Archivi della categoria: news

Giubileo e indulgenza, una conferenza e una mostra ne raccontano il significato e la storia per la Chiesa

CITTÀ DI CASTELLO (24 maggio 2025) – Venerdì 23 maggio si è tenuta presso il Museo diocesano di Città di Castello la conferenza “Indulgenza: storia e significato”, promossa nell’ambito delle iniziative culturali e religiose in preparazione al Giubileo del 2025. L’evento ha rappresentato un’importante occasione per approfondire, alla luce della storia e della teologia, uno dei temi più caratteristici dell’Anno Santo: l’indulgenza plenaria.

A guidare la riflessione sono stati due esperti relatori: don Andrea Czortek, vicario generale della diocesi, e don Alberto Gildoni, incaricato diocesano per il Giubileo 2025. Al termine dell’incontro è stata inaugurata la mostra documentaria “Beatorum apostolorum limina visitare”, allestita presso il Museo e il Seminario diocesano.

 

 

Il significato dell’indulgenza: la relazione di don Andrea Czortek

Nella sua ricca relazione, don Andrea Czortek ha ripercorso le origini storiche e il significato ecclesiale dell’indulgenza, definendola come “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele acquista per intervento della Chiesa”. Questo dono spirituale, ha spiegato il relatore, è espressione della misericordia di Dio e della comunione dei santi, un’opportunità di purificazione e conversione anche in favore dei defunti.

Don Czortek ha illustrato l’evoluzione dell’indulgenza, dalle prime concessioni nel medioevo alle indulgenze plenarie legate ai pellegrinaggi e alle crociate, fino alla loro piena regolamentazione da parte del Concilio di Trento. Ampio spazio è stato dato alla storia dei Giubilei, a partire da quello del 1300 indetto da papa Bonifacio VIII, fino all’Anno Santo 2025, che sarà il primo della storia ad essere aperto da un papa e chiuso da un altro.

Tra i tanti riferimenti storici, il vicario generale della Chiesa tifernate ha ricordato anche i testamenti di pellegrini altotiberini del 1350, conservati nell’Archivio capitolare, testimoni dell’intensa partecipazione popolare al secondo Giubileo della Chiesa.

Pellegrini di speranza: la riflessione di don Alberto Gildoni

Don Alberto Gildoni ha approfondito il senso teologico e pastorale del Giubileo in corso, proclamato da papa Francesco con la bolla “Spes non confundit”. Al centro della sua riflessione, la speranza come motore del cammino cristiano, “una speranza viva” che nasce dalla risurrezione di Cristo e che trova compimento anche attraverso il dono dell’indulgenza giubilare.

Secondo don Gildoni, l’indulgenza rappresenta una “remissione della pena temporale” che segue al perdono sacramentale, e che va compresa come aiuto concreto alla conversione e alla riparazione del male compiuto. Con un’efficace immagine, il relatore ha spiegato: “Il peccato è come un chiodo nel cuore: la confessione lo toglie, l’indulgenza chiude il foro”.

Ha ricordato, inoltre, che il Giubileo del 2025 offre molteplici vie per ottenere l’indulgenza, anche per chi non potrà recarsi a Roma: dai pellegrinaggi locali, alle opere di misericordia, fino all’unione spirituale ai riti tramite i media. L’indulgenza, ha sottolineato, non è solo un atto individuale, ma una chiamata a divenire costruttori di speranza, promuovendo riconciliazione, giustizia e pace.

Un viaggio nella memoria spirituale: la mostra “Beatorum apostolorum limina visitare”

A conclusione della conferenza, i presenti si sono soffermati nella sala documentaria del Museo diocesano per l’inaugurazione della mostra “Beatorum apostolorum limina visitare. Memorie di Giubileo nell’Archivio e nella Biblioteca della diocesi di Città di Castello”. L’esposizione, che resterà aperta per qualche mese, offre uno straordinario percorso tra documenti, testamenti e testimonianze dei Giubilei dal XIV al XX secolo.

Tra i pezzi più apprezzati, un registro notarile del 1350 contenente testamenti di pellegrini umbri in partenza per Roma: la più antica documentazione cittadina relativa a un Anno Santo. Particolare attenzione ha suscitato anche la lettera dell’allora sindaco di Firenze Giorgio La Pira, invitato nel 1975 a tenere un incontro pubblico in occasione del Giubileo.

La mostra si articola in due sedi: il Museo diocesano (visitabile dal martedì alla domenica, ore 10-13 e 15-18) e il Seminario diocesano (dal 3 giugno, aperto dal lunedì al venerdì, ore 8.30-12.30, con apertura pomeridiana il mercoledì fino alle 19).

Cultura e spiritualità per vivere il Giubileo

Conferenza e mostra fanno parte del progetto integrato Mab (Museo, Archivio, Biblioteca), finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica e volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e spirituale della diocesi. Dei progetti finanziati con i fondi 8xmille, dell’importanza della firma per la Chiesa cattolica nelle dichiarazioni dei redditi e del sostegno ai sacerdoti ha parlato – all’inizio della conferenza – don Giuseppe Floridi, delegato diocesano per il Sovvenire.

 

Città di Castello celebra il beato Carlo Liviero, vescovo e fondatore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore

Nell’Anno giubilare della Speranza, la Chiesa di Città di Castello si prepara a vivere un momento di spiritualità e memoria con la festa liturgica annuale del beato Carlo Liviero, vescovo e fondatore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. L’appuntamento, in programma per venerdì 30 maggio 2025, coinvolgerà – come sempre – la comunità ecclesiale tifernate.

Il triduo di preparazione

La celebrazione sarà preceduta da un triduo di preparazione, nei giorni 27, 28 e 29 maggio, con inizio alle ore 18.30 nella Cattedrale. Un’occasione per approfondire la figura e il carisma del Beato, la cui testimonianza continua a parlare al cuore dei fedeli.

La celebrazione solenne in Cattedrale

Nella mattinata del 30 maggio, alle ore 10, sempre in Cattedrale, sarà celebrata la santa messa presieduta dal vescovo diocesano Luciano Paolucci Bedini. La liturgia sarà animata dagli alunni della Scuola Sacro Cuore, segno tangibile della vitalità dell’opera educativa voluta dallo stesso Liviero. Al termine della celebrazione, è prevista una visita all’urna del Beato, per un momento personale di preghiera e venerazione.

Da Vicenza alla Chiesa tifernate

La memoria liturgica del beato Carlo Liviero, fissata alla data del 30 maggio, coincide con il giorno del suo battesimo, avvenuto nel 1866. Nato a Vicenza il 29 maggio di quello stesso anno, Carlo Liviero visse un’esistenza segnata dalla carità operosa e dalla dedizione totale al ministero sacerdotale ed episcopale. Ordinato presbitero nel 1888 a Padova, esercitò il suo ministero in parrocchie del vicentino, distinguendosi per un’intensa azione pastorale e sociale.

Nel 1910, papa san Pio X lo chiamò alla guida della Diocesi di Città di Castello. Il suo episcopato fu caratterizzato da un ardente zelo apostolico e da una sorprendente capacità organizzativa, che si tradusse in una molteplicità di iniziative pastorali, sociali e culturali. Tra queste si ricordano la fondazione del settimanale “Voce di popolo”, la creazione della Scuola tipografica per orfani, la Libreria e l’Ospizio Sacro Cuore, il pensionato per giovani lavoratrici, la colonia marina a Pesaro e numerose attività educative e caritative, tutte animate da un’autentica passione evangelica.

La fondazione delle Ancelle e la beatificazione

Particolarmente significativa fu, nel 1915, la nascita della congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, che ancora oggi ne custodiscono l’eredità spirituale e apostolica. Il processo di beatificazione si svolse tra il 1977 e il 1982. L’eroicità delle virtù fu riconosciuta nel 2000 e, a seguito del riconoscimento di un miracolo, Carlo Liviero fu proclamato Beato il 27 maggio 2007 proprio a Città di Castello. L’intera comunità diocesana è invitata a partecipare all’ormai prossima solenne celebrazione di quest’anno, per rendere grazie al Signore per il dono di un pastore così ricco di zelo e carità, e per rinnovare l’impegno a camminare nella speranza e nella fede, seguendo l’esempio del beato Carlo Liviero.

 

Indulgenza, tra storia e significato: una conferenza per riscoprirne il valore spirituale

Un’occasione per riflettere sul senso dell’indulgenza nel contesto dell’Anno Santo e per approfondirne le radici storiche e il significato ecclesiale. È questo il cuore della conferenza dal titolo “Indulgenza: storia e significato”, che si terrà venerdì 23 maggio alle 17.30 al Museo diocesano di piazza Gabriotti a Città di Castello.

L’incontro: origini e ruolo tra i credenti

L’incontro rappresenta un’opportunità per approfondire un tema centrale del Giubileo, spesso circondato da curiosità e interpretazioni diverse. I relatori, don Andrea Czortek, vicario generale, e don Alberto Gildoni, incaricato diocesano per il Giubileo, accompagneranno il pubblico in un percorso che ripercorre le origini storiche dell’indulgenza e il suo ruolo nella vita dei credenti. La conferenza offrirà spunti di riflessione sulla dimensione di misericordia e redenzione che questo strumento ecclesiale rappresenta, in collegamento con le celebrazioni giubilari e le pratiche di fede.

La mostra delle memorie giubilari

Al termine della conferenza sarà inaugurata la mostra “Beatorum apostolorum limina visitare. Memorie di Giubileo nell’Archivio e nella Biblioteca della diocesi di Città di Castello”. Il percorso espositivo offre l’occasione di immergersi nella storia spirituale e culturale della diocesi, esplorando testimonianze e documenti legati ai pellegrinaggi e ai Giubilei celebrati nel corso dei secoli.

I fondi 8xmille per i beni culturali

Le due iniziative rientrano nel calendario delle attività culturali e religiose promosse dalla diocesi di Città di Castello per celebrare e far conoscere il Giubileo. La conferenza e la mostra fanno parte del progetto integrato Mab, dedicato ad Archivio, Biblioteca e Museo diocesano, finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica e finalizzato alla valorizzazione, alla conoscenza e alla fruizione del patrimonio storico, culturale e devozionale.

Il pellegrinaggio nella storia. Motivazioni, itinerari e ospitalità

In occasione della celebrazione dell’anno santo 2025, che ha portato e continuerà a portare a Roma numerosi pellegrini, la Diocesi tifernate e l’associazione “Chiese storiche” in collaborazione con l’associazione “Le Rose di Gerico” organizzano un incontro di approfondimento sul tema “Il pellegrinaggio nella storia. Motivazioni, itinerari e ospitalità”. Appuntamento per domenica 18 maggio alle ore 17, nella sala Santo Stefano del Palazzo vescovile. L’iniziativa, realizzata con il contributo 8xmille alla Chiesa cattolica, è un viaggio indietro nel tempo che segue a ritroso i passi di milioni di persone che, camminando, hanno fatto l’Europa. Una pratica che precede di molti secoli l’istituzione del primo Giubileo nel 1300. Durante l’incontro verranno analizzate le motivazioni religiose che spingevano i pellegrini ad avventurarsi in pericolosi viaggi, dai quali molto spesso non c’era ritorno. L’incontro sarà guidato dalla dott.ssa Daniela Dradi, laureata in Archeologia classica e Archeologia cristiana all’Università di Roma Tor Vergata.La relatrice, ha frequentato il Pontificio Istituto di Archeologia cristiana a Roma, dove ha avuto modo di approfondire lo studio delle dinamiche all’origine dell’arte e dell’architettura paleocristiana.

Il vescovo Paolucci Bedini: “Un Papa missionario che ha ben chiaro il compito della Chiesa” | VIDEO

Abbiamo appena conosciuto il nuovo Papa, Leone XIV, e si è affacciato alla loggia della Basilica Vaticana per benedire il popolo. Un nome che forse non molti s’aspettavano, un religioso che prende in mano la barca di Pietro in questo tempo così importante e che già nel suo saluto ci ha dato tante parole anche di continuità con Papa Francesco indicando quelli che sono i temi della comunione, del camminare insieme, della pace, soprattutto dell’attenzione a tutti i popoli. Ringraziamo il Signore per questo dono e continuiamo a camminare là dove il Vangelo continua a dirci che siamo chiamati ad annunciare la sua novità. Questo Papa è stato missionario e ha ben chiaro il compito che la Chiesa ha di arrivare davvero fino ai confini del mondo”.

Così il vescovo di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, appena appresa la notizia dell’elezione del nuovo Pontefice.

Uniti nella preghiera 

Ancora avvolti nella luce della Pasqua abbiamo ricevuto la triste notizia della scomparsa del nostro santo padre Francesco. La preghiera che ci ha uniti in suffragio della sua vita ha raccolto tutta la nostra gratitudine per il dono del suo servizio pastorale alla Chiesa universale e l’auspicio per l’incontro con il Signore della Pace nella Gioia eterna del Paradiso.

Uniti nella preghiera

Il Vescovo di Roma presiede la Chiesa universale nella carità ed è il custode dell’unità del corpo ecclesiale. Questo grande ministero, che Gesù ha affidato all’apostolo Pietro, continua nei suoi successori, e per questo ogni Pontefice è caro e indispensabile al cammino di tutta la comunità credente. In ciascuno di essi Cristo si prende cura del suo corpo che è la Chiesa, la nutre, la governa e la conduce dentro la storia perché non venga meno la sua missione di popolo del Vangelo chiamato a testimoniare l’amore di Dio ad ogni uomo. Ecco allora che i nostri fratelli cardinali, riuniti in conclave a nome di tutti, eleggono un nuovo pastore a cui il Signore affiderà la sua famiglia. Fin da subito offriamo la nostra preghiera per il loro discernimento e per colui che lo Spirito indicherà.

Appartenere ad un’unica storia

Il bene più prezioso della Comunione è affidato alle mani povere di creature che solo per la forza della fede possono custodirlo e rimanergli fedele. Questo passaggio storico, che però appartiene al cammino ordinario della Chiesa, ci aiuti a riscoprire la bellezza dell’essere un unico corpo, pur nella varietà delle comunità locali, e di appartenere ad un’unica storia che ci unisce, prima delle vicende particolari che ci caratterizzano. Siamo Chiesa, qui e in tutto il mondo, per il solo fatto di essere stati immersi nella Pasqua di morte e risurrezione di Gesù, e per la fede con la quale lo seguiamo e lo testimoniamo nel mondo. In questo mese mariano affidiamo nella preghiera questo tratto del cammino ecclesiale a Maria nostra Madre e Madre della Chiesa.

Immagini limpide di fede

Ci uniamo alla sua preghiera con gli apostoli nel cenacolo agli albori della Chiesa in attesa dell’opera dello Spirito Santo perché la sua testimonianza di fede e il suo sguardo materno accompagni questa nuova stagione missionaria.Ci sostengano i Santi Patroni, in particolare il Vescovo Sant’Ubaldo, Patrono della Chiesa eugubina, che in questo mese lo celebra solennemente e lo omaggia dei colori e della devozione corale che la Festa dei Ceri esprime. Immagini limpide di fede e di fedeltà alla Chiesa, esempi intramontabili per tutti noi.

 

 

 

 

La festa dei cinquant’anni della Scuola Diocesana di Formazione Teologica

Per la festa dei cinquant’anni della Scuola, faccio appello a tutti i presbiteri e diaconi, perché nelle parrocchie invitino le singole persone. La festa dei 50 anni della Scuola Diocesana di Formazione Teologica «Cesare Pagani – 1975». sarà a Città di Castello, nella sala della cera e giardino annesso delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, venerdì 6 giugno, dalle 17,30 in poi (fin circa le ore19).

Il programma della Festa

Inizieremo con la preghiera del Vespro; seguiranno le testimonianze dei quattro direttori che fin qui si sono succeduti: don Giovanni Cappelli, don Antonio Ferrini (ricorderemo don Giovanni Andreani + 27 dicembre 1995), il Vescovo Nazzareno Marconi, don Romano Piccinelli (5 minuti per ciascuno); ci sarà spazio per eventuali ricordi, commenti e valutazioni; interverrà il Vescovo Luciano che, in tema di formazione, attingendo al passato e riflettendo sul presente, proporrà alcuni accorgimenti per il futuro; concluderemo con un aperitivo beneagurante per la Scuola e per tutti e con la distribuzione di un opuscolo che racconta alcuni tra i fatti più significativi di questi cinquant’anni di storia locale, nel contesto della vita della Chiesa e del mondo.

Un invito rivolto a tutti

Desideriamo che la festa riesca nel migliore dei modi, invitando e facendo in modo che ci siano tutti coloro che, ancora viventi, hanno partecipato, negli anni, ai nostri incontri. Questo non lo possiamo fare senza di voi. Anche se avessimo un archivio zeppo di dati – e non l’abbiamo! – esso non potrebbe sostituire la conoscenza capillare delle singole «persone» che ciascuno di voi porta nella testa e nel cuore. Ci affidiamo, dunque, ai vostri ricordi, al vostro spirito di osservazione, ai vostri inviti, in una parola, alla vostra collaborazione, perché l’iniziativa riesca, a lode di Dio, nel migliore dei modi.

Per la SDFT,
il Coordinatore
Don Romano Piccinelli

Messaggio del Santo Padre per la 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

In questa LXII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, desidero rivolgervi un invito gioioso e incoraggiante ad essere pellegrini di speranza donando la vita con generosità.
La vocazione è un dono prezioso che Dio semina nei cuori, una chiamata a uscire da sé stessi per intraprendere un cammino di amore e di servizio. Ed ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli.
In questo nostro tempo, molti giovani si sentono smarriti di fronte al futuro. Sperimentano spesso incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una crisi d’identità che è crisi di senso e di valori e che la confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare. Le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l’indifferenza di un benessere egoista, la violenza della guerra minacciano i progetti di vita buona che coltivano nell’animo. Eppure il Signore, che conosce il cuore dell’uomo, non abbandona nell’insicurezza, anzi, vuole suscitare in ognuno la consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come pellegrino di speranza.

Discernere e accompagnare il cammino

Per questo, noi membri adulti della Chiesa, specialmente i pastori, siamo sollecitati ad accogliere, discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove generazioni. E voi giovani siete chiamati ad esserne protagonisti, o meglio co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore.
Accogliere il proprio cammino vocazionale Carissimi giovani, «la vostra vita non è un “nel frattempo”. Voi siete l’adesso di Dio» (Esort. ap.postsin. Christus vivit, 178). È necessario prendere coscienza che il dono della vita chiede una risposta generosa e fedele. Guardate ai giovani santi e beati che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore: a Santa Rosa di Lima, San Domenico Savio, Santa Teresa di Gesù Bambino, San Gabriele dell’Addolorata, ai Beati – tra poco Santi – Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati e a tanti altri. Ciascuno di loro ha vissuto la vocazione come cammino verso la felicità piena, nella relazione con Gesù vivo. Quando ascoltiamo la sua parola, ci arde il cuore nel petto (cfr Lc 24,32) e sentiamo il desiderio di
consacrare a Dio la nostra vita! Allora vogliamo scoprire in che modo, in quale forma di vita ricambiare l’amore che Lui per primo ci dona. Ogni vocazione, percepita nella profondità del cuore, fa germogliare la risposta come spinta interiore all’amore e al servizio, come sorgente di speranza e di carità e non come ricerca di autoaffermazione. Vocazione e speranza, dunque, si intrecciano nel progetto divino per la gioia di ogni uomo e di ogni donna, tutti chiamati in prima persona ad offrire la vita per gli altri (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 268). Sono molti i giovani che cercano di conoscere la strada che Dio li chiama a percorrere: alcuni riconoscono – spesso con stupore – la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata; altri scoprono la bellezza della chiamata al matrimonio e alla vita familiare, come pure all’impegno per il bene comune e alla testimonianza della fede tra i colleghi e gli amici. Ogni vocazione è animata dalla speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza. Infatti, per il cristiano, sperare è ben più di un semplice ottimismo umano: è piuttosto una certezza radicata nella fede in Dio, che opera nella storia di ogni persona. E così la vocazione matura attraverso l’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo, nella preghiera, nel discernimento, nel servizio.

“Leggere” la chiamata di Dio

Cari giovani, la speranza in Dio non delude, perché Egli guida ogni passo di chi si affida a Lui. Il mondo ha bisogno di giovani che siano pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita a Cristo, pieni di gioia per il fatto stesso di essere suoi discepoli-missionari. Discernere il proprio cammino vocazionale La scoperta della propria vocazione avviene attraverso un cammino di discernimento. Questo percorso non è mai solitario, ma si sviluppa all’interno della comunità cristiana e insieme ad essa. Cari giovani, il mondo vi spinge a fare scelte affrettate, a riempire le giornate di rumore, impedendovi di sperimentare un silenzio aperto a Dio, che parla al cuore. Abbiate il coraggio di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi. Il silenzio della preghiera è indispensabile per “leggere” la chiamata di Dio nella propria storia e per dare una risposta libera e consapevole. Il raccoglimento permette di comprendere che tutti possiamo essere pellegrini di speranza se facciamo
della nostra vita un dono, specialmente al servizio di coloro che abitano le periferie materiali ed esistenziali del mondo. Chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati. Ogni vocazione apre alla missione di essere presenza di Cristo là dove più c’è bisogno di luce e consolazione. In particolare, i fedeli laici sono chiamati ad essere “sale, luce e lievito” del Regno di Dio attraverso l’impegno sociale e professionale. Accompagnare il cammino vocazionale In tale orizzonte, gli operatori pastorali e vocazionali, soprattutto gli accompagnatori spirituali, non abbiano paura di accompagnare i giovani con la speranzosa e paziente fiducia della pedagogia divina. Si tratta di essere per loro persone capaci di ascolto e di accoglienza rispettosa; persone di cui possano fidarsi, guide sagge, pronte ad aiutarli e attente a riconoscere i segni di Dio nel loro cammino.

La Chiesa ha bisogno di pastori

Esorto pertanto a promuovere la cura della vocazione cristiana nei diversi ambiti della vita e dell’attività umana, favorendo l’apertura spirituale di ciascuno alla voce di Dio. A questo scopo è importante che gli itinerari educativi e pastorali prevedano spazi adeguati di accompagnamento delle vocazioni. La Chiesa ha bisogno di pastori, religiosi, missionari, coniugi che sappiano dire “sì” al Signore con fiducia e speranza. La vocazione non è mai un tesoro che resta chiuso nel cuore, ma cresce e si rafforza nella comunità che crede, ama e spera. E poiché nessuno può rispondere da solo alla chiamata di Dio, tutti abbiamo necessità della preghiera e del sostegno dei fratelli e delle sorelle. Carissimi, la Chiesa è viva e feconda quando genera nuove vocazioni. E il mondo cerca, spesso inconsapevolmente, testimoni di speranza, che annuncino con la loro vita che seguire Cristo è fonte di gioia. Non stanchiamoci dunque di chiedere al Signore nuovi operai per la sua messe, certi che Lui continua a chiamare con amore. Cari giovani, affido la vostra sequela del Signore all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e delle vocazioni. Camminate sempre come pellegrini di speranza sulla via del Vangelo! Vi accompagno con la mia benedizione, e vi chiedo per favore di pregare per me.
Roma, Policlinico Gemelli, 19 marzo 2025
FRANCESCO

8Xmille alla Chiesa Cattolica: “Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farlo per migliaia di persone”

Nelle 26.000 parrocchie del Paese i fedeli saranno invitati a ricordare che da ormai più di trent’anni la sopravvivenza economica della Chiesa è affidata a  oro, in particolar modo attraverso la firma per la destinazione dell’8xmille del gettito Irpef. Se il contribuente sceglie in favore della Chiesa Cattolica, la quota a questa spettante viene versata dallo Stato alla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), la quale è tenuta a ripartirla e ad assegnarla per tre finalità:
– ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE DELLA
POPOLAZIONE ITALIANA
– INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEL
TERZO MONDO
– SOSTENTAMENTO DEI SACERDOTI
Chi firma per la Chiesa cattolica, permette ogni giorno di offrire solidarietà, sostegno e un futuro a migliaia di persone e famiglie in condizioni di povertà, solitudine, malattia, disagio sociale, in tutta Italia e nei Paesi più poveri del mondo. Chi firma per la Chiesa cattolica sa che la porta è sempre aperta. Non facciamo alcuna distinzione di etnia, credo religioso, condizione sociale. Siamo la testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio verso tutti i suoi figli. Chi firma per la Chiesa cattolica che c’è un punto di riferimento per chi è in difficoltà. Alla concretezza delle azioni si aggiunge la presenza viva e il calore di gesti che danno conforto, speranza e coraggio per affrontare le sfide della vita.
Chi firma per la Chiesa Cattolica sa che c’è una comunità. L’energia di chi firma e di tutti gli operatori, volontari, sacerdoti e suore che ogni giorno si dedicano con entusiasmo e responsabilità
all’assistenza dei bisognosi.

Come destinare l’8xmille: guida alla firma 2025

Una firma che al contribuente non costa nulla e alla quale hanno diritto tutti coloro che concorrono al gettito Irpef: chi presenta il 730, chi presenta il Modello Redditi, ma anche chi dispone solamente del Modello CU, perché possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione. Anche questi ultimi però possono esprimere la propria preferenza per la destinazione dell’8xmille. Le modalità rimangono le stesse: vai nel riquadro denominato “Scelta per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef” e firma nella casella “Chiesa Cattolica”. Fai attenzione a rimanere esattamente dentro l’apposito spazio per non invalidare la tua scelta.

COME FIRMARE – DESTINAZIONE 8XMILLE

Modello 730.
Per chi, oltre ai redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, possiede altri redditi da dichiarare e/o oneri detraibili/ deducibili e non ha la partita IVA.
Modello Redditi. Per chi non sceglie il modello 730, oppure per chi è tenuto per legge a compilare questo modello. Modello CU. Per chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi.Può scaricarla dal sito: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/8673492/Scheda+CU_8-5-
2xmille.pdf/4c66af78-8690-bb16-d2ab-45dcccfe0ca1?t=1738781127764. La può trovare anche in parrocchia e consegnarla direttamente al parroco o ad un suo collaboratore.

E IL CINQUE PER MILLE?

In tutti e tre i modelli si trova anche lo spazio per destinare il cinque per mille e due per mille. È una possibilità in più che non esclude o modifica la firma dell’8xmille. L’invito è a firmare
l’8xmille come sempre e, per chi vuole, aggiungere anche la scelta del cinque per mille. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito: https://sovvenire.chiesacattolica.it/ –
https://sovvenire.chiesacattolica.it/la-tua-firma/ -https://www.8xmille.it/ . L’ufficio Diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica
Don Giuseppe Floridi – giubeppe@libero.it – 347.3521236

Giubileo 2025: passa in Umbria il pellegrinaggio delle associazioni impegnate sui cammini francescani. Le iniziative in programma tra Città di Castello, Pietralunga e Gubbio

Prosegue con entusiasmo il pellegrinaggio a staffetta lungo la Via di Francesco, un’iniziativa promossa in occasione del Giubileo del 2025 da una rete di realtà associative impegnate nella valorizzazione dei cammini francescani. Il pellegrinaggio, partito da Rimini e Firenze il 22 aprile, si propone di unire simbolicamente territori, comunità e spiritualità in un lungo cammino che terminerà a Roma il primo giugno, con l’arrivo dei pellegrini alla Porta Santa di San Pietro.

Il percorso ha già toccato tappe di forte valore spirituale e simbolico, come il Santuario de La Verna – raggiunto lo scorso 26 aprile – e prevede l’arrivo ad Assisi domenica 4 maggio, dinanzi alla tomba di san Francesco. Da lì, il cammino proseguirà attraverso la Valle Santa reatina, fino a Rieti, per poi concludersi nella Capitale.

Elemento fortemente identitario di questo pellegrinaggio è il bordone del pellegrino, accompagnato dal Tau francescano, che viene trasmesso di tappa in tappa come segno di continuità, comunione e testimonianza tra tutti i partecipanti, pellegrini e comunità ospitanti.

Le tappe in Alta Umbria

Particolarmente significativa sarà la tappa in Alta Umbria, nei territori di Città di Castello e Gubbio, che si svolgerà nelle giornate del primo e 2 maggio, sotto il coordinamento dell’associazione Le Rose di Gerico, che fa parte della nuova Rete associativa Via di Francesco in Umbria.

Il cammino inizierà nella mattinata di giovedì primo maggio con il ritrovo alle ore 8.30 nella piazza del Duomo a Città di Castello, dove i pellegrini saranno accolti dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Dopo la benedizione del pellegrino, il gruppo partirà a piedi in direzione Pietralunga, con alcune soste lungo il percorso: la prima prevista verso le ore 10 al Bar Sasso, poi una pausa pranzo a Candeggio alle 13 e un’ulteriore tappa pomeridiana a Pieve de’ Saddi intorno alle 15. L’arrivo a Pietralunga è previsto intorno alle 18.30, dove i partecipanti saranno accolti dal parroco don Francesco Cosa. Il rientro a Città di Castello avverrà con mezzi propri.

Il giorno successivo, venerdì 2 maggio, il pellegrinaggio proseguirà in bicicletta grazie alla collaborazione con il gruppo Go.Cycling. La partenza da Pietralunga è fissata per le ore 14. Dopo una sosta a Loreto intorno alle 16.30, si giungerà a Gubbio, presso la chiesa della Vittorina, verso le ore 18. Alle 18:30 si terranno i Vespri, e al termine sarà possibile partecipare a un momento conviviale con una apericena di fine tappa, per la quale è richiesta la prenotazione via WhatsApp al numero 3661118386 (PiccolAccoglienza di Gubbio). Anche in questo caso il rientro a Città di Castello sarà autonomo.

La partecipazione al pellegrinaggio è libera e aperta a tutti. Chi desidera unirsi, anche solo per un tratto del percorso, a piedi o in bici, è invitato semplicemente a segnalare la propria presenza per permettere una migliore organizzazione. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare il numero 3711886742, anche via WhatsApp.

Chi promuove l’iniziativa

A promuovere il pellegrinaggio a staffetta sulla Via di Francesco sono quattro associazioni attive nei diversi territori attraversati dal cammino: I Cammini di Francesco in Emilia-Romagna, I Cammini di Francesco in Casentino, la Rete associativa Via di Francesco in Umbria e la Rete associativa della Via di Francesco nel Lazio. Queste realtà da anni collaborano per valorizzare i percorsi spirituali e naturalistici legati alla figura di san Francesco, promuovendo una cultura del cammino come occasione di incontro, fede e fraternità.