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Giubileo 2025: passa in Umbria il pellegrinaggio delle associazioni impegnate sui cammini francescani. Le iniziative in programma tra Città di Castello, Pietralunga e Gubbio

Prosegue con entusiasmo il pellegrinaggio a staffetta lungo la Via di Francesco, un’iniziativa promossa in occasione del Giubileo del 2025 da una rete di realtà associative impegnate nella valorizzazione dei cammini francescani. Il pellegrinaggio, partito da Rimini e Firenze il 22 aprile, si propone di unire simbolicamente territori, comunità e spiritualità in un lungo cammino che terminerà a Roma il primo giugno, con l’arrivo dei pellegrini alla Porta Santa di San Pietro.

Il percorso ha già toccato tappe di forte valore spirituale e simbolico, come il Santuario de La Verna – raggiunto lo scorso 26 aprile – e prevede l’arrivo ad Assisi domenica 4 maggio, dinanzi alla tomba di san Francesco. Da lì, il cammino proseguirà attraverso la Valle Santa reatina, fino a Rieti, per poi concludersi nella Capitale.

Elemento fortemente identitario di questo pellegrinaggio è il bordone del pellegrino, accompagnato dal Tau francescano, che viene trasmesso di tappa in tappa come segno di continuità, comunione e testimonianza tra tutti i partecipanti, pellegrini e comunità ospitanti.

Le tappe in Alta Umbria

Particolarmente significativa sarà la tappa in Alta Umbria, nei territori di Città di Castello e Gubbio, che si svolgerà nelle giornate del primo e 2 maggio, sotto il coordinamento dell’associazione Le Rose di Gerico, che fa parte della nuova Rete associativa Via di Francesco in Umbria.

Il cammino inizierà nella mattinata di giovedì primo maggio con il ritrovo alle ore 8.30 nella piazza del Duomo a Città di Castello, dove i pellegrini saranno accolti dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Dopo la benedizione del pellegrino, il gruppo partirà a piedi in direzione Pietralunga, con alcune soste lungo il percorso: la prima prevista verso le ore 10 al Bar Sasso, poi una pausa pranzo a Candeggio alle 13 e un’ulteriore tappa pomeridiana a Pieve de’ Saddi intorno alle 15. L’arrivo a Pietralunga è previsto intorno alle 18.30, dove i partecipanti saranno accolti dal parroco don Francesco Cosa. Il rientro a Città di Castello avverrà con mezzi propri.

Il giorno successivo, venerdì 2 maggio, il pellegrinaggio proseguirà in bicicletta grazie alla collaborazione con il gruppo Go.Cycling. La partenza da Pietralunga è fissata per le ore 14. Dopo una sosta a Loreto intorno alle 16.30, si giungerà a Gubbio, presso la chiesa della Vittorina, verso le ore 18. Alle 18:30 si terranno i Vespri, e al termine sarà possibile partecipare a un momento conviviale con una apericena di fine tappa, per la quale è richiesta la prenotazione via WhatsApp al numero 3661118386 (PiccolAccoglienza di Gubbio). Anche in questo caso il rientro a Città di Castello sarà autonomo.

La partecipazione al pellegrinaggio è libera e aperta a tutti. Chi desidera unirsi, anche solo per un tratto del percorso, a piedi o in bici, è invitato semplicemente a segnalare la propria presenza per permettere una migliore organizzazione. Per informazioni e iscrizioni è possibile contattare il numero 3711886742, anche via WhatsApp.

Chi promuove l’iniziativa

A promuovere il pellegrinaggio a staffetta sulla Via di Francesco sono quattro associazioni attive nei diversi territori attraversati dal cammino: I Cammini di Francesco in Emilia-Romagna, I Cammini di Francesco in Casentino, la Rete associativa Via di Francesco in Umbria e la Rete associativa della Via di Francesco nel Lazio. Queste realtà da anni collaborano per valorizzare i percorsi spirituali e naturalistici legati alla figura di san Francesco, promuovendo una cultura del cammino come occasione di incontro, fede e fraternità.

Il vescovo Luciano: “Il nostro grazie per il grande dono di Papa Francesco”

La scomparsa improvvisa del Santo Padre Francesco rattrista profondamente i nostri cuori e ci invita alla preghiera unanime per la sua persona. Siamo grati al Signore per quanto ha donato alla sua Chiesa attraverso il ministero di questo Papa. Fino all’ultimo è voluto rimanere in mezzo al popolo che Dio gli aveva affidato, dandoci un esempio di dedizione pastorale e di amore paterno. Ha guidato la Chiesa ad entrare in una nuova epoca, additando a tutti i fedeli cristiani lo stile e la passione con cui siamo chiamati ad annunciare il Vangelo in questo tempo. Lo affidiamo alle braccia misericordiose del Padre che tanto ha voluto indicare ad ogni uomo come il porto sicuro di ogni nostro cammino. Grazie Papa Francesco, riposa in pace. 

Invito le comunità a riunirsi in questi giorni per un momento di preghiera comune in suffragio del Santo Padre Francesco,  così come ciascuno può fare in semplicità nella propria casa, con i suoi familiari, amici e conoscenti.

+Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio

 

 

 

Omelia per la Messa nella Cena del Signore

Eccoci alla sera di quella che noi chiamiamo l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, mentre si celebra il tradizionale rito ebraico della Pasqua, che ricordava la liberazione, anzi l’intervento di Dio per il popolo schiavo in Egitto, che viene così messo nelle condizioni di essere liberato dalla schiavitù, dal male, dall’oppressione, per riconquistare quella libertà che solo Dio poteva dar loro. C’era un patto di alleanza antico fra Dio e il suo popolo, ma questo patto tante volte era stato infranto dalla durezza di cuore degli uomini. Ma Dio non si arrende mai.

Ed è per questo che anche il sacrificio di Gesù è inserito nell’orizzonte della Pasqua ebraica. Al centro di quella cena, c’era la consumazione di un agnello arrostito. Noi sappiamo quanto l’immagine dell’agnello nella scrittura ci ricorda appunto ciò che veniva sacrificato perché Dio potesse benedire la vita e il cammino del popolo.

Ma ci ricordiamo bene che dalla Scrittura e dal Vangelo noi abbiamo imparato a chiamare Agnello di Dio Gesù per questo dono di grazia della sua vita che inaugura, come diciamo nelle parole della Messa, la nuova ed eterna alleanza. Dio non si è stancato e ancora una volta raggiunge il suo popolo per purificarlo e per liberarlo. Ma in quella cena Gesù interpreta in maniera tutta nuova altri segni che facevano parte di quel rito…

Il pane e il vino. Attraverso le parole che condivide con i suoi discepoli rivela come quel pane e quel vino da quel momento in poi diventano il segno di quello che accadrà poche ore dopo. Lo ricorderemo domani nelle celebrazioni del Venerdì Santo, quando il corpo di Gesù, la persona di Gesù per suo libero donarsi, sarà crocifisso sulla croce e quella vita offesa, ferita, trafitta diventerà il segno più grande dell’amore di Dio.

Lasciandoci però questi due segni del pane e del vino che sono il corpo e sangue di quel Gesù che dà la sua vita per noi e che noi siamo chiamati a ripetere ogni domenica nell’assemblea della comunità cristiana. La preghiera con la quale ci siamo introdotti diceva così… che il Signore Gesù in quella sera ha affidato alla sua Chiesa il sacrificio eucaristico e lo descrive come convito nuziale del suo amore. Su quella tavola c’è l’amore di Dio.

Come ogni volta che celebriamo l’eucaristia sul nostro altare c’è di nuovo presente per opera dello Spirito Santo l’amore di Dio che abbiamo conosciuto in Gesù, quell’amore che non si stanca mai e che continuamente concorre alla nostra liberazione e al dono della vita piena. Il convito nuziale del suo amore ci ricorda però che allora – davanti a quell’altare in cui si celebra ancora una volta l’amore di Dio – noi siamo convocati perché – per comprendere, per accogliere, per ricevere, per condividere quell’amore eterno – abbiamo bisogno di essere convocati, di incontrarci, di sederci attorno a quell’unica mensa perché – se insieme non condividiamo quel cibo prezioso, succulento, inesauribile dell’amore di Dio – allora non riusciamo a comprendere come la nostra vita è una vita da vivere nella fraternità. Se mangiamo insieme lo stesso cibo, allora ecco che tra noi nasce quella esperienza tipica della vita cristiana che è la fraternità.

Attorno a quel convito – viene definito convito nuziale perché il Signore che si offre, il Signore Gesù è lo sposo e noi tutti la sposa – c’è ancora un segno d’amore reciproco ed eterno che, consacrato su quell’altare, noi condividiamo. Tanto che quell’eucarestia noi la chiamiamo “comunione” perché ci fa uno, ci fa un solo popolo, una sola famiglia, ci permette di rimanere uniti anche quando siamo distanti, anche quando attraversiamo la storia del mondo. Ma, anche per questo, poi abbiamo bisogno almeno ogni settimana di ritrovarci attorno a quella mensa per consumare il pasto dell’amore di Dio. E se tutti gli evangelisti ci raccontano queste parole di Gesù – “questo è il mio corpo prendendo il pane, questo è il mio sangue prendendo il vino” – l’evangelista Giovanni ci rivela un aspetto particolare di quell’ultima cena e cioè il gesto che Gesù fa da servo ai suoi discepoli.

Lui – che da tutti era riconosciuto maestro – si inchina ai loro piedi e con il gesto della lavanda dice qual è il frutto di quell’amore condiviso. Tutti coloro che sono convocati attorno a quella mensa, in cui si celebra l’amore di Dio per l’umanità, non possono che vivere ognuno a servizio degli altri. E se è il Signore, il Maestro, che si inchina sulle nostre brutture, sulle nostre sozzure per liberarci, per purificarci, per risanarci, allora comprendiamo che in quella sera dell’ultima cena Gesù annuncia il capovolgimento della logica del mondo.

Sì, la logica del mondo è quella di farsi servire. Gesù annuncia – a partire da sé, regalandoci l’immagine più grande, più bella dell’amore di Dio – che la vera sapienza della nostra vita è essere servi degli altri, gli uni degli altri. “Come ho fatto io, così fate anche voi, tra di voi”.

Capite che se il mondo accogliesse questa logica, se solo noi credenti potessimo imparare a vivere grazie all’Eucaristia in questa maniera, allora davvero ci sarebbe la speranza che le cose del mondo possano cambiare. Ed è su quest’altare che è custodita tutta la speranza del mondo, in quel capovolgimento di sguardo, di mentalità e di azione che Gesù compie per noi e che insieme a noi compie per tutta l’umanità. Chiediamo che anche quest’anno, in questa memoria grata dell’istituzione dell’Eucaristia, ognuno di noi possa riscoprire questo appuntamento, possa sentire che ogni domenica è convocato attorno a questa mensa e che senza quel pane benedetto e consacrato, senza quel vino vivo, pregno dell’amore di Dio, non possiamo andare lontano e non possiamo neanche comprendere fino in fondo la nostra vita, la vita dei fratelli.

Luciano Paolucci Bedini

 

Le celebrazioni del Vescovo: dal Triduo pasquale al Lunedì dell’Angelo. Messa Crismale in diretta dalla Cattedrale di Gubbio

Le Chiese diocesane di Città di Castello e di Gubbio celebrano insieme la Messa Crismale che sarà trasmessa in diretta dalla Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo di Gubbio e presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrata dal clero delle due Chiese diocesane.

Il triduo pasquale inizia con il Giovedì Santo, 17 aprile , giorno nel quale si celebra la Cena del Signore con la messa nella Cattedrale tifernate alle ore 18. Questo rito commemorativo segna l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale, con il simbolico gesto della lavanda dei piedi, espressione di servizio e amore fraterno. Il Venerdì Santo, 18 aprile , il vescovo Luciano guiderà alle 15.30 l’azione liturgica della Passione del Signore e l’adorazione della Croce presso la chiesa di San Giovanni Battista. In serata, alle 19, si svolgerà la tradizionale Processione del Cristo Morto, uno dei momenti più intensi della devozione popolare. Entrambe le celebrazioni si terranno a Gubbio. La Veglia pasquale, si svolgerà nella notte del Sabato Santo 19 aprile , alle 21 nella cattedrale di Città di Castello: rappresenta il culmine delle celebrazioni pasquali. La liturgia, che inizia con il rito del fuoco e culmina nella gioia del Gloria e del Vangelo della Risurrezione, segnerà l’ingresso nella Pasqua del Signore, portando con sé un rinnovato senso di speranza.

Domenica 20 aprile , giorno di Pasqua, mons. Paolucci Bedini presiederà la santa messa alle 11 nella basilica di Sant’Ubaldo a Gubbio, situata sulla cima del monte Ingino. Infine, lunedì 21 aprile , “dell’Angelo”, il Vescovo celebrerà l’Eucaristia alle 11 nella chiesa parrocchiale di Montone, in occasione della festa della Donazione della Santa Spina, una tradizione antica che unisce fede e identità locale. Le diocesi di Gubbio e Città di Castello sono invitate a partecipare alle celebrazioni, lasciandosi guidare dalla preghiera e dalla luce che caratterizzano questi giorni santi.

 

Città di Castello, un biglietto quattro musei

“Città di Castello: un biglietto, quattro musei. Rinascimento e Contemporaneità”: nell’anno del Giubileo per visitare Pinacoteca comunale, Museo diocesano, Campanile cilindrico e Oratorio di San Crescentino sarà sufficiente un solo biglietto, al costo di 8 euro l’intero e 6 il ridotto.

Crescita della cultura dell’accoglienza

Nel corso della conferenza stampa in cui è stato presentato il progetto e firmato il protocollo di intesa, presente insieme all’assessore alla Cultura Michela Botteghi, e il vescovo della Diocesi tifernate mons. Luciano Paolucci Bedini hanno spiegato la genesi del progetto, a partire dalla riflessione che “L’Anno Giubilare 2025, soprattutto in Umbria, per la specificità religiosa, storica ed artistica del territorio, rappresenta una meta preferenziale dei flussi turistici, sia religiosi che generalisti: la collaborazione tra Amministrazione comunale e Diocesi trova la sua finalità nella crescita della cultura dell’accoglienza, mediante la convergenza delle modalità di gestione, l’elaborazione di un’immagine esterna coordinata, una campagna di promozione congiunta”. Da questo punto di vista “Pinacoteca civica e Museo diocesano rappresentano due facce di un unico, ricco patrimonio culturale che racconta la storia e l’identità di un territorio. Entrambi i musei, con le loro collezioni, si intrecciano in un dialogo tra arte, storia, fede e devozione. Il progetto del biglietto unico, propone una visione unica del patrimonio culturale e del territorio come risorsa strategica, offrendo al visitatore la possibilità di immergersi in un percorso che attraversa secoli di storia e cultura condivise”.

Il biglietto unico integrato

Le infrastrutture del progetto sono la biglietteria unica con due postazioni, alla Pinacoteca e al Museo diocesano, un biglietto di base di 8 euro per l’intero e 6 per il ridotto, con tutte le agevolazioni previste dal regime tariffario della Pinacoteca. Il biglietto darà diritto a visitare i quattro siti museali e sarà valido per una settimana. Naturalmente rimangono in vigore anche tutte le precedenti convenzioni e collaborazioni dei musei coinvolti. Inoltre è previsto un calendario di iniziative congiunto.

Sintesi efficace dell’identità culturale

“Il progetto è sperimentale, partiamo con 4 musei ma pensiamo, che, come per altre realtà in cui i beni culturali sono l’attrattore principale, l’obiettivo sia una integrazione complessiva dell’offerta museale cittadina, soprattutto nell’ottica della rete MUA. Riteniamo che, al pari di altri territori, sia importante porsi sul panorama regionale con una rappresentazione focalizzata e un’offerta riconoscibile, grazie alla peculiarità del territorio tifernate in termini artistici e architettonici. Nell’Umbria medievale, il binomio Rinascimento e Contemporaneità appare una sintesi efficace e originale dell’identità culturale e dell’offerta museale tifernate”.

Settimana Santa 2025: il cammino verso la Pasqua con il vescovo Luciano Paolucci Bedini

Le Chiese diocesane di Gubbio e di Città di Castello si preparano a vivere i giorni più intensi dell’anno liturgico, il cuore pulsante della fede cristiana: la Settimana Santa. Un tempo sacro, carico di simboli e memoria, che culminerà nella luce della Pasqua. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini accompagnerà le comunità con la sua presenza e la sua parola in un cammino che si snoda tra le due diocesi umbre.

Dalle Palme al Crisma

Si comincia il 13 aprile, con la Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Alle ore 10.30, nella cattedrale di Città di Castello, il Vescovo presiederà la celebrazione eucaristica che apre la Settimana Santa, con la benedizione dei rami d’ulivo e la proclamazione del Vangelo della Passione.

Il Mercoledì Santo, 16 aprile, il Vescovo sarà a Gubbio, nella chiesa cattedrale, dove alle ore 17 presiederà la Messa Crismale. Si tratta di uno dei momenti più solenni della vita diocesana: nella stessa celebrazione, il presbiterio si riunisce attorno al proprio pastore e vengono benedetti gli oli santi, che verranno poi utilizzati durante l’anno nei sacramenti del Battesimo, della Cresima, dell’Unzione degli infermi e dell’Ordinazione.

Lo scorso anno, la celebrazione era stata ospitata dalla cattedrale tifernate dei Santi Florido e Amanzio. Quest’anno – per raggiungere i fedeli delle due comunità – la Messa Crismale sarà indiretta sui social media delle due Chiese diocesane e in televisione, sul canale 13 di Trg.

Il Triduo pasquale

Il Giovedì Santo, 17 aprile, sarà invece il giorno della Messa nella Cena del Signore, con inizio alle ore 18 nella cattedrale tifernate. Il rito rievoca l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale, ed è segnato dal gesto umile e potente della lavanda dei piedi, segno di servizio e amore fraterno.

Il Venerdì Santo, 18 aprile, il vescovo Luciano presiederà alle ore 15, nella chiesa di San Giovanni Battista a Gubbio, l’azione liturgica della Passione del Signore e l’adorazione della Croce. In serata, alle ore 19 e sempre a Gubbio, si terrà la tradizionale Processione del Cristo Morto, uno dei momenti più intensi e partecipati della pietà popolare cittadina.

La notte del Sabato Santo, 19 aprile, sarà illuminata dalla Veglia pasquale, madre di tutte le veglie, che si terrà alle ore 21 nella cattedrale di Città di Castello. Dalla liturgia del fuoco alla proclamazione dell’Exultet, fino alla gioia del Gloria e del Vangelo della Risurrezione, la Chiesa entrerà nella Pasqua del Signore con una rinnovata speranza.

La Domenica di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo

Domenica 20 aprile, Pasqua di Resurrezione, mons. Paolucci Bedini sarà a Gubbio, dove alle ore 11 presiederà la santa messa nella basilica di Sant’Ubaldo, in cima al monte che abbraccia la città.

Infine, lunedì 21 aprile – detto “dell’Angelo”, giorno che apre l’Ottava di Pasqua – il Vescovo sarà a Montone, dove alle ore 11, nella chiesa parrocchiale, celebrerà l’Eucaristia in occasione della festa della Donazione della Santa Spina, un’antica tradizione che lega fede e identità della comunità locale.

Le due Chiese diocesane di Gubbio e Castello sono invitate a partecipare a queste celebrazioni, lasciandosi guidare dal silenzio, dalla parola e dalla luce che attraversano questi giorni santi. Un tempo per entrare nella profondità del mistero cristiano e lasciarsi raggiungere dalla speranza della Resurrezione.

Città di Castello, apre l’ambulatorio odontoiatrico solidale: una risposta concreta alla povertà sanitaria

È stato inaugurato questa mattina l’ambulatorio odontoiatrico solidale “Santa Margherita”, una nuova opera segno della Caritas della Diocesi di Città di Castello, progettata per offrire cure dentistiche gratuite e accessibili a persone in situazione di fragilità economica. Una risposta concreta e necessaria a un bisogno sempre più emergente: la povertà sanitaria, in particolare nell’ambito delle cure odontoiatriche, spesso inaccessibili alle fasce più vulnerabili della popolazione.

La cerimonia di presentazione si è svolta nella sala Santo Stefano del Palazzo Vescovile, alla presenza di numerose autorità religiose, civili e sanitarie. Tra i presenti: il vescovo di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini; il vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato della Conferenza episcopale umbra per l’area pastorale Carità e Salute, mons. Francesco Soddu; il direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello; il delegato regionale umbro di Caritas, don Marco Briziarelli; il direttore della Caritas diocesana, Gaetano Zucchini; l’assessore regionale al Welfare, Fabio Barcaioli; il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi; il direttore sanitario dell’ambulatorio, Guido Lombardo. A seguire, si è svolta l’inaugurazione ufficiale dell’ambulatorio in piazza Gabriotti, dove ha sede la nuova struttura.

Un’urgenza crescente: i dati della povertà sanitaria

L’iniziativa si inserisce in un contesto nazionale sempre più critico. Secondo i dati del 2023, in Italia oltre 5 milioni e 600 mila persone vivono in povertà assoluta, con un aumento di 1,6 milioni negli ultimi dieci anni. La Caritas ha registrato un +41,6% di richieste di aiuto, in particolare per esigenze sanitarie. Nel 2024, ben 436 mila persone hanno chiesto sostegno per cure o farmaci, segnando un +8% rispetto all’anno precedente.

Le cure odontoiatriche sono tra le più penalizzate: solo il 7% delle risorse sanitarie delle persone in povertà è destinato a questo ambito, mentre ben il 62% va ai farmaci. In media, una persona povera può spendere 10,25 euro al mese in salute, contro i 60,96 euro di chi non è in difficoltà. Lo Stato investe ogni anno 85 milioni di euro in odontoiatria pubblica, mentre i cittadini spendono 8 miliardi in cure private, e il 5,7% della popolazione rinuncia del tutto a curarsi i denti.

Anche a livello locale, la Diocesi di Città di Castello ha rilevato questa emergenza: molte famiglie, specialmente numerose, rinunciano alle cure odontoiatriche per motivi economici. Da qui la scelta della Caritas di progettare un ambulatorio solidale che offra trattamenti gratuiti, grazie ai fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, a contributi della diocesi e alla collaborazione con docenti dell’Università degli Studi di Perugia.

Un progetto di rete, basato su volontariato e competenza

L’ambulatorio “Santa Margherita” si propone come un luogo di prevenzione, cura e accoglienza. L’accesso è regolato da un percorso di presa in carico che inizia presso il Centro d’ascolto parrocchiale o diocesano, dove si valutano le condizioni economiche delle persone (tramite Isee) o su segnalazione di medici di base, servizi sociali o associazioni. Una rete di odontoiatri volontari, affiancati da personale di segreteria e assistenti alla poltrona, garantirà il servizio in modo regolare.

Le voci dell’inaugurazione

Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha sottolineato il significato profondo dell’opera: “Siamo molto contenti come Chiesa tifernate di poter presentare quest’opera segno che in quest’anno giubilare diventa anche un modo per consegnare alla città e al territorio un altro motivo di speranza. Questo ambulatorio diventa l’occasione perché qualcuno che non potrebbe raggiungere quelle cure, per motivi economici, trovi la disponibilità di professionisti che vengono incontro. È un’attenzione concreta che dimostra come, insieme, si possa andare incontro a tante esigenze che nel territorio stanno crescendo”.

A spiegare l’origine del progetto è stato Gaetano Zucchini, direttore della Caritas diocesana: “La diocesi di Città di Castello ha rilevato un aumento costante delle richieste di aiuto per prestazioni sanitarie, soprattutto nell’ambito odontoiatrico. Molte famiglie rinunciano a curare i denti, specie quelle con tanti bambini. Due anni fa è nata così l’idea di un’altra opera segno: oggi inauguriamo un servizio concreto e strutturato, frutto di lunga programmazione e del sostegno dell’8xmille e della diocesi”.

Il direttore di Caritas italiana, don Marco Pagniello, ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa nel quadro nazionale: “La povertà sanitaria è in crescita, e colpisce soprattutto gli anziani, ma non solo. Sempre più famiglie, anche insospettabili, devono rinunciare alle cure. Non parliamo più solo di migranti o senza dimora, ma dei nostri vicini. La Chiesa, come sempre, fa la sua parte dando risposte concrete e segnalando bisogni veri”.

Anche il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, ha ringraziato per un’iniziativa che valorizza il lavoro in rete: “Questo progetto socio-sanitario inaugura una stagione nuova nella gestione delle emergenze sociali e sanitarie. La sinergia tra Diocesi, Caritas, Università e professionisti è motivo di orgoglio e ci spinge, come istituzioni, a fare sempre più rete per non lasciare indietro nessuno.”

L’ambulatorio odontoiatrico solidale di Città di Castello rappresenta oggi non solo un luogo di cura, ma un simbolo di dignità restituita, un esempio di quella solidarietà concreta che sa farsi prossimità reale. Un modello virtuoso in cui istituzioni, Chiesa e volontariato si uniscono per colmare le distanze sociali e garantire a tutti l’accesso a diritti fondamentali.

 

Programma della Settimana Santa

L’annuncio della Pasqua, che ci da speranza e ci riapre alla vita, è proprio il messaggio di un amore immenso, gratuito, misericordioso e fedele, che da senso e direzione ai giorni che viviamo sulla terra e spalanca l’orizzonte della vita piena e compiuta sconfiggendo per noi il grande nemico. Senza questa parola, e senza questo evento di salvezza, la vita degli uomini è in balia delle potenze egoistiche del mondo, illusa dalle sue false promesse di eternità e schiava delle sue effimere ricchezze. Costretta ad adorare i simulacri del successo personale e gli idoli della felicità a breve durata. Rassegnata a far conto solo sulle deboli forze umane e sulle fragili difese materiali. Il cuore di ogni uomo invece è stato plasmato da Dio per la comunione, la condivisione, la pace e l’amore, e quando manca di tutto ciò va in affanno e abbassa lo sguardo, perde speranza e azzera la fiducia, ma siccome è fatto solo per la vita e non per la morte, cerca vita dove crede di trovarla, razzolando tra le briciole del mondo, fidandosi dei falsi profeti che promettono ciò che non possono dare e lo danno a caro prezzo. Ecco perché la luce della Pasqua ci è necessaria… lodiamo il Signore della nostra Vita!

don Luciano, vescovo

Diocesi e Comune uniti nel progetto: “Città di Castello: un biglietto per quattro musei”

La Diocesi tifernate e il Comune invitano alla conferenza stampa di presentazione del progetto sperimentale “Città di Castello: un biglietto per quattro musei. Rinascimento e Contemporaneità”, che si terrà nel Salone Gotico del Museo diocesano lunedì 14 aprile alle ore 12 alla presenza del sindaco di Città di Castello Luca Secondi, del Vescovo Luciano Paolucci Bedini, dell’assessore tifernate alla Cultura Michela Botteghi. Contestualmente è prevista la firma del Protocollo di intesa che disciplina le modalità operative del progetto.

Il progetto sarà attivato in via sperimentale da aprile a dicembre 2025, si collega alla collaborazione tra Comune e Diocesi nell’ambito della rete interattiva museale Mua, con l’obiettivo di valorizzare il potenziale dei maggiori attrattori culturali della città tifernate per offrire al visitatore una visione unica del patrimonio culturale del territorio e la possibilità di immergersi in un percorso che attraversa secoli di storia e cultura condivise.

Pellegrinaggio Regionale Giubilare a Roma

Le otto Diocesi dell’Umbria promuovono il Pellegrinaggio Regionale Giubilare a Roma il 13 settembre 2025 con il passaggio della Porta Santa nella basilica di San Pietro. Una giornata in cui tutti i pellegrini dell’Umbria vivranno insieme questo importante momento di comunione, di fede e spiritualità, insieme ai loro Pastori. Ogni diocesi, attraverso le parrocchie, definisce le modalità di partecipazione e prenotazione delle adesioni.