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Uniti nella preghiera 

Ancora avvolti nella luce della Pasqua abbiamo ricevuto la triste notizia della scomparsa del nostro santo padre Francesco. La preghiera che ci ha uniti in suffragio della sua vita ha raccolto tutta la nostra gratitudine per il dono del suo servizio pastorale alla Chiesa universale e l’auspicio per l’incontro con il Signore della Pace nella Gioia eterna del Paradiso.

Uniti nella preghiera

Il Vescovo di Roma presiede la Chiesa universale nella carità ed è il custode dell’unità del corpo ecclesiale. Questo grande ministero, che Gesù ha affidato all’apostolo Pietro, continua nei suoi successori, e per questo ogni Pontefice è caro e indispensabile al cammino di tutta la comunità credente. In ciascuno di essi Cristo si prende cura del suo corpo che è la Chiesa, la nutre, la governa e la conduce dentro la storia perché non venga meno la sua missione di popolo del Vangelo chiamato a testimoniare l’amore di Dio ad ogni uomo. Ecco allora che i nostri fratelli cardinali, riuniti in conclave a nome di tutti, eleggono un nuovo pastore a cui il Signore affiderà la sua famiglia. Fin da subito offriamo la nostra preghiera per il loro discernimento e per colui che lo Spirito indicherà.

Appartenere ad un’unica storia

Il bene più prezioso della Comunione è affidato alle mani povere di creature che solo per la forza della fede possono custodirlo e rimanergli fedele. Questo passaggio storico, che però appartiene al cammino ordinario della Chiesa, ci aiuti a riscoprire la bellezza dell’essere un unico corpo, pur nella varietà delle comunità locali, e di appartenere ad un’unica storia che ci unisce, prima delle vicende particolari che ci caratterizzano. Siamo Chiesa, qui e in tutto il mondo, per il solo fatto di essere stati immersi nella Pasqua di morte e risurrezione di Gesù, e per la fede con la quale lo seguiamo e lo testimoniamo nel mondo. In questo mese mariano affidiamo nella preghiera questo tratto del cammino ecclesiale a Maria nostra Madre e Madre della Chiesa.

Immagini limpide di fede

Ci uniamo alla sua preghiera con gli apostoli nel cenacolo agli albori della Chiesa in attesa dell’opera dello Spirito Santo perché la sua testimonianza di fede e il suo sguardo materno accompagni questa nuova stagione missionaria.Ci sostengano i Santi Patroni, in particolare il Vescovo Sant’Ubaldo, Patrono della Chiesa eugubina, che in questo mese lo celebra solennemente e lo omaggia dei colori e della devozione corale che la Festa dei Ceri esprime. Immagini limpide di fede e di fedeltà alla Chiesa, esempi intramontabili per tutti noi.

 

 

 

 

La festa dei cinquant’anni della Scuola Diocesana di Formazione Teologica

Per la festa dei cinquant’anni della Scuola, faccio appello a tutti i presbiteri e diaconi, perché nelle parrocchie invitino le singole persone. La festa dei 50 anni della Scuola Diocesana di Formazione Teologica «Cesare Pagani – 1975». sarà a Città di Castello, nella sala della cera e giardino annesso delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, venerdì 6 giugno, dalle 17,30 in poi (fin circa le ore19).

Il programma della Festa

Inizieremo con la preghiera del Vespro; seguiranno le testimonianze dei quattro direttori che fin qui si sono succeduti: don Giovanni Cappelli, don Antonio Ferrini (ricorderemo don Giovanni Andreani + 27 dicembre 1995), il Vescovo Nazzareno Marconi, don Romano Piccinelli (5 minuti per ciascuno); ci sarà spazio per eventuali ricordi, commenti e valutazioni; interverrà il Vescovo Luciano che, in tema di formazione, attingendo al passato e riflettendo sul presente, proporrà alcuni accorgimenti per il futuro; concluderemo con un aperitivo beneagurante per la Scuola e per tutti e con la distribuzione di un opuscolo che racconta alcuni tra i fatti più significativi di questi cinquant’anni di storia locale, nel contesto della vita della Chiesa e del mondo.

Un invito rivolto a tutti

Desideriamo che la festa riesca nel migliore dei modi, invitando e facendo in modo che ci siano tutti coloro che, ancora viventi, hanno partecipato, negli anni, ai nostri incontri. Questo non lo possiamo fare senza di voi. Anche se avessimo un archivio zeppo di dati – e non l’abbiamo! – esso non potrebbe sostituire la conoscenza capillare delle singole «persone» che ciascuno di voi porta nella testa e nel cuore. Ci affidiamo, dunque, ai vostri ricordi, al vostro spirito di osservazione, ai vostri inviti, in una parola, alla vostra collaborazione, perché l’iniziativa riesca, a lode di Dio, nel migliore dei modi.

Per la SDFT,
il Coordinatore
Don Romano Piccinelli

Messaggio del Santo Padre per la 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

In questa LXII Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, desidero rivolgervi un invito gioioso e incoraggiante ad essere pellegrini di speranza donando la vita con generosità.
La vocazione è un dono prezioso che Dio semina nei cuori, una chiamata a uscire da sé stessi per intraprendere un cammino di amore e di servizio. Ed ogni vocazione nella Chiesa – sia essa laicale o al ministero ordinato o alla vita consacrata – è segno della speranza che Dio nutre per il mondo e per ciascuno dei suoi figli.
In questo nostro tempo, molti giovani si sentono smarriti di fronte al futuro. Sperimentano spesso incertezza sulle prospettive lavorative e, più a fondo, una crisi d’identità che è crisi di senso e di valori e che la confusione digitale rende ancora più difficile da attraversare. Le ingiustizie verso i deboli e i poveri, l’indifferenza di un benessere egoista, la violenza della guerra minacciano i progetti di vita buona che coltivano nell’animo. Eppure il Signore, che conosce il cuore dell’uomo, non abbandona nell’insicurezza, anzi, vuole suscitare in ognuno la consapevolezza di essere amato, chiamato e inviato come pellegrino di speranza.

Discernere e accompagnare il cammino

Per questo, noi membri adulti della Chiesa, specialmente i pastori, siamo sollecitati ad accogliere, discernere e accompagnare il cammino vocazionale delle nuove generazioni. E voi giovani siete chiamati ad esserne protagonisti, o meglio co-protagonisti con lo Spirito Santo, che suscita in voi il desiderio di fare della vita un dono d’amore.
Accogliere il proprio cammino vocazionale Carissimi giovani, «la vostra vita non è un “nel frattempo”. Voi siete l’adesso di Dio» (Esort. ap.postsin. Christus vivit, 178). È necessario prendere coscienza che il dono della vita chiede una risposta generosa e fedele. Guardate ai giovani santi e beati che hanno risposto con gioia alla chiamata del Signore: a Santa Rosa di Lima, San Domenico Savio, Santa Teresa di Gesù Bambino, San Gabriele dell’Addolorata, ai Beati – tra poco Santi – Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati e a tanti altri. Ciascuno di loro ha vissuto la vocazione come cammino verso la felicità piena, nella relazione con Gesù vivo. Quando ascoltiamo la sua parola, ci arde il cuore nel petto (cfr Lc 24,32) e sentiamo il desiderio di
consacrare a Dio la nostra vita! Allora vogliamo scoprire in che modo, in quale forma di vita ricambiare l’amore che Lui per primo ci dona. Ogni vocazione, percepita nella profondità del cuore, fa germogliare la risposta come spinta interiore all’amore e al servizio, come sorgente di speranza e di carità e non come ricerca di autoaffermazione. Vocazione e speranza, dunque, si intrecciano nel progetto divino per la gioia di ogni uomo e di ogni donna, tutti chiamati in prima persona ad offrire la vita per gli altri (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 268). Sono molti i giovani che cercano di conoscere la strada che Dio li chiama a percorrere: alcuni riconoscono – spesso con stupore – la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata; altri scoprono la bellezza della chiamata al matrimonio e alla vita familiare, come pure all’impegno per il bene comune e alla testimonianza della fede tra i colleghi e gli amici. Ogni vocazione è animata dalla speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza. Infatti, per il cristiano, sperare è ben più di un semplice ottimismo umano: è piuttosto una certezza radicata nella fede in Dio, che opera nella storia di ogni persona. E così la vocazione matura attraverso l’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo, nella preghiera, nel discernimento, nel servizio.

“Leggere” la chiamata di Dio

Cari giovani, la speranza in Dio non delude, perché Egli guida ogni passo di chi si affida a Lui. Il mondo ha bisogno di giovani che siano pellegrini di speranza, coraggiosi nel dedicare la propria vita a Cristo, pieni di gioia per il fatto stesso di essere suoi discepoli-missionari. Discernere il proprio cammino vocazionale La scoperta della propria vocazione avviene attraverso un cammino di discernimento. Questo percorso non è mai solitario, ma si sviluppa all’interno della comunità cristiana e insieme ad essa. Cari giovani, il mondo vi spinge a fare scelte affrettate, a riempire le giornate di rumore, impedendovi di sperimentare un silenzio aperto a Dio, che parla al cuore. Abbiate il coraggio di fermarvi, di ascoltare dentro voi stessi e di chiedere a Dio cosa sogna per voi. Il silenzio della preghiera è indispensabile per “leggere” la chiamata di Dio nella propria storia e per dare una risposta libera e consapevole. Il raccoglimento permette di comprendere che tutti possiamo essere pellegrini di speranza se facciamo
della nostra vita un dono, specialmente al servizio di coloro che abitano le periferie materiali ed esistenziali del mondo. Chi si mette in ascolto di Dio che chiama non può ignorare il grido di tanti fratelli e sorelle che si sentono esclusi, feriti, abbandonati. Ogni vocazione apre alla missione di essere presenza di Cristo là dove più c’è bisogno di luce e consolazione. In particolare, i fedeli laici sono chiamati ad essere “sale, luce e lievito” del Regno di Dio attraverso l’impegno sociale e professionale. Accompagnare il cammino vocazionale In tale orizzonte, gli operatori pastorali e vocazionali, soprattutto gli accompagnatori spirituali, non abbiano paura di accompagnare i giovani con la speranzosa e paziente fiducia della pedagogia divina. Si tratta di essere per loro persone capaci di ascolto e di accoglienza rispettosa; persone di cui possano fidarsi, guide sagge, pronte ad aiutarli e attente a riconoscere i segni di Dio nel loro cammino.

La Chiesa ha bisogno di pastori

Esorto pertanto a promuovere la cura della vocazione cristiana nei diversi ambiti della vita e dell’attività umana, favorendo l’apertura spirituale di ciascuno alla voce di Dio. A questo scopo è importante che gli itinerari educativi e pastorali prevedano spazi adeguati di accompagnamento delle vocazioni. La Chiesa ha bisogno di pastori, religiosi, missionari, coniugi che sappiano dire “sì” al Signore con fiducia e speranza. La vocazione non è mai un tesoro che resta chiuso nel cuore, ma cresce e si rafforza nella comunità che crede, ama e spera. E poiché nessuno può rispondere da solo alla chiamata di Dio, tutti abbiamo necessità della preghiera e del sostegno dei fratelli e delle sorelle. Carissimi, la Chiesa è viva e feconda quando genera nuove vocazioni. E il mondo cerca, spesso inconsapevolmente, testimoni di speranza, che annuncino con la loro vita che seguire Cristo è fonte di gioia. Non stanchiamoci dunque di chiedere al Signore nuovi operai per la sua messe, certi che Lui continua a chiamare con amore. Cari giovani, affido la vostra sequela del Signore all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e delle vocazioni. Camminate sempre come pellegrini di speranza sulla via del Vangelo! Vi accompagno con la mia benedizione, e vi chiedo per favore di pregare per me.
Roma, Policlinico Gemelli, 19 marzo 2025
FRANCESCO

8Xmille alla Chiesa Cattolica: “Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farlo per migliaia di persone”

Nelle 26.000 parrocchie del Paese i fedeli saranno invitati a ricordare che da ormai più di trent’anni la sopravvivenza economica della Chiesa è affidata a  oro, in particolar modo attraverso la firma per la destinazione dell’8xmille del gettito Irpef. Se il contribuente sceglie in favore della Chiesa Cattolica, la quota a questa spettante viene versata dallo Stato alla Conferenza Episcopale Italiana (C.E.I.), la quale è tenuta a ripartirla e ad assegnarla per tre finalità:
– ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE DELLA
POPOLAZIONE ITALIANA
– INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEL
TERZO MONDO
– SOSTENTAMENTO DEI SACERDOTI
Chi firma per la Chiesa cattolica, permette ogni giorno di offrire solidarietà, sostegno e un futuro a migliaia di persone e famiglie in condizioni di povertà, solitudine, malattia, disagio sociale, in tutta Italia e nei Paesi più poveri del mondo. Chi firma per la Chiesa cattolica sa che la porta è sempre aperta. Non facciamo alcuna distinzione di etnia, credo religioso, condizione sociale. Siamo la testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio verso tutti i suoi figli. Chi firma per la Chiesa cattolica che c’è un punto di riferimento per chi è in difficoltà. Alla concretezza delle azioni si aggiunge la presenza viva e il calore di gesti che danno conforto, speranza e coraggio per affrontare le sfide della vita.
Chi firma per la Chiesa Cattolica sa che c’è una comunità. L’energia di chi firma e di tutti gli operatori, volontari, sacerdoti e suore che ogni giorno si dedicano con entusiasmo e responsabilità
all’assistenza dei bisognosi.

Come destinare l’8xmille: guida alla firma 2025

Una firma che al contribuente non costa nulla e alla quale hanno diritto tutti coloro che concorrono al gettito Irpef: chi presenta il 730, chi presenta il Modello Redditi, ma anche chi dispone solamente del Modello CU, perché possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione. Anche questi ultimi però possono esprimere la propria preferenza per la destinazione dell’8xmille. Le modalità rimangono le stesse: vai nel riquadro denominato “Scelta per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef” e firma nella casella “Chiesa Cattolica”. Fai attenzione a rimanere esattamente dentro l’apposito spazio per non invalidare la tua scelta.

COME FIRMARE – DESTINAZIONE 8XMILLE

Modello 730.
Per chi, oltre ai redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, possiede altri redditi da dichiarare e/o oneri detraibili/ deducibili e non ha la partita IVA.
Modello Redditi. Per chi non sceglie il modello 730, oppure per chi è tenuto per legge a compilare questo modello. Modello CU. Per chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi.Può scaricarla dal sito: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/8673492/Scheda+CU_8-5-
2xmille.pdf/4c66af78-8690-bb16-d2ab-45dcccfe0ca1?t=1738781127764. La può trovare anche in parrocchia e consegnarla direttamente al parroco o ad un suo collaboratore.

E IL CINQUE PER MILLE?

In tutti e tre i modelli si trova anche lo spazio per destinare il cinque per mille e due per mille. È una possibilità in più che non esclude o modifica la firma dell’8xmille. L’invito è a firmare
l’8xmille come sempre e, per chi vuole, aggiungere anche la scelta del cinque per mille. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito: https://sovvenire.chiesacattolica.it/ –
https://sovvenire.chiesacattolica.it/la-tua-firma/ -https://www.8xmille.it/ . L’ufficio Diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica
Don Giuseppe Floridi – giubeppe@libero.it – 347.3521236

Giubileo 2025: passa in Umbria il pellegrinaggio delle associazioni impegnate sui cammini francescani. Le iniziative in programma tra Città di Castello, Pietralunga e Gubbio

Prosegue con entusiasmo il pellegrinaggio a staffetta lungo la Via di Francesco, un’iniziativa promossa in occasione del Giubileo del 2025 da una rete di realtà associative impegnate nella valorizzazione dei cammini francescani. Il pellegrinaggio, partito da Rimini e Firenze il 22 aprile, si propone di unire simbolicamente territori, comunità e spiritualità in un lungo cammino che terminerà a Roma il primo giugno, con l’arrivo dei pellegrini alla Porta Santa di San Pietro.

Il percorso ha già toccato tappe di forte valore spirituale e simbolico, come il Santuario de La Verna – raggiunto lo scorso 26 aprile – e prevede l’arrivo ad Assisi domenica 4 maggio, dinanzi alla tomba di san Francesco. Da lì, il cammino proseguirà attraverso la Valle Santa reatina, fino a Rieti, per poi concludersi nella Capitale.

Elemento fortemente identitario di questo pellegrinaggio è il bordone del pellegrino, accompagnato dal Tau francescano, che viene trasmesso di tappa in tappa come segno di continuità, comunione e testimonianza tra tutti i partecipanti, pellegrini e comunità ospitanti.

Le tappe in Alta Umbria

Particolarmente significativa sarà la tappa in Alta Umbria, nei territori di Città di Castello e Gubbio, che si svolgerà nelle giornate del primo e 2 maggio, sotto il coordinamento dell’associazione Le Rose di Gerico, che fa parte della nuova Rete associativa Via di Francesco in Umbria.

Il cammino inizierà nella mattinata di giovedì primo maggio con il ritrovo alle ore 8.30 nella piazza del Duomo a Città di Castello, dove i pellegrini saranno accolti dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Dopo la benedizione del pellegrino, il gruppo partirà a piedi in direzione Pietralunga, con alcune soste lungo il percorso: la prima prevista verso le ore 10 al Bar Sasso, poi una pausa pranzo a Candeggio alle 13 e un’ulteriore tappa pomeridiana a Pieve de’ Saddi intorno alle 15. L’arrivo a Pietralunga è previsto intorno alle 18.30, dove i partecipanti saranno accolti dal parroco don Francesco Cosa. Il rientro a Città di Castello avverrà con mezzi propri.

Il giorno successivo, venerdì 2 maggio, il pellegrinaggio proseguirà in bicicletta grazie alla collaborazione con il gruppo Go.Cycling. La partenza da Pietralunga è fissata per le ore 14. Dopo una sosta a Loreto intorno alle 16.30, si giungerà a Gubbio, presso la chiesa della Vittorina, verso le ore 18. Alle 18:30 si terranno i Vespri, e al termine sarà possibile partecipare a un momento conviviale con una apericena di fine tappa, per la quale è richiesta la prenotazione via WhatsApp al numero 3661118386 (PiccolAccoglienza di Gubbio). Anche in questo caso il rientro a Città di Castello sarà autonomo.

La partecipazione al pellegrinaggio è libera e aperta a tutti. Chi desidera unirsi, anche solo per un tratto del percorso, a piedi o in bici, è invitato semplicemente a segnalare la propria presenza per permettere una migliore organizzazione. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare il numero 3711886742, anche via WhatsApp.

Chi promuove l’iniziativa

A promuovere il pellegrinaggio a staffetta sulla Via di Francesco sono quattro associazioni attive nei diversi territori attraversati dal cammino: I Cammini di Francesco in Emilia-Romagna, I Cammini di Francesco in Casentino, la Rete associativa Via di Francesco in Umbria e la Rete associativa della Via di Francesco nel Lazio. Queste realtà da anni collaborano per valorizzare i percorsi spirituali e naturalistici legati alla figura di san Francesco, promuovendo una cultura del cammino come occasione di incontro, fede e fraternità.

Il vescovo Luciano: “Il nostro grazie per il grande dono di Papa Francesco”

La scomparsa improvvisa del Santo Padre Francesco rattrista profondamente i nostri cuori e ci invita alla preghiera unanime per la sua persona. Siamo grati al Signore per quanto ha donato alla sua Chiesa attraverso il ministero di questo Papa. Fino all’ultimo è voluto rimanere in mezzo al popolo che Dio gli aveva affidato, dandoci un esempio di dedizione pastorale e di amore paterno. Ha guidato la Chiesa ad entrare in una nuova epoca, additando a tutti i fedeli cristiani lo stile e la passione con cui siamo chiamati ad annunciare il Vangelo in questo tempo. Lo affidiamo alle braccia misericordiose del Padre che tanto ha voluto indicare ad ogni uomo come il porto sicuro di ogni nostro cammino. Grazie Papa Francesco, riposa in pace. 

Invito le comunità a riunirsi in questi giorni per un momento di preghiera comune in suffragio del Santo Padre Francesco,  così come ciascuno può fare in semplicità nella propria casa, con i suoi familiari, amici e conoscenti.

+Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio

 

 

 

Le Sorelle Clarisse del Monastero “s. Agnese” di Montone si raccontano

Dopo secoli di presenza francescano-clariana noi Sorelle Clarisse del Monastero “S. Agnese” di Montone, giunte a un numero troppo esiguo per poter portare avanti la nostra presenza contemplativa nel monastero montonese siamo, purtroppo, prossime alla chiusura. Già da tempo ci stavano interrogando sul nostro futuro, quando è giunta al nostro Ordine da
parte di mons. Cesar Essayan, francescano conventuale e Vicario apostolico per la Chiesa Latina in Libano, una richiesta di una fondazione di un monastero di Clarisse in Libano. Dopo
un lungo tempo di discernimento personale e comunitario, in dialogo con il nostro Ordine e l’Ordine dei frati minori conventuali, abbiamo deciso di aderire al progetto. Nei mesi successivi
altre due Clarisse di altri monasteri si sono unite al gruppo e così l’“avventura” ha preso vita.

Un viaggio lungo, verso il Libano

La comunità che si appresta a partire è composta da: sr. Damiana Ardesi (abbadessa della Comunità di Montone 62 anni), sr. Celina Falcicchio (vicaria della Comunità di Montone, 75 anni), sr. Gloria Paoletti (membro della Comunità di Montone, 42 anni), sr. Maria Grazia Contreras Paredes (dal monastero di Città del Messico, 39 anni), sr. Lucia Sciortino (dalla Comunità di Osimo, 62 anni). Ci viene spesso chiesto perché proprio in Libano. In Libano perché è da lì che è giunto l’invito e perché vi è la presenza dei frati francescani e per noi, monache Clarisse, la “vicinanza” ai frati è una questione identitaria. E poi c’è la chiamata personale di ogni Sorella, la sfumatura di ciascuna che rende il dipinto così colorato: il desiderio di camminare a fianco delle Chiese Sorelle
(in Libano sono presenti almeno 9 chiese cristiane, la maggior parte delle quali di rito orientale e nelle cui liturgie si parla ancora il greco, il siriaco e persino l’aramaico!); il voler vivere a stretto contatto con i fratelli dell’Islam per testimoniare che l’amicizia e la fratellanza, nonostante le differenze, sono possibili; il voler essere nella terra in cui il Cristianesimo ha avuto inizio, nella terra raccontata dal Cantico dei Cantici e da tanti episodi evangelici, in una terra in cui tutto ha avuto origine, e da cui oggi, purtroppo, chi può fugge a causa di guerre e crisi economiche.
Il progetto è certamente audace e per nulla semplice, quindi ha richiesto, e sta richiedendo, una seria preparazione da parte nostra. Avendo aderito al progetto (tre anni fa), sr. Maria Grazia
ha deciso di lasciare la sua Comunità in Messico e di incardinarsi nella nostra Comunità a Montone; abbiamo così iniziato a vivere e a camminare insieme. Dopo l’adesione di sr. Lucia
abbiamo reputato che la cosa più importante fosse quella di rendere il gruppo coeso per crescere insieme come nuova fraternità. Una consacrata laica di un istituto missionario (Rossella
Bignami, che la Diocesi di Città di Castello ben conosce!) ci sta aiutando nel cammino affinché, sempre più, possiamo imparare ad accoglierci. Abbiamo effettuato tre viaggi in Libano
per conoscere il paese, incontrare le persone, le Chiese con i loro pastori, per cercare un luogo idoneo nel quale iniziare la nostra presenza clariana. Stiamo studiando la lingua, l’arabo! Impresa
non semplice, ma non impossibile. Il Vescovo libanese ci ha chiesto di essere “orecchio di donne per le donne”, soprattutto per le donne musulmane che volentieri andrebbero a raccontarsi
presso delle monache. Siamo consapevoli che questo comporta una buona conoscenza della lingua araba: una Sorella ha frequentato il primo anno al PISAI (Pontificio Istituto di
studi arabi e di islamistica), e tutta la Comunità è impegnata nello studio assiduo dell’arabo.

Un nuovo Monastero

Qualcuno si è anche domandato se rimarremo suore di clausura! Sorridendo rispondiamo: ma certo che saremo monache di clausura!!! Vivremo in monastero, la nostra vita comunitaria sarà ritmata dalla preghiera e dal lavoro, così come lo è stata, e lo è, qui a Montone. Inoltre, la  missionarietà è sempre appartenuta alle Clarisse: Santa Chiara stessa, come è raccontato nel Processo di canonizzazione, ad un certo punto desiderò partire per il Marocco; e sin dagli inizi, anche per volontà delle stesse monache, l’Ordine delle Clarisse si sparse in tutta Italia ed Europa, fino a raggiungere la Siria e la Palestina. In Libano inizieremo la nostra presenza “in punta di piedi”, consapevoli che molto abbiamo da imparare. Cominceremo in semplicità, in una dimora temporanea, in una casa piccola rispetto ai nostri monasteri e non nostra, “stringendoci” un po’! Poi, insieme, ci guarderemo attorno e cercheremo un luogo adatto alla costruzione (o ristrutturazione!) del monastero. E vivremo…La sequela personale del Signore, sulle orme della madre S. Chiara, l’unità e la comunione tra noi sono il fondamento del progetto. La preghiera, prima caratteristica del nostro essere e vivere, sarà l’espressione della nostra identità. Il popolo libanese è un popolo “spirituale”, alla ricerca di silenzio e di luoghi di preghiera. Anche tra i musulmani abbiamo sperimentato quanto sia ben vista e stimata la nostra forma di vita (donne interamente dediteall’orazione). Desideriamo che il nostro monastero sia un luogo di pace, di amicizia e di incontro, perciò tutti saranno i benvenuti: cristiani e musulmani senza differenza, nel rispetto di una storia fatta di ferite reciproche, che necessita di perdono e riconciliazione. Andremmo umilmente e in punta di piedi.

Un grazie a tutti

Desiderose di essere arricchite dall’esperienza e cultura altrui; arricchite della fede altrui! Desideriamo ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno fatto parte della nostra vita; innanzitutto i montonesi (credenti e non, praticanti e non!). Vorremmo esprimere loro il nostro grazie per tutto il bene, la stima, l’affetto che in tantissimi anni ci hanno sempre dimostrato. Non è facile neanche per noi partire: lasciamo un luogo caro, ricco di ricordi, di affetti, di tanto amore ricevuto. A tutti e a ciascuno, infinitamente grazie! E chi volesse approfondire o farci domande, sollevare questioni, ecc… può raggiungerci al nostro
monastero a Montone. Le nostre porte sono, come sempre, aperte a tutti. Volentieri vi accoglieremo, non ci trasferiremo prima della fine fino alla fine del 2025!
Siete, e sempre sarete, nella nostra preghiera!
Le Sorelle Clarisse

 

La Chiesa Tífernate e le Piccole Ancelle del Sacro Cuore celebrano la festa liturgica del BEATO CARLO LIVIERO

Nell’anno giubilare della speranza, venerdì 30 maggio la Chiesa Tífernate e le Piccole Ancelle del Sacro Cuore celebrano la festa liturgica annuale del BEATO CARLO LIVIERO Vescovo di Città di Castello e fondatore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Il 27, 28, 29 maggio alle ore 18,30 ín Cattedrale si terrà il triduo dí preparazione alla Festa venerdì 30 maggio alle ore 10,00 in Cattedrale, la Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo diocesano Luciano Paolucci Bedini e animata dagli alunni della Scuola Sacro Cuore. Al termine della celebrazione, visita all’urna del Beato.

 

Città di Castello, un biglietto quattro musei

“Città di Castello: un biglietto, quattro musei. Rinascimento e Contemporaneità”: nell’anno del Giubileo per visitare Pinacoteca comunale, Museo diocesano, Campanile cilindrico e Oratorio di San Crescentino sarà sufficiente un solo biglietto, al costo di 8 euro l’intero e 6 il ridotto.

Crescita della cultura dell’accoglienza

Nel corso della conferenza stampa in cui è stato presentato il progetto e firmato il protocollo di intesa, presente insieme all’assessore alla Cultura Michela Botteghi, e il vescovo della Diocesi tifernate mons. Luciano Paolucci Bedini hanno spiegato la genesi del progetto, a partire dalla riflessione che “L’Anno Giubilare 2025, soprattutto in Umbria, per la specificità religiosa, storica ed artistica del territorio, rappresenta una meta preferenziale dei flussi turistici, sia religiosi che generalisti: la collaborazione tra Amministrazione comunale e Diocesi trova la sua finalità nella crescita della cultura dell’accoglienza, mediante la convergenza delle modalità di gestione, l’elaborazione di un’immagine esterna coordinata, una campagna di promozione congiunta”. Da questo punto di vista “Pinacoteca civica e Museo diocesano rappresentano due facce di un unico, ricco patrimonio culturale che racconta la storia e l’identità di un territorio. Entrambi i musei, con le loro collezioni, si intrecciano in un dialogo tra arte, storia, fede e devozione. Il progetto del biglietto unico, propone una visione unica del patrimonio culturale e del territorio come risorsa strategica, offrendo al visitatore la possibilità di immergersi in un percorso che attraversa secoli di storia e cultura condivise”.

Il biglietto unico integrato

Le infrastrutture del progetto sono la biglietteria unica con due postazioni, alla Pinacoteca e al Museo diocesano, un biglietto di base di 8 euro per l’intero e 6 per il ridotto, con tutte le agevolazioni previste dal regime tariffario della Pinacoteca. Il biglietto darà diritto a visitare i quattro siti museali e sarà valido per una settimana. Naturalmente rimangono in vigore anche tutte le precedenti convenzioni e collaborazioni dei musei coinvolti. Inoltre è previsto un calendario di iniziative congiunto.

Sintesi efficace dell’identità culturale

“Il progetto è sperimentale, partiamo con 4 musei ma pensiamo, che, come per altre realtà in cui i beni culturali sono l’attrattore principale, l’obiettivo sia una integrazione complessiva dell’offerta museale cittadina, soprattutto nell’ottica della rete MUA. Riteniamo che, al pari di altri territori, sia importante porsi sul panorama regionale con una rappresentazione focalizzata e un’offerta riconoscibile, grazie alla peculiarità del territorio tifernate in termini artistici e architettonici. Nell’Umbria medievale, il binomio Rinascimento e Contemporaneità appare una sintesi efficace e originale dell’identità culturale e dell’offerta museale tifernate”.

I lunedì del Giubileo

In occasione del Giubileo, la Diocesi tifernate ha promosso un’iniziativa con l’intento di offrire a pellegrini e turisti l’opportunità di visitare, anche nel giorno di lunedì, il Museo Diocesano e il Campanile cilindrico. A partire dal 5 maggio sarà possibile accedere alle due strutture il primo lunedì e l’ultimo del mese, con orario dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Per informazioni: beniculturali@diocesidicastello.it – tel. 0758554705.