luciano impartirà la benedizione. La solennità del Corpus Domini è una delle più antiche e sentite celebrazioni della Chiesa cattolica, nata come espressione di fede nel reale e sostanziale presenza di Cristo sotto le specie del pane e del vino, un momento di profonda devozione e testimonianza della centralità dell’eucaristia nella vita dei credenti.

 

 

 

Il prof. Massimiliano Marianelli è il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Perugia

Il prof. Massimiliano Marianelli è il nuovo rettore dell’Università degli Studi di Perugia, eletto il 17 giugno 2025. A lui i complimenti e gli auguri anche da parte del vescovo di Città di Castello. Il prof. Marianelli da una ventina di anni è direttore dell’Ufficio Diocesano per i problemi sociali e del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato, incarico che gli fu affidato dal vescovo mons. Pellegrino Tomaso Ronchi e che ha portato avanti con serietà e impegno. In particolare, tra le numerose attività promosse, si ricorda la scuola di formazione socio-politica “Agorà”, che ha dato vita anche a una serie di pubblicazioni.

Città di Castello: pannelli multisensoriali per l’accessibilità nelle chiese storiche realizzati con fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica

CITTÀ DI CASTELLO (10 giugno 2025) – Inclusione, accessibilità e valorizzazione del patrimonio artistico e spirituale. Sono questi i cardini del progetto promosso dalla Diocesi di Città di Castello in collaborazione con l’Associazione “Chiese Storiche”, che ha portato all’installazione di innovativi pannelli multisensoriali nelle principali chiese del centro storico: San Domenico, San Francesco, Madonna delle Grazie e la Basilica Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

I pannelli, finanziati con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, sono stati pensati per rendere fruibile il patrimonio culturale anche a persone non vedenti, ipovedenti e non udenti. Grazie a una tecnologia integrata, offrono contenuti visivi, tattili e audio, comunicando in modo chiaro e accessibile le caratteristiche architettoniche, artistiche e devozionali degli edifici sacri. Contenuti che – per altro – sono utili e interessanti anche per i normodotati.

“Parliamo di un progetto che nasce da un’idea condivisa e che oggi rappresenta un passo concreto verso una maggiore inclusione sociale – ha spiegato Paolo Bocci, presidente dell’Associazione ‘Chiese Storiche’ –. I pannelli sono dotati di testi in Braille, rilievi grafici e contenuti in italiano e inglese. Attraverso QR Code e tecnologia Nfc, i visitatori possono accedere a guide audio-video con sottotitoli e traduzione nella lingua dei segni, rendendo l’esperienza accessibile anche alle persone non udenti”.

Il funzionamento dei pannelli è stato illustrato nel corso della presentazione ufficiale da Federica Tarducci, direttrice dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici della Diocesi. Sono dotati di informazioni di tipo visivo, tattile e audio, per comunicare – in modo semplice e accessibile a tutti – le caratteristiche architettoniche artistiche e devozionali dell’edificio sacro. Grazie alla tecnica di stampa, i contenuti di ciascun pannello (sia grafici sia testuali), sono contemporaneamente sia visivi che tattili, con testi in Braille e disegni in inchiostro trasparente a rilievo. Le tecnologie QR Code e Nfc (Near field communication) consentono di accedere alla guida audio-video con sottotitoli, tradotta in Lis (linguaggio dei segni).

Nel corso dell’incontro è intervenuto anche don Giuseppe Floridi, delegato diocesano Sovvenire, che ha sottolineato il valore dei fondi dell’8xmille per la realizzazione di iniziative a favore dell’intera comunità. “Questo tipo di interventi dimostra come l’8xmille non sia solo uno strumento di sostegno alla Chiesa, ma anche alla società – ha dichiarato don Floridi –. Permette di investire nella conservazione dei beni culturali, nella carità, nella pastorale e nel servizio dei sacerdoti. Firmare per l’8xmille significa contribuire alla bellezza, all’accoglienza e alla solidarietà”.

“È una iniziativa che va ad arricchire il nostro patrimonio storico-culturale – ha detto l’assessore alle Politiche sociali del Comune tifernate, Benedetta Calagreti – e che si sposa perfettamente con tutta una serie di attività che stiamo portando avanti anche come amministrazione comunale da qualche anno e che puntano all’abbattimento sia delle barriere architettoniche, sia di quelle relazionali e comunicative”.

L’Associazione “Chiese Storiche”, già impegnata in importanti interventi di restauro – come quelli agli affreschi della chiesa di San Domenico – ha inoltre installato pannelli informativi tradizionali in altre chiese del centro storico e continuerà nei mesi estivi con visite guidate ogni sabato mattina, dalle 11 alle 13, per valorizzare il significato religioso e culturale di questi luoghi.

 

 

 

La “Lunga Notte delle Chiese” a Città di Castello: una serata intensa tra bellezza, spiritualità e condivisione

CITTÀ DI CASTELLO (6 giugno 2025) – Tanti presenti e un clima di partecipazione viva hanno caratterizzato la serata del 5 giugno nella chiesa di San Francesco, in occasione della decima edizione della “Lunga Notte delle Chiese”, promossa dall’Associazione Chiese Storiche in collaborazione con la diocesi di Città di Castello e la parrocchia di San Francesco. Il tema scelto per quest’anno, «Abbracciare la Speranza», ha fatto da filo conduttore a un ricco programma che ha saputo coniugare spiritualità, arte, musica e inclusione.

Un pubblico numeroso e attento ha seguito con grande interesse ogni momento della serata, che ha saputo offrire spunti di riflessione profondi e suggestivi, alternando parole, suoni e immagini in un percorso coinvolgente ed emozionante.

Tra musica e parole: la speranza come armonia

L’atmosfera è stata resa ancora più suggestiva dalle esecuzioni della Corale Braccio Fortebraccio di Montone, diretta dal maestro Francesco Fulvi, che ha proposto un repertorio ispirato alla spiritualità e alla bellezza del creato. Brani come A City Called Haven, Agua de Beber di Jobim e il Cantico delle Creature di Angelo Branduardi hanno emozionato il pubblico, aprendo l’animo all’ascolto e alla contemplazione.

Approfondimenti tra fede e cultura

Particolarmente apprezzati gli interventi della dott.ssa Denise Vincenti (Università di Perugia) e del prof. Pierluigi Licciardello (Università di Bologna), che hanno guidato i presenti in riflessioni dense di significato. Le loro parole hanno offerto una chiave di lettura profonda e attuale sul tema della speranza, partendo dal messaggio di san Francesco e arrivando a toccare le inquietudini del presente.

L’arte come incontro e rivelazione

Uno dei momenti più affascinanti della serata è stato l’intervento della storica dell’arte Silvia Palazzi, che ha proposto un originale confronto tra Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e di Perugino. Un viaggio tra le linee e i colori della pittura rinascimentale, che ha svelato come l’arte sia capace di farsi linguaggio universale della speranza e della relazione.

Inclusione e spiritualità vissuta

Uno spazio toccante è stato riservato alla presentazione dei pannelli multisensoriali per ipovedenti, realizzati grazie ai fondi 8xmille della Chiesa italiana. L’Associazione Beata Margherita di Città di Castello ne ha mostrato il funzionamento e l’utilità per non vedenti, ipovedenti e non udenti, ma anche per le persone normodotate, grazie alle risorse multimediali che si possono attivare grazie ai dispositivi digitali. Un gesto concreto e simbolico che ha testimoniato come l’accoglienza e l’inclusione possano trasformarsi in segni visibili di speranza condivisa.

Scoprire la città con occhi nuovi

La serata è stata curata dai volontari dell’Associazione Chiese Storiche, che accompagnano abitualmente i partecipanti a queste iniziative alla scoperta del patrimonio artistico e religioso della città. Anche stavolta è stata l’occasione per guardare con occhi nuovi luoghi noti, riscoprendo il legame tra bellezza, fede e memoria.

 

 

 

La Scuola di formazione teologica “Pagani” compie 50 anni: pomeriggio di memoria e di festa fissato per domani, 6 giugno

CITTÀ DI CASTELLO (5 giugno 2025) – Cinquant’anni di impegno formativo, di dialogo con la cultura, di servizio alla Chiesa e alla comunità. È questo il traguardo che la Scuola diocesana di formazione teologica “Cesare Pagani – 1975” si appresta a celebrare con una festa aperta a tutti, in programma per domani, venerdì 6 giugno, alle ore 17.30, nella sala della Cera e giardino annesso delle Piccole ancelle del Sacro Cuore a Città di Castello. L’anniversario arriva al termine dell’itinerario formativo 2024-2025 della Scuola, intitolato “Il giubileo della speranza e della giustizia sociale nel processo sinodale della Chiesa”, che si è concluso nell’aprile scorso.

Le testimonianze di chi ha guidato la Scuola

La serata del 6 giugno inizierà con la preghiera del Vespro, per poi dare spazio alle testimonianze dei quattro direttori che nel tempo hanno guidato l’istituzione: don Giovanni Cappelli, don Antonio Ferrini, il vescovo Nazzareno Marconi e don Romano Piccinelli, attuale coordinatore. Sarà inoltre ricordato don Giovanni Andreani, primo direttore della Scuola, scomparso nel 1995. Non mancheranno momenti di condivisione libera, in cui i presenti potranno portare il proprio contributo attraverso ricordi e valutazioni personali. A chiudere l’incontro sarà l’intervento del vescovo Luciano Paolucci Bedini, che proporrà alcune riflessioni sul futuro della formazione teologica nella Diocesi tifernate, ispirandosi al cammino fatto e alle sfide del presente.

L’appello di don Romano Piccinelli

Un opuscolo commemorativo, che raccoglie episodi e tratti significativi dei 50 anni di attività della Scuola, sarà distribuito a tutti i partecipanti. Don Romano Piccinelli, coordinatore della Scuola, lancia un appello a tutta la comunità: «Desideriamo che la festa riesca nel migliore dei modi, invitando e facendo in modo che ci siano tutti coloro che, ancora viventi, hanno partecipato, negli anni, ai nostri incontri. Anche se avessimo un archivio zeppo di dati – e non l’abbiamo! – esso non potrebbe sostituire la conoscenza capillare delle singole persone che ciascuno di voi porta nella testa e nel cuore. Ci affidiamo ai vostri ricordi, al vostro spirito di osservazione, ai vostri inviti, in una parola, alla vostra collaborazione». L’invito è rivolto in modo particolare a presbiteri, diaconi e operatori pastorali, affinché coinvolgano chi, negli anni, ha camminato insieme alla Scuola in questo importante servizio alla fede e alla riflessione teologica. Una tappa significativa nel cammino della Chiesa diocesana, che guarda con gratitudine al passato e con fiducia rinnovata al futuro.

Giovanni Silvestrini ordinato diacono nella Cattedrale di Città di Castello: “Servire con gioia e fraternità”

CITTÀ DI CASTELLO – Nella solennità dei santi martiri Crescenziano e compagni, lunedì 2 giugno, la Cattedrale di Città di Castello ha accolto l’ordinazione diaconale di Giovanni Silvestrini. A presiedere la celebrazione – in un clima di gioia e di festa – il vescovo diocesano mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha imposto le mani e pronunciato la preghiera consacratoria su Giovanni, incardinando il nuovo diacono nella Chiesa tifernate. La liturgia è stata concelebrata, insieme a tutto il clero diocesano, anche dal vescovo emerito della Chiesa tifernate, mons. Domenico Cancian

La data scelta non è stata casuale. “Quando abbiamo scelto insieme questa data – ha ricordato il vescovo Luciano nell’omelia – pensavamo a san Crescenziano e ai suoi compagni martiri, che in questo nostro territorio hanno seminato per primi il Vangelo. Il loro tributo di sangue ha irrigato la fede di questo popolo e oggi accoglie l’offerta della tua vita donata per amore a servizio del Vangelo”.

 

Una storia vocazionale segnata dalla rinascita

 

Giovanni Silvestrini, 46 anni, originario di Città di Castello, è cresciuto nella frazione di San Martin D’Upò. Dopo gli studi in ragioneria e un’attività lavorativa come coltivatore diretto nel settore della legna da ardere, ha vissuto un lungo periodo lontano dalla Chiesa. Ma, come ha ricordato don Francesco Verzini, rettore del Pontificio Seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, è stato “grazie alla testimonianza del fratello minore e alla partecipazione a un seminario di Vita nuova nello Spirito promosso dalla comunità Magnificat” che Giovanni ha riscoperto la fede e avvertito la chiamata alla vocazione.

Nel 2018 è entrato nel percorso formativo propedeutico e poi nel Seminario regionale. “Giovanni è un uomo di preghiera viva e fede radicata, riflessivo e operoso – ha detto don Verzini – capace di commuoversi di fronte all’ingiustizia e di non rimanere indifferente al bisogno altrui. Posso attestare che ne è degno”, ha concluso presentando il candidato durante il rito.

 

L’invito del Vescovo: “Vivi il tuo ministero come un fratello tra i fratelli”

 

Il vescovo Paolucci Bedini ha centrato l’omelia sul brano evangelico “Rimanete nel mio amore”, sottolineando che la vita cristiana e il ministero diaconale “non sono nostri, ma di Cristo”. Ha ricordato a Giovanni che il servizio va vissuto “tra i fratelli e per loro, ma sempre come un fratello che ha bisogno anche del dono degli altri”.

Un’attenzione particolare è stata dedicata al senso della fraternità e della carità, vissute come segno concreto della fede: “La carità più grande che possiamo fare al mondo è l’evangelizzazione – ha affermato il Vescovo – che va vissuta nello stile dell’incarnazione: scendere, vedere, ascoltare, toccare, consolare, condividere”.

 

Una comunità in festa

 

La celebrazione è stata preceduta, domenica primo giugno, da una veglia di preghiera nella chiesa arcipretale di San Giustino, la comunità dove Giovanni ha svolto il suo tirocinio pastorale. Lì amici, parrocchiani e confratelli si sono uniti in preghiera per accompagnarlo nel passo decisivo verso il ministero ordinato.

Nel pomeriggio del 2 giugno, il neo-diacono ha partecipato – insieme al vescovo Luciano e ad altri fedeli – al pellegrinaggio presso Pieve de’ Saddi, luogo del martirio e della sepoltura di san Crescenziano, per rendere omaggio a quei testimoni della fede che hanno aperto la strada al Vangelo nell’Alta Valle del Tevere.

 

2 giugno. Ordinazione diaconale di Giovanni Silvestrini

Il 2 giugno la chiesa di Città di Castello fa memoria di san Crescenziano e dei compagni martiri che hanno evangelizzato il territorio altotiberino.

I santi martiri

Il nome di Crescenziano, nei libri liturgici locali, compare sempre associato a quello di un gruppo di martiri sepolti nella pieve di Saddi (nel comune di Pietralunga): Giustino, Faustino, Veriano, Orfito, Grivicciano, Benedetto, Eutropio, Fortunato, Esuperanzio. I martiri di Saddi hanno goduto nel medioevo di un culto intenso in Italia centrale. La sua venerazione si è sviluppata in età altomedievale, in particolare a Urbino, a partire dal 1068. In quell’anno, infatti, il vescovo di Città di Castello, Fulcone, donò l’insigne reliquia del corpo del santo al vescovo di Urbino, il beato Mainardo, che lo collocò nella ricostruita cattedrale e ne fece il patrono della città.
Soldato dell’esercito romano, Crescenziano sarebbe stato espulso dalle file militari a motivo della sua fede cristiana. Giunto a Città di Castello vi avrebbe annunciato per primo il Vangelo.
A motivo del suo rifiuto di sacrificare agli dei pagani subì il martirio, secondo una delle tradizioni il 1 giugno dell’anno 303 e fu sepolto in località Saddi, dove poi sorse la pieve a lui intitolata.

L’ordinazione

Proprio lunedì 2 giugno alle ore 10.30 nella Cattedrale di Città di Castello il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini ordinerà diacono il seminarista Giovanni Silvestrini che ha percorso il cammino di formazione al sacerdozio presso il seminario regionale “Pio XI” di Assisi.

La veglia di preghiera

Domenica 1 giugno alle ore 21 nella chiesa arcipretale di San Giutino, la comunità dove attualmente Giovanni svolge la propria esperienza pastorale, si svolgerà la veglia di preghiera in preparazione alla celebrazione.