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I Giubileo dei diaconi

Varcare la Porta Santa…È come entrare in un’altra dimensione, lontana da guerre e consumismo, dal potere e dalla mondanità.
Sabato 22 e domenica 23 si sono incontrati a Roma, per il Giubileo dei Diaconi, in circa 6mila con i loro familiari, provenienti dai quattro angoli del pianeta.
Vivendo una esperienza unica: il viaggio, il cammino, l’ascolto e la preghiera ci hanno condotto a “passare” e a condividere la Speranza.
Anche se Papa Francesco era ricoverato al Policlinico Gemelli, ci ha donato un messaggio che ci incoraggia: “…siate scultori e pittori del volto misericordioso del Padre…”. Messaggeri di Speranza. Annunciatori del Perdono. Servitori disinteressati…Dalla nostra Diocesi otto Diaconi, con Don Paolo Martinelli e Don Nicola Testamigna, hanno varcato quella Porta e riaffermato a quale missione sono chiamati tutti i Cristiani. 23 nuovi Diaconi sono stati ordinati in San Pietro. Si aggiungono così agli altri 46.000 di tutto il mondo, secondo il mandato: RICEVI IL VANGELO DI CRISTO DEL QUALE SEI DIVENUTO L’ANNUNCIATORE; CREDI SEMPRE CIÒ CHE PROCLAMI, INSEGNA CIÒ CHE HAI APPRESO NELLA FEDE, VIVI CIÒ CHE INSEGNI.
La missione, il ministero, è questo. Uomini maturi, sposati, con figli e nipoti, che generosamente mettono la loro vita al servizio del Vangelo e di Santa Madre Chiesa. Vicini al Popolo di Dio
Diac Angelo Penestri

Parrocchia dei santi Florido e Amanzio: proposte per vivere il Giubileo

Il Giubileo è un momento di grazia e di rinnovamento spirituale che invita i fedeli alla preghiera, alla riconciliazione e all’impegno nella comunità e la Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio si prepara a questo importante evento invitando tutta la comunità a viverlo attraverso alcune proposte pensate per pregare insieme e attraversare il tempo giubilare in pienezza.

La preghiera

Durante questo anno speciale, i fedeli sono invitati a partecipare alla Santa messa feriale, che si celebra ogni giorno alle ore 10, alle messe festive nei giorni di domenica, a partire dalle ore 10.30 e alle celebrazioni delle 12 e delle 18.30. Questi momenti di preghiera insieme, rappresentano un’opportunità preziosa per rinnovare la propria fede e condividere momenti di comunione con gli altri membri della comunità. La partecipazione attiva alle celebrazioni è un modo per vivere la gioia del Giubileo e per rafforzare i legami tra i parrocchiani. Ogni prima domenica del mese, alle ore 17.30, si svolgerà  l’adorazione eucaristica. Un invito a fermarsi, dedicandosi completamente alla preghiera, per rinnovare la propria relazione con Dio. Tutti i sabato mattina e la domenica, sia al mattino che nel pomeriggio, sarà possibile confessarsi. Così come durante la settimana, prima e dopo la Santa Messa. Sabato 22 marzo, alle ore 14.30, i bambini e i ragazzi del catechismo delle parrocchie del centro storico, parteciperanno al pellegrinaggio a loro dedicato.

La solidarietà

Il Giubileo è anche un momento per vivere concretamente la carità, un modo tangibile per allargare il nostro sguardo oltre i confini locali, unendo i fedeli in un gesto di solidarietà e amore verso i più bisognosi come quelli del Centro nutrizionale di Kizibere, in Rwanda, gestito dalle Suore Ospedaliere della Misericordia, per fare la differenza nella vita di chi vive situazioni di vulnerabilità.

L’indulgenza

Nel corso dell’Anno Santo, tutti i fedeli veramente pentiti che avranno un atteggiamento interiore di distacco da qualsiasi peccato che avranno celebrato il Sacramento della Riconciliazione, che avranno celebrato l’Eucaristia con la Santa Comunione che avranno pregato secondo l’intenzione del Santo Padre, potranno conseguire l’Indulgenza per sé o per le anime del Purgatorio in una delle seguenti forme: intraprendendo un pellegrinaggio verso un luogo sacro giubilare  (Chiese giubilari diocesane: Cattedrale di Città di Castello e Basilica “Madonna del Transito” di Canoscio) e lì partecipando alla Santa Messa.

Mercoledì delle ceneri, inizio della Quaresima

Mercoledì 5 marzo segna l’inizio della Quaresima, un periodo di riflessione e penitenza per la comunità cristiana. Le parrocchie di Santa Maria delle Grazie, San Francesco, San Michele e della Cattedrale, si preparano ad accogliere i fedeli per le celebrazioni del Mercoledì delle Ceneri.

Il programma delle celebrazioni

Il programma delle celebrazioni inizia nella chiesa di Santa Veronica alle ore 7 con la messa. Presso il santuario di Santa Maria delle Grazie, alle ore 8.15 si celebrano le lodi mattutine, seguite dalla messa alle 8.30. Nel pomeriggio, la comunità si riunirà anche nella chiesa di Santa Lucia per la liturgia delle ore 17. La Basilica cattedrale ospiterà la celebrazione delle 18.30, con la partecipazione dei gruppi del catechismo. Alle ore 21, il santuario di Santa Maria delle Grazie accoglierà i fedeli per la messa serale.

Locandina del programma

La Via Crucis

Nell’itinerario di fede verso la Pasqua, i cristiani sono invitati a rivivere il cammino di Cristo sul Golgota con la Via Crucis che si terrà nel chiostro delle Cappuccine: venerdì  7 marzo, animata dalle parrocchie di Santa Maria delle Grazie, San Michele Arcangelo e San Francesco; venerdì 14 marzo dalla parrocchia dei Santi Florido e Amanzio; il 21 marzo sarà la volta delle parrocchie di Santa Maria Maggiore e Santa Maria Nova. I giovani e le suore animeranno rispettivamente l’incontro del 28 marzo e del 4 aprile. Inoltre, venerdì 11 aprile, presso il santuario Madonna delle Grazie, si terranno la celebrazione penitenziale e le confessioni individuali.

Locandina – Via Crucis nel chiostro delle Cappuccine

 

La CEI invita le comunità ecclesiali a pregare per Papa Francesco

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha lanciato un appello alle comunità ecclesiali di tutta Italia affinché si uniscano in preghiera per Papa Francesco, ricoverato dal 14 febbraio scorso al Policlinico A. Gemelli di Roma. 

Il ricovero di Papa Francesco ha suscitato una grande mobilitazione tra i fedeli. La CEI ha ribadito l’importanza di mantenere viva la speranza per il Papa, che guida la Chiesa con instancabile impegno.

 

 

Città di Castello: cammini francescani sempre più accoglienti e inclusivi, con uno sguardo anche al Giubileo

Nel cuore dell’Umbria, Città di Castello si conferma una delle tappe centrali tra quelle percorse dai pellegrini attratti dai suoi storici cammini e dalla profonda spiritualità che permea il territorio dell’Alta Umbria. Questo è il quadro emerso dall’incontro al quale hanno partecipato il vescovo diocesano Luciano Paolucci Bedini e Angelica Lombardo, presidente dell’associazione “Le Rose di Gerico”, alla presenza del sindaco, Luca Secondi e degli assessori comunali alla Cultura, Michela Botteghi, alle Politiche sociali, Benedetta Calagreti, e al Turismo, Letizia Guerri. Sono stati presentati i dati ufficiali sull’accoglienza della Chiesa diocesana. Il territorio tifernate, da marzo a dicembre 2024, ha accolto nella sola ospitalità donativa di Città di Castello ben 1.507 pellegrini. 

Il numero più significativo – 1.088 unità – riguarda quelli di nazionalità italiana, rilevante anche il numero di quelli provenienti da Germania (71), Francia (63) Brasile (42), Austria (32) e Spagna (36). Le foresterie donative, ricchezza spirituale e sociale del territorio diocesano, hanno ospitato 489 pellegrini nel monastero del Santissimo Crocifisso di Citerna, 473 nell’ostello Pieve de’ Saddi e 1632 nel rifugio Betania di Pietralunga. Il risultato non evidenzia solo l’importanza storica e culturale di questa parte dell’Umbria, ma testimonia anche un crescente interesse per il turismo religioso e per i cammini in generale. Questi sentieri storici non sono solo vie di transito, ma veri e propri itinerari spirituali che donano a chi li percorre un’esperienza profonda, un’immersione nella natura e la connessione con se stessi.

La tradizione del pellegrinaggio, che affonda le radici nei secoli, si è rinnovata nel tempo, attirando un sempre più variegato popolo in cammino. Le statistiche della Statio Peregrinorum di Assisi ci mostrano che il 41,41% dei pellegrini passati per la città di san Francesco sono partiti mossi da motivazioni religiose, 22,80% per motivazioni diverse e l’1,89% per un’esperienza culturale.

Questo anno del Giubileo 2025 – commenta il Vescovo – si incontra con gli anni dei giubilei francescano che termineranno nel 2026 con la memoria della morte di Francesco. Sono delle grandi occasioni perché il nostro territorio possa essere valorizzato in tutte le sue componenti, culturali, storiche, ambientali e soprattutto spirituali. Nel territorio della diocesi di Città di Castello abbiamo la fortuna di veder passare la Via di Francesco, un cammino molto frequentato e che sta rilanciando, non solo l’esperienza di un turismo lento, immerso nella natura che contempla le ricchezze culturali, ma che è anche l’occasione perché molti riscoprano la vicenda francescana che ha attraversato queste terre. Tutta l’attenzione che stiamo ponendo a più livelli sull’accompagnamento dei pellegrini è per creare una mentalità di accoglienza per coloro che attraversano il nostro territorio con molteplici aspettative. Insieme all’Associazione “Le Rose di Gerico”, la Diocesi di Città di Castello sta cercando di implementare l’accoglienza e soprattutto di essere attenta a quei valori fondamentali che oggi il turismo non può dimenticare, come quello molto importante dell’inclusione, dell’attenzione ai più fragili e dell’apertura di quei luoghi che oggi non sono, per alcuni, fruibili”. 

E Città di Castello ogni anno di più sa offrire calda ospitalità e servizi professionali sia nelle diverse tipologie di strutture ricettive, anche di ristorazione e commerciali. L’afflusso del turismo lento, inoltre, ha avuto ripercussioni positive sull’economia locale dando alla città non solo un dato statistico, ma soprattutto un segnale di vitalità e di rinnovamento. Significativa è stata la lettura “oltre i numeri” dell’accoglienza da parte de “Le Rose di Gerico” che ha raccolto i dati statistici e ha sottolineato l’importanza dell’aspetto umano, spirituale e sociale  della cura del pellegrino. 

Non è quindi il solo desiderio di evasione a richiamare ogni anno migliaia di pellegrini, ma qualcosa in più: la ricerca di Dio, il desiderio di conoscere e conoscersi, la necessità di umanità, di sperimentare una socialità diversa. Ed è in questi incontri, fugaci ma profondi, che l’ospitalità gioca un ruolo fondamentale: è la porta aperta del luogo attraversato e la mano tesa della sua comunità”, dice Angelica Lombardo, presidente de “Le Rose di Gerico”.

Durante l’incontro sono state presentate alcune iniziative proposte per l’Anno giubilare, prime in ordine temporale la conferenza “Oltre i limiti: turismo lento e cammini inclusivi” prevista per il prossimo 15 marzo, e il corso di conduzione della Joëlette, un ausilio da trekking per persone con disabilità, il giorno seguente, 16 marzo.

È stata un’occasione, quella di stamattina, per toccare tematiche importanti che hanno visto la partecipazione di autorità religiose e civili attente e aperte a nuove possibilità di dialogo su tematiche quali l’accoglienza e l’accessibilità dei cammini per un turismo più inclusivo. Due momenti significativi, quelli proposti,che fanno parte di un più ampio progetto che, con la Diocesi, abbiamo fortemente voluto proporre nei primi mesi del Giubileo della Speranza”, ha detto Angelica Lombardo.

“Città di Castello e il comprensorio altotiberino – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Benedetta Calagreti si confermano quale territorio di confine apprezzato e frequentato da pellegrini di tutto il mondo. La sinergia positiva che da tempo si è attivata fra la diocesi, con il vescovo Paolucci Bedini e tutto il clero, le associazioni, i luoghi di culto e le istituzioni comuni in testa, è senza dubbio un elemento fondamentale per costruire progetti futuri in vista di grandi eventi a livello mondiale legati al giubileo e alla figura di Francesco. Progetti che vedono al centro le persone di ogni provenienza senza barriere e con tanta inclusione, amore e accessibilità ad ogni luogo – ha concluso Calagreti – nel nome della santa Margherita da Città di Castello che è il simbolo universale dell’inclusività”.

Durante l’incontro sono state elencate anche le numerose iniziative per il Giubileo che si susseguiranno durante l’anno e il timbro che celebra gli 800 anni del il Cantico delle Creature, a disposizione dei pellegrini nella chiesa di san Francesco.

 

Caritas diocesana di Città di Castello: il bilancio di un biennio a servizio di chi fa fatica

In Italia, la realtà sociale presenta un volto preoccupante: una persona su dieci vive in condizioni di indigenza, senza la possibilità di accedere a beni e servizi essenziali. Questa statistica, che colpisce in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, racconta di una crisi che non riguarda solo la mancanza di risorse economiche, ma anche l’assenza di opportunità e diritti fondamentali. Non si tratta solo di privazioni materiali, ma anche di isolamento sociale e mancanza di accesso a servizi sanitari, educativi e culturali. 

Povertà ed esclusione sociale

Le persone in difficoltà spesso si trovano escluse da una società che sembra dimenticarsene, vivendo in un circolo vizioso di disagio e mancanza di prospettive.  In questo contesto, la presenza di organizzazioni di assistenza e solidarietà si rivela fondamentale. Di questo hanno parlato Gaetano Zucchini, direttore della Caritas di Città di Castello, il vescovo diocesano mons. Luciano Paolucci  Bedini e Benedetta Calagreti, assessora alle Politiche sociali del Comune tifernate, nella conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata di martedì 11 febbraio.

La Caritas diocesana nel 2023 e 2024

I dati dell’ultimo biennio, presentati dal direttore Zucchini, evidenziano l’urgenza di una situazione che richiede un’azione seria e coordinata da parte delle istituzioni e dell’intera comunità. Nel 2023, la Caritas diocesana ha focalizzato la sua attività in particolare sulla distribuzione di beni materiali e sui servizi offerti dalla mensa e dall’emporio, che hanno assicurato cibo e beni di prima necessità. 

Nel 2024, l’Emporio della Solidarietà ha emesso 375 tessere, 66 destinate a bambini di età compresa tra zero e tre anni, e assistito 1.074 persone, per un totale di 4.771 ingressi tra gli scaffali. Nel 2024, all’Emporio sono aumentate sia le persone (+23) con oltre 65 anni di età (in totale sono state 102), sia i minorenni, con 19 tessere in più e un totale di 333 assistiti. Quella fra 30 e 64 anni è la fascia di età con il maggior numero di utenti, 469 persone. Il valore economico complessivo distribuito ammonta a 187.194,48 euro. 

La Mensa diocesana ha servito pasti caldi a 83 persone, erogandone tra i 70 e i 75 al giorno, sei giorni su sette a settimana. L’assistenza è stata estesa anche all’alloggio, con iniziative volte a fornire soluzioni abitative temporanee e dignitose e un servizio di ascolto, orientamento e consulenza, per garantire l’accesso a cure e informazioni sanitarie. 

I progetti 8xmille e le iniziative diocesane

I cinque progetti realizzati grazie ai fondi dell’8xmille destinati alla Chiesa cattolica hanno interessato i settori dei beni primari, dell’istruzione, dell’occupazione e della salute. Anche quella sanitaria è una povertà crescente, come testimoniano i dati degli ultimi mesi sull’impossibilità per molti di accedere alle cure mediche. La Caritas diocesana, per rispondere alle crescenti necessità del territorio, a Natale ha lanciato un appello alle parrocchie dando vita all’iniziativa “La spesa sotto l’albero”. Questo progetto, nato per raccogliere prodotti di prima necessità per le famiglie in difficoltà, grazie alla generosità di molti, ha raccolto beni per circa novemila euro: 1.422 confezioni di pasta, 113 di riso, 156 di zucchero, 193 di biscotti, 154 di latte, 938 di scatolame, 166 di alimenti per bambini e 98 bottiglie di olio. 

Il ruolo della Caritas tifernate

“Come ufficio pastorale – spiega Zucchini -, per noi è importante essere attenti alle persone nell’ascolto e nell’assistenza, cercando di fare un lavoro di rete per coinvolgere la collettività. È bello che Caritas animi la comunità e sia riconoscibile non solo per le mani tese, ma anche per la sua capacità di mobilitare risorse umane e materiali”. “La Caritas – ha spiegato il vescovo Luciano nel suo intervento – non è un’impresa sociale, ma è l’espressione più profonda della carità cristiana. Prima di tutto è un osservatorio e un centro di ascolto. Infatti, se ci riflettiamo bene, dietro tutti i motivi di povertà che si possono leggere nei dati, di fatto c’è sempre una povertà esistenziale”. Continuando a parlare di comunità e solidarietà ha detto: “I poveri non sono della Caritas, ma sono nostri concittadini, tutti dovremmo sentirci quindi attivi e partecipi del sostegno alla fragilità di tanti”. Le parole del Vescovo invitano tutti a guardare oltre le statistiche, a riconoscere la dignità di ogni persona, sottolineando che la povertà non è solo materiale, ma che spesso si accompagna alla solitudine e alla mancanza di ascolto.

La povertà in Italia

I dati sulla povertà in Italia evidenziano una preoccupante interconnessione tra povertà economica ed educativa: il 7,3% della popolazione ha conseguito solo la licenza media inferiore. Questa situazione genera un circolo vizioso, dove l’istruzione limitata riduce le opportunità lavorative, contribuendo così a perpetuare la povertà. Nonostante una persona su quattro abbia un lavoro stabile, molti chiedono aiuto, disegnando una società nella quale il lavoro non sempre garantisce sicurezza economica. Questa precarietà lavorativa crea incertezza, colpendo in particolare le famiglie con minori. Il peso dell’indigenza grava sempre più sulla popolazione anziana, che registra un aumento della percentuale di povertà, passando dal 12,1 al 13,4 per cento. Il 56,5% delle famiglie in difficoltà hanno dei minori nel proprio nucleo, evidenziando una crescente vulnerabilità tra le generazioni più giovani.

 

XXXIII Giornata Mondiale del Malato

La XXXIII Giornata Mondiale del Malato, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992, è un’occasione speciale per riflettere sulla sofferenza, la cura e il valore della solidarietà verso chi vive momenti di malattia. Celebrata ogni anno l’11 febbraio, in concomitanza con la memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, questa giornata è un richiamo universale alla compassione e alla vicinanza. Il tema scelto per ogni anno offre uno spunto per meditare su aspetti fondamentali dell’assistenza e dell’umanità. Recentemente, Papa Francesco ha sottolineato il valore di una cura che non è solo tecnica, ma anche umana, capace di ascoltare e accompagnare chi soffre. La riflessione per questa giornata si articola su alcuni punti chiave:

1. La centralità del malato: Ogni persona malata non è solo destinataria di cura, ma anche soggetto di dignità e rispetto. Nella malattia, l’essere umano si rivela nella sua fragilità e forza interiore,
mostrando il bisogno di amore, attenzione e comunità.
2. Il ruolo della fede: Per molti credenti, la malattia è un momento di profonda introspezione e un’opportunità per avvicinarsi a Dio. Maria di Lourdes è spesso invocata come conforto e modello
di fiducia nella Provvidenza.
3. La responsabilità della società: La Giornata del Malato richiama anche l’impegno collettivo per un sistema sanitario equo e accessibile, dove ogni individuo possa ricevere cure dignitose,
indipendentemente dalla condizione sociale o economica.
4. Il dono della prossimità: La vicinanza ai malati, siano essi familiari, operatori sanitari o volontari, è una forma di amore concreto. Accudire il malato non è solo un gesto professionale, ma
un atto di profonda umanità.
La riflessione su questa giornata ci invita a guardare alla sofferenza non come un momento di solitudine, ma come un’occasione per crescere nella solidarietà e nella compassione. Come dice il Salmo 41: “Beato chi ha cura del debole; nel giorno della sventura il Signore lo libererà”. Il Vescovo Luciano Paolucci Bedini presiederà la Santa Messa presso la Cappella del locale ospedale
alle ore 9 dell’11 febbraio. Presso la Libreria del Sacro Cuore è a disposizione dei parroci e di chi fosse interessato tutto il materiale divulgativo.

Nuovi ministri per la Chiesa tifernate

Un dono per la comunità

Un dono non soltanto per le comunità di appartenenza ma per tutta la Chiesa tifernate che domenica 26 gennaio, III domenica del tempo ordinario dedicata alla Parola, si è radunata attorno al proprio Vescovo e al presbiterio, per l’istituzione di nuovi ministri laici. Sono infatti 21 i lettori istituiti, assieme a 4 accoliti e 6 ministri straordinari della Comunione. Uomini e donne che, scelti dalle loro comunità attraverso il saggio discernimento dei parroci, hanno partecipato ai vari incontri di formazione proposti dall’Ufficio liturgico di Città di Castello; che hanno accettato, prima di tutto, di mettersi al servizio della Chiesa, come ha ricordato loro il Vescovo Luciano durante l’omelia, scegliendo non un podio dove salire ma lo scalino nel quale scendere per essere il più piccolo come ricorda Gesù a tutti i suoi servi/ministri: «chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore» (Mt 20,26).

Annunciatori, catechisti, educatori alla vita sacramentale

Il Vescovo ha infine ricordato che proprio il servizio è la logica di Dio, il “potere” che ha dato a ciascuno di esercitare, non per sé stessi ma rivolto e “sprecato” sempre per gli altri, il popolo che ci è affidato. I nuovi lettori, come ci ricorda il Motu proprio Ministeria quaedam e il documento CEI i ministeri nella Chiesa, non sono semplici proclamatori della Parola durante le celebrazioni liturgiche, ma veri e propri «annunciatori, catechisti, educatori alla vita sacramentale, e evangelizzatori a chi non conosce o misconosce il Vangelo» (Cfr. i Ministeri della Chiesa), accogliendo, conoscendo, meditando e trasmettendo la Parola di Dio.

Non solo “presenza” ma “vicinanza”

Gli accoliti invece, non sono semplici “presenze” attorno ai ministri ordinati ma curatori ed educatori del servizio liturgico che, mettendoli a contatto con il corpo piagato di Cristo, li rende  strumento del Suo amore e della Chiesa nei confronti dei deboli e gli infermi. Non solo “presenza” ma “vicinanza” a tutte le membra del corpo, soprattutto quelle che soffrono.
È questa “nuova” prospettiva che donerà, non soltanto forze, ma soprattutto vitalità alle comunità dove i nuovi ministri presteranno il loro servizio; sappiano, con l’aiuto e il sostegno dei sacerdoti e diaconi e di tutta la comunità, fare come i servi delle Nozze di Cana (Gv 2,1-11): riempire le giare fino all’orlo, andando al di là dei propri limiti, perché ci sia vino nuovo per tutti i commensali al banchetto preparato dal Padre.

Apertura del campanile e visite guidate alla Basilica Cattedrale

Il prossimo sabato 8 febbraio, dalle ore 10 alle ore 12.30, il campanile cilindrico sarà aperto al pubblico. In concomitanza con gli orari di apertura, sarà attivo il servizio di visite guidate gratuite presso la Basilica Cattedrale.

La storia

Il Campanile cilindrico, ubicato vicino alla Basilica Cattedrale dei SS. Florido e Amanzio e all’antica canonica, rappresenta uno dei simboli architettonici di Città di Castello. Il monumento, costituisce uno dei rari esempi di struttura cilindrica che lo rende particolare, caratteristico ed assolutamente inconfondibile. Sulle origini della sua costruzione non esiste una documentazione specifica. Poche annotazioni indirette ci giungono attraverso le “Memorie ecclesiastiche e civili di Città di Castello” del vescovo tifernate Mons. Giovanni Muzi. Il riferimento più antico risale all’anno 1283 quando il Comune tifernate destina…una “rata” di moneta da devolvere alla “già cominciata costruzione del Campanile della Cattedrale”. Alcune ricerche condotte dallo studioso Mario Salmi lo datano al sec. XI riscontrando nei metodi costruttivi che in “tempo romanico” giungono dall’aretino, tipici dell’arte bizantino-ravennate, un movimento che faceva capo all’architetto Maginardo. Il campanile sorgeva isolato sul sagrato, prima dell’ampliamento rinascimentale della sacrestia della Basilica Cattedrale che finì per celarne l’ingresso originale; ancora testimoniato dall’archetto in cotto e dal sottostante stipite in pietra su cui si appoggia. Gli strati del paramento murario ci indicano le diverse fasi di realizzazione. La parte inferiore romanica è la più antica(sec. XI-XII) ed è realizzata a piccoli conci di pietra, mentre la congiunzione superiore gotica, caratterizzata da un doppio ordine di aperture di pietra arenaria, indica interventi successivi risalenti al 1283-84. La costruzione si completa forse già verso la metà del XIV secolo. Infatti nel 1369 “il Capitolo col permesso del vescovo provvede alla restituzione di 100 fiorini d’oro avuti in prestito da Gerozzo di Piero per ripristinare i tetti della chiesa e del campanile ed i beni della Canonica devastati l’8 luglio 1368”. Ancora un altro documento attesta che il 22 agosto del 1480 in una “Volta del Campanile del Duomo” si conservavano le carte dei privilegi e riforme degli uffici civili.

I numeri del campanile

La struttura, alta 43,50.mt. con un diametro medio di 7 mt. ed uno spessore medio della muratura di 1mt, termina con un coronamento a cono in cui è ubicata la cella campanaria ospitante 3 campane. A piano terra dove in origine era l’ingresso, oggi in parte celato dalla costruzione dell’adiacente Basilica, è ubicata la sacrestia. L’accesso attuale si trova a livello superiore e si raggiunge tramite una scala a chiocciola in pietra ricavata nello spessore delle murature di un fianco della Cattedrale. Proseguendo attraverso un piccolo ballatoio realizzato su arco in mattoni, si raggiunge la sommità tramite sistemi di scale e pianerottoli di sosta ricostruiti in legno di castagno. Nella cuspide è stata reinstallata la sfera di metallo ricoperta di lamine di oro zecchino in sostituzione della precedente deteriorata dal tempo al cui interno è stata collocata una pergamena a ricordo dei lavori di ristrutturazione e consolidamento effettuati.