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Città di Castello: pannelli multisensoriali per l’accessibilità nelle chiese storiche realizzati con fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica

CITTÀ DI CASTELLO (10 giugno 2025) – Inclusione, accessibilità e valorizzazione del patrimonio artistico e spirituale. Sono questi i cardini del progetto promosso dalla Diocesi di Città di Castello in collaborazione con l’Associazione “Chiese Storiche”, che ha portato all’installazione di innovativi pannelli multisensoriali nelle principali chiese del centro storico: San Domenico, San Francesco, Madonna delle Grazie e la Basilica Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

I pannelli, finanziati con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, sono stati pensati per rendere fruibile il patrimonio culturale anche a persone non vedenti, ipovedenti e non udenti. Grazie a una tecnologia integrata, offrono contenuti visivi, tattili e audio, comunicando in modo chiaro e accessibile le caratteristiche architettoniche, artistiche e devozionali degli edifici sacri. Contenuti che – per altro – sono utili e interessanti anche per i normodotati.

“Parliamo di un progetto che nasce da un’idea condivisa e che oggi rappresenta un passo concreto verso una maggiore inclusione sociale – ha spiegato Paolo Bocci, presidente dell’Associazione ‘Chiese Storiche’ –. I pannelli sono dotati di testi in Braille, rilievi grafici e contenuti in italiano e inglese. Attraverso QR Code e tecnologia Nfc, i visitatori possono accedere a guide audio-video con sottotitoli e traduzione nella lingua dei segni, rendendo l’esperienza accessibile anche alle persone non udenti”.

Il funzionamento dei pannelli è stato illustrato nel corso della presentazione ufficiale da Federica Tarducci, direttrice dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici della Diocesi. Sono dotati di informazioni di tipo visivo, tattile e audio, per comunicare – in modo semplice e accessibile a tutti – le caratteristiche architettoniche artistiche e devozionali dell’edificio sacro. Grazie alla tecnica di stampa, i contenuti di ciascun pannello (sia grafici sia testuali), sono contemporaneamente sia visivi che tattili, con testi in Braille e disegni in inchiostro trasparente a rilievo. Le tecnologie QR Code e Nfc (Near field communication) consentono di accedere alla guida audio-video con sottotitoli, tradotta in Lis (linguaggio dei segni).

Nel corso dell’incontro è intervenuto anche don Giuseppe Floridi, delegato diocesano Sovvenire, che ha sottolineato il valore dei fondi dell’8xmille per la realizzazione di iniziative a favore dell’intera comunità. “Questo tipo di interventi dimostra come l’8xmille non sia solo uno strumento di sostegno alla Chiesa, ma anche alla società – ha dichiarato don Floridi –. Permette di investire nella conservazione dei beni culturali, nella carità, nella pastorale e nel servizio dei sacerdoti. Firmare per l’8xmille significa contribuire alla bellezza, all’accoglienza e alla solidarietà”.

“È una iniziativa che va ad arricchire il nostro patrimonio storico-culturale – ha detto l’assessore alle Politiche sociali del Comune tifernate, Benedetta Calagreti – e che si sposa perfettamente con tutta una serie di attività che stiamo portando avanti anche come amministrazione comunale da qualche anno e che puntano all’abbattimento sia delle barriere architettoniche, sia di quelle relazionali e comunicative”.

L’Associazione “Chiese Storiche”, già impegnata in importanti interventi di restauro – come quelli agli affreschi della chiesa di San Domenico – ha inoltre installato pannelli informativi tradizionali in altre chiese del centro storico e continuerà nei mesi estivi con visite guidate ogni sabato mattina, dalle 11 alle 13, per valorizzare il significato religioso e culturale di questi luoghi.

 

 

 

La “Lunga Notte delle Chiese” a Città di Castello: una serata intensa tra bellezza, spiritualità e condivisione

CITTÀ DI CASTELLO (6 giugno 2025) – Tanti presenti e un clima di partecipazione viva hanno caratterizzato la serata del 5 giugno nella chiesa di San Francesco, in occasione della decima edizione della “Lunga Notte delle Chiese”, promossa dall’Associazione Chiese Storiche in collaborazione con la diocesi di Città di Castello e la parrocchia di San Francesco. Il tema scelto per quest’anno, «Abbracciare la Speranza», ha fatto da filo conduttore a un ricco programma che ha saputo coniugare spiritualità, arte, musica e inclusione.

Un pubblico numeroso e attento ha seguito con grande interesse ogni momento della serata, che ha saputo offrire spunti di riflessione profondi e suggestivi, alternando parole, suoni e immagini in un percorso coinvolgente ed emozionante.

Tra musica e parole: la speranza come armonia

L’atmosfera è stata resa ancora più suggestiva dalle esecuzioni della Corale Braccio Fortebraccio di Montone, diretta dal maestro Francesco Fulvi, che ha proposto un repertorio ispirato alla spiritualità e alla bellezza del creato. Brani come A City Called Haven, Agua de Beber di Jobim e il Cantico delle Creature di Angelo Branduardi hanno emozionato il pubblico, aprendo l’animo all’ascolto e alla contemplazione.

Approfondimenti tra fede e cultura

Particolarmente apprezzati gli interventi della dott.ssa Denise Vincenti (Università di Perugia) e del prof. Pierluigi Licciardello (Università di Bologna), che hanno guidato i presenti in riflessioni dense di significato. Le loro parole hanno offerto una chiave di lettura profonda e attuale sul tema della speranza, partendo dal messaggio di san Francesco e arrivando a toccare le inquietudini del presente.

L’arte come incontro e rivelazione

Uno dei momenti più affascinanti della serata è stato l’intervento della storica dell’arte Silvia Palazzi, che ha proposto un originale confronto tra Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e di Perugino. Un viaggio tra le linee e i colori della pittura rinascimentale, che ha svelato come l’arte sia capace di farsi linguaggio universale della speranza e della relazione.

Inclusione e spiritualità vissuta

Uno spazio toccante è stato riservato alla presentazione dei pannelli multisensoriali per ipovedenti, realizzati grazie ai fondi 8xmille della Chiesa italiana. L’Associazione Beata Margherita di Città di Castello ne ha mostrato il funzionamento e l’utilità per non vedenti, ipovedenti e non udenti, ma anche per le persone normodotate, grazie alle risorse multimediali che si possono attivare grazie ai dispositivi digitali. Un gesto concreto e simbolico che ha testimoniato come l’accoglienza e l’inclusione possano trasformarsi in segni visibili di speranza condivisa.

Scoprire la città con occhi nuovi

La serata è stata curata dai volontari dell’Associazione Chiese Storiche, che accompagnano abitualmente i partecipanti a queste iniziative alla scoperta del patrimonio artistico e religioso della città. Anche stavolta è stata l’occasione per guardare con occhi nuovi luoghi noti, riscoprendo il legame tra bellezza, fede e memoria.

 

 

 

La Scuola di formazione teologica “Pagani” compie 50 anni: pomeriggio di memoria e di festa fissato per domani, 6 giugno

CITTÀ DI CASTELLO (5 giugno 2025) – Cinquant’anni di impegno formativo, di dialogo con la cultura, di servizio alla Chiesa e alla comunità. È questo il traguardo che la Scuola diocesana di formazione teologica “Cesare Pagani – 1975” si appresta a celebrare con una festa aperta a tutti, in programma per domani, venerdì 6 giugno, alle ore 17.30, nella sala della Cera e giardino annesso delle Piccole ancelle del Sacro Cuore a Città di Castello. L’anniversario arriva al termine dell’itinerario formativo 2024-2025 della Scuola, intitolato “Il giubileo della speranza e della giustizia sociale nel processo sinodale della Chiesa”, che si è concluso nell’aprile scorso.

Le testimonianze di chi ha guidato la Scuola

La serata del 6 giugno inizierà con la preghiera del Vespro, per poi dare spazio alle testimonianze dei quattro direttori che nel tempo hanno guidato l’istituzione: don Giovanni Cappelli, don Antonio Ferrini, il vescovo Nazzareno Marconi e don Romano Piccinelli, attuale coordinatore. Sarà inoltre ricordato don Giovanni Andreani, primo direttore della Scuola, scomparso nel 1995. Non mancheranno momenti di condivisione libera, in cui i presenti potranno portare il proprio contributo attraverso ricordi e valutazioni personali. A chiudere l’incontro sarà l’intervento del vescovo Luciano Paolucci Bedini, che proporrà alcune riflessioni sul futuro della formazione teologica nella Diocesi tifernate, ispirandosi al cammino fatto e alle sfide del presente.

L’appello di don Romano Piccinelli

Un opuscolo commemorativo, che raccoglie episodi e tratti significativi dei 50 anni di attività della Scuola, sarà distribuito a tutti i partecipanti. Don Romano Piccinelli, coordinatore della Scuola, lancia un appello a tutta la comunità: «Desideriamo che la festa riesca nel migliore dei modi, invitando e facendo in modo che ci siano tutti coloro che, ancora viventi, hanno partecipato, negli anni, ai nostri incontri. Anche se avessimo un archivio zeppo di dati – e non l’abbiamo! – esso non potrebbe sostituire la conoscenza capillare delle singole persone che ciascuno di voi porta nella testa e nel cuore. Ci affidiamo ai vostri ricordi, al vostro spirito di osservazione, ai vostri inviti, in una parola, alla vostra collaborazione». L’invito è rivolto in modo particolare a presbiteri, diaconi e operatori pastorali, affinché coinvolgano chi, negli anni, ha camminato insieme alla Scuola in questo importante servizio alla fede e alla riflessione teologica. Una tappa significativa nel cammino della Chiesa diocesana, che guarda con gratitudine al passato e con fiducia rinnovata al futuro.

Giovanni Silvestrini ordinato diacono nella Cattedrale di Città di Castello: “Servire con gioia e fraternità”

CITTÀ DI CASTELLO – Nella solennità dei santi martiri Crescenziano e compagni, lunedì 2 giugno, la Cattedrale di Città di Castello ha accolto l’ordinazione diaconale di Giovanni Silvestrini. A presiedere la celebrazione – in un clima di gioia e di festa – il vescovo diocesano mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha imposto le mani e pronunciato la preghiera consacratoria su Giovanni, incardinando il nuovo diacono nella Chiesa tifernate. La liturgia è stata concelebrata, insieme a tutto il clero diocesano, anche dal vescovo emerito della Chiesa tifernate, mons. Domenico Cancian

La data scelta non è stata casuale. “Quando abbiamo scelto insieme questa data – ha ricordato il vescovo Luciano nell’omelia – pensavamo a san Crescenziano e ai suoi compagni martiri, che in questo nostro territorio hanno seminato per primi il Vangelo. Il loro tributo di sangue ha irrigato la fede di questo popolo e oggi accoglie l’offerta della tua vita donata per amore a servizio del Vangelo”.

 

Una storia vocazionale segnata dalla rinascita

 

Giovanni Silvestrini, 46 anni, originario di Città di Castello, è cresciuto nella frazione di San Martin D’Upò. Dopo gli studi in ragioneria e un’attività lavorativa come coltivatore diretto nel settore della legna da ardere, ha vissuto un lungo periodo lontano dalla Chiesa. Ma, come ha ricordato don Francesco Verzini, rettore del Pontificio Seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, è stato “grazie alla testimonianza del fratello minore e alla partecipazione a un seminario di Vita nuova nello Spirito promosso dalla comunità Magnificat” che Giovanni ha riscoperto la fede e avvertito la chiamata alla vocazione.

Nel 2018 è entrato nel percorso formativo propedeutico e poi nel Seminario regionale. “Giovanni è un uomo di preghiera viva e fede radicata, riflessivo e operoso – ha detto don Verzini – capace di commuoversi di fronte all’ingiustizia e di non rimanere indifferente al bisogno altrui. Posso attestare che ne è degno”, ha concluso presentando il candidato durante il rito.

 

L’invito del Vescovo: “Vivi il tuo ministero come un fratello tra i fratelli”

 

Il vescovo Paolucci Bedini ha centrato l’omelia sul brano evangelico “Rimanete nel mio amore”, sottolineando che la vita cristiana e il ministero diaconale “non sono nostri, ma di Cristo”. Ha ricordato a Giovanni che il servizio va vissuto “tra i fratelli e per loro, ma sempre come un fratello che ha bisogno anche del dono degli altri”.

Un’attenzione particolare è stata dedicata al senso della fraternità e della carità, vissute come segno concreto della fede: “La carità più grande che possiamo fare al mondo è l’evangelizzazione – ha affermato il Vescovo – che va vissuta nello stile dell’incarnazione: scendere, vedere, ascoltare, toccare, consolare, condividere”.

 

Una comunità in festa

 

La celebrazione è stata preceduta, domenica primo giugno, da una veglia di preghiera nella chiesa arcipretale di San Giustino, la comunità dove Giovanni ha svolto il suo tirocinio pastorale. Lì amici, parrocchiani e confratelli si sono uniti in preghiera per accompagnarlo nel passo decisivo verso il ministero ordinato.

Nel pomeriggio del 2 giugno, il neo-diacono ha partecipato – insieme al vescovo Luciano e ad altri fedeli – al pellegrinaggio presso Pieve de’ Saddi, luogo del martirio e della sepoltura di san Crescenziano, per rendere omaggio a quei testimoni della fede che hanno aperto la strada al Vangelo nell’Alta Valle del Tevere.

 

2 giugno. Ordinazione diaconale di Giovanni Silvestrini

Il 2 giugno la chiesa di Città di Castello fa memoria di san Crescenziano e dei compagni martiri che hanno evangelizzato il territorio altotiberino.

I santi martiri

Il nome di Crescenziano, nei libri liturgici locali, compare sempre associato a quello di un gruppo di martiri sepolti nella pieve di Saddi (nel comune di Pietralunga): Giustino, Faustino, Veriano, Orfito, Grivicciano, Benedetto, Eutropio, Fortunato, Esuperanzio. I martiri di Saddi hanno goduto nel medioevo di un culto intenso in Italia centrale. La sua venerazione si è sviluppata in età altomedievale, in particolare a Urbino, a partire dal 1068. In quell’anno, infatti, il vescovo di Città di Castello, Fulcone, donò l’insigne reliquia del corpo del santo al vescovo di Urbino, il beato Mainardo, che lo collocò nella ricostruita cattedrale e ne fece il patrono della città.
Soldato dell’esercito romano, Crescenziano sarebbe stato espulso dalle file militari a motivo della sua fede cristiana. Giunto a Città di Castello vi avrebbe annunciato per primo il Vangelo.
A motivo del suo rifiuto di sacrificare agli dei pagani subì il martirio, secondo una delle tradizioni il 1 giugno dell’anno 303 e fu sepolto in località Saddi, dove poi sorse la pieve a lui intitolata.

L’ordinazione

Proprio lunedì 2 giugno alle ore 10.30 nella Cattedrale di Città di Castello il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini ordinerà diacono il seminarista Giovanni Silvestrini che ha percorso il cammino di formazione al sacerdozio presso il seminario regionale “Pio XI” di Assisi.

La veglia di preghiera

Domenica 1 giugno alle ore 21 nella chiesa arcipretale di San Giutino, la comunità dove attualmente Giovanni svolge la propria esperienza pastorale, si svolgerà la veglia di preghiera in preparazione alla celebrazione.

Giubileo e indulgenza, una conferenza e una mostra ne raccontano il significato e la storia per la Chiesa

CITTÀ DI CASTELLO (24 maggio 2025) – Venerdì 23 maggio si è tenuta presso il Museo diocesano di Città di Castello la conferenza “Indulgenza: storia e significato”, promossa nell’ambito delle iniziative culturali e religiose in preparazione al Giubileo del 2025. L’evento ha rappresentato un’importante occasione per approfondire, alla luce della storia e della teologia, uno dei temi più caratteristici dell’Anno Santo: l’indulgenza plenaria.

A guidare la riflessione sono stati due esperti relatori: don Andrea Czortek, vicario generale della diocesi, e don Alberto Gildoni, incaricato diocesano per il Giubileo 2025. Al termine dell’incontro è stata inaugurata la mostra documentaria “Beatorum apostolorum limina visitare”, allestita presso il Museo e il Seminario diocesano.

 

 

Il significato dell’indulgenza: la relazione di don Andrea Czortek

Nella sua ricca relazione, don Andrea Czortek ha ripercorso le origini storiche e il significato ecclesiale dell’indulgenza, definendola come “la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele acquista per intervento della Chiesa”. Questo dono spirituale, ha spiegato il relatore, è espressione della misericordia di Dio e della comunione dei santi, un’opportunità di purificazione e conversione anche in favore dei defunti.

Don Czortek ha illustrato l’evoluzione dell’indulgenza, dalle prime concessioni nel medioevo alle indulgenze plenarie legate ai pellegrinaggi e alle crociate, fino alla loro piena regolamentazione da parte del Concilio di Trento. Ampio spazio è stato dato alla storia dei Giubilei, a partire da quello del 1300 indetto da papa Bonifacio VIII, fino all’Anno Santo 2025, che sarà il primo della storia ad essere aperto da un papa e chiuso da un altro.

Tra i tanti riferimenti storici, il vicario generale della Chiesa tifernate ha ricordato anche i testamenti di pellegrini altotiberini del 1350, conservati nell’Archivio capitolare, testimoni dell’intensa partecipazione popolare al secondo Giubileo della Chiesa.

Pellegrini di speranza: la riflessione di don Alberto Gildoni

Don Alberto Gildoni ha approfondito il senso teologico e pastorale del Giubileo in corso, proclamato da papa Francesco con la bolla “Spes non confundit”. Al centro della sua riflessione, la speranza come motore del cammino cristiano, “una speranza viva” che nasce dalla risurrezione di Cristo e che trova compimento anche attraverso il dono dell’indulgenza giubilare.

Secondo don Gildoni, l’indulgenza rappresenta una “remissione della pena temporale” che segue al perdono sacramentale, e che va compresa come aiuto concreto alla conversione e alla riparazione del male compiuto. Con un’efficace immagine, il relatore ha spiegato: “Il peccato è come un chiodo nel cuore: la confessione lo toglie, l’indulgenza chiude il foro”.

Ha ricordato, inoltre, che il Giubileo del 2025 offre molteplici vie per ottenere l’indulgenza, anche per chi non potrà recarsi a Roma: dai pellegrinaggi locali, alle opere di misericordia, fino all’unione spirituale ai riti tramite i media. L’indulgenza, ha sottolineato, non è solo un atto individuale, ma una chiamata a divenire costruttori di speranza, promuovendo riconciliazione, giustizia e pace.

Un viaggio nella memoria spirituale: la mostra “Beatorum apostolorum limina visitare”

A conclusione della conferenza, i presenti si sono soffermati nella sala documentaria del Museo diocesano per l’inaugurazione della mostra “Beatorum apostolorum limina visitare. Memorie di Giubileo nell’Archivio e nella Biblioteca della diocesi di Città di Castello”. L’esposizione, che resterà aperta per qualche mese, offre uno straordinario percorso tra documenti, testamenti e testimonianze dei Giubilei dal XIV al XX secolo.

Tra i pezzi più apprezzati, un registro notarile del 1350 contenente testamenti di pellegrini umbri in partenza per Roma: la più antica documentazione cittadina relativa a un Anno Santo. Particolare attenzione ha suscitato anche la lettera dell’allora sindaco di Firenze Giorgio La Pira, invitato nel 1975 a tenere un incontro pubblico in occasione del Giubileo.

La mostra si articola in due sedi: il Museo diocesano (visitabile dal martedì alla domenica, ore 10-13 e 15-18) e il Seminario diocesano (dal 3 giugno, aperto dal lunedì al venerdì, ore 8.30-12.30, con apertura pomeridiana il mercoledì fino alle 19).

Cultura e spiritualità per vivere il Giubileo

Conferenza e mostra fanno parte del progetto integrato Mab (Museo, Archivio, Biblioteca), finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica e volto alla valorizzazione del patrimonio culturale e spirituale della diocesi. Dei progetti finanziati con i fondi 8xmille, dell’importanza della firma per la Chiesa cattolica nelle dichiarazioni dei redditi e del sostegno ai sacerdoti ha parlato – all’inizio della conferenza – don Giuseppe Floridi, delegato diocesano per il Sovvenire.

 

Città di Castello celebra il beato Carlo Liviero, vescovo e fondatore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore

Nell’Anno giubilare della Speranza, la Chiesa di Città di Castello si prepara a vivere un momento di spiritualità e memoria con la festa liturgica annuale del beato Carlo Liviero, vescovo e fondatore delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore. L’appuntamento, in programma per venerdì 30 maggio 2025, coinvolgerà – come sempre – la comunità ecclesiale tifernate.

Il triduo di preparazione

La celebrazione sarà preceduta da un triduo di preparazione, nei giorni 27, 28 e 29 maggio, con inizio alle ore 18.30 nella Cattedrale. Un’occasione per approfondire la figura e il carisma del Beato, la cui testimonianza continua a parlare al cuore dei fedeli.

La celebrazione solenne in Cattedrale

Nella mattinata del 30 maggio, alle ore 10, sempre in Cattedrale, sarà celebrata la santa messa presieduta dal vescovo diocesano Luciano Paolucci Bedini. La liturgia sarà animata dagli alunni della Scuola Sacro Cuore, segno tangibile della vitalità dell’opera educativa voluta dallo stesso Liviero. Al termine della celebrazione, è prevista una visita all’urna del Beato, per un momento personale di preghiera e venerazione.

Da Vicenza alla Chiesa tifernate

La memoria liturgica del beato Carlo Liviero, fissata alla data del 30 maggio, coincide con il giorno del suo battesimo, avvenuto nel 1866. Nato a Vicenza il 29 maggio di quello stesso anno, Carlo Liviero visse un’esistenza segnata dalla carità operosa e dalla dedizione totale al ministero sacerdotale ed episcopale. Ordinato presbitero nel 1888 a Padova, esercitò il suo ministero in parrocchie del vicentino, distinguendosi per un’intensa azione pastorale e sociale.

Nel 1910, papa san Pio X lo chiamò alla guida della Diocesi di Città di Castello. Il suo episcopato fu caratterizzato da un ardente zelo apostolico e da una sorprendente capacità organizzativa, che si tradusse in una molteplicità di iniziative pastorali, sociali e culturali. Tra queste si ricordano la fondazione del settimanale “Voce di popolo”, la creazione della Scuola tipografica per orfani, la Libreria e l’Ospizio Sacro Cuore, il pensionato per giovani lavoratrici, la colonia marina a Pesaro e numerose attività educative e caritative, tutte animate da un’autentica passione evangelica.

La fondazione delle Ancelle e la beatificazione

Particolarmente significativa fu, nel 1915, la nascita della congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, che ancora oggi ne custodiscono l’eredità spirituale e apostolica. Il processo di beatificazione si svolse tra il 1977 e il 1982. L’eroicità delle virtù fu riconosciuta nel 2000 e, a seguito del riconoscimento di un miracolo, Carlo Liviero fu proclamato Beato il 27 maggio 2007 proprio a Città di Castello. L’intera comunità diocesana è invitata a partecipare all’ormai prossima solenne celebrazione di quest’anno, per rendere grazie al Signore per il dono di un pastore così ricco di zelo e carità, e per rinnovare l’impegno a camminare nella speranza e nella fede, seguendo l’esempio del beato Carlo Liviero.

 

Indulgenza, tra storia e significato: una conferenza per riscoprirne il valore spirituale

Un’occasione per riflettere sul senso dell’indulgenza nel contesto dell’Anno Santo e per approfondirne le radici storiche e il significato ecclesiale. È questo il cuore della conferenza dal titolo “Indulgenza: storia e significato”, che si terrà venerdì 23 maggio alle 17.30 al Museo diocesano di piazza Gabriotti a Città di Castello.

L’incontro: origini e ruolo tra i credenti

L’incontro rappresenta un’opportunità per approfondire un tema centrale del Giubileo, spesso circondato da curiosità e interpretazioni diverse. I relatori, don Andrea Czortek, vicario generale, e don Alberto Gildoni, incaricato diocesano per il Giubileo, accompagneranno il pubblico in un percorso che ripercorre le origini storiche dell’indulgenza e il suo ruolo nella vita dei credenti. La conferenza offrirà spunti di riflessione sulla dimensione di misericordia e redenzione che questo strumento ecclesiale rappresenta, in collegamento con le celebrazioni giubilari e le pratiche di fede.

La mostra delle memorie giubilari

Al termine della conferenza sarà inaugurata la mostra “Beatorum apostolorum limina visitare. Memorie di Giubileo nell’Archivio e nella Biblioteca della diocesi di Città di Castello”. Il percorso espositivo offre l’occasione di immergersi nella storia spirituale e culturale della diocesi, esplorando testimonianze e documenti legati ai pellegrinaggi e ai Giubilei celebrati nel corso dei secoli.

I fondi 8xmille per i beni culturali

Le due iniziative rientrano nel calendario delle attività culturali e religiose promosse dalla diocesi di Città di Castello per celebrare e far conoscere il Giubileo. La conferenza e la mostra fanno parte del progetto integrato Mab, dedicato ad Archivio, Biblioteca e Museo diocesano, finanziato con i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica e finalizzato alla valorizzazione, alla conoscenza e alla fruizione del patrimonio storico, culturale e devozionale.

Il pellegrinaggio nella storia. Motivazioni, itinerari e ospitalità

In occasione della celebrazione dell’anno santo 2025, che ha portato e continuerà a portare a Roma numerosi pellegrini, la Diocesi tifernate e l’associazione “Chiese storiche” in collaborazione con l’associazione “Le Rose di Gerico” organizzano un incontro di approfondimento sul tema “Il pellegrinaggio nella storia. Motivazioni, itinerari e ospitalità”. Appuntamento per domenica 18 maggio alle ore 17, nella sala Santo Stefano del Palazzo vescovile. L’iniziativa, realizzata con il contributo 8xmille alla Chiesa cattolica, è un viaggio indietro nel tempo che segue a ritroso i passi di milioni di persone che, camminando, hanno fatto l’Europa. Una pratica che precede di molti secoli l’istituzione del primo Giubileo nel 1300. Durante l’incontro verranno analizzate le motivazioni religiose che spingevano i pellegrini ad avventurarsi in pericolosi viaggi, dai quali molto spesso non c’era ritorno. L’incontro sarà guidato dalla dott.ssa Daniela Dradi, laureata in Archeologia classica e Archeologia cristiana all’Università di Roma Tor Vergata.La relatrice, ha frequentato il Pontificio Istituto di Archeologia cristiana a Roma, dove ha avuto modo di approfondire lo studio delle dinamiche all’origine dell’arte e dell’architettura paleocristiana.

Il vescovo Paolucci Bedini: “Un Papa missionario che ha ben chiaro il compito della Chiesa” | VIDEO

Abbiamo appena conosciuto il nuovo Papa, Leone XIV, e si è affacciato alla loggia della Basilica Vaticana per benedire il popolo. Un nome che forse non molti s’aspettavano, un religioso che prende in mano la barca di Pietro in questo tempo così importante e che già nel suo saluto ci ha dato tante parole anche di continuità con Papa Francesco indicando quelli che sono i temi della comunione, del camminare insieme, della pace, soprattutto dell’attenzione a tutti i popoli. Ringraziamo il Signore per questo dono e continuiamo a camminare là dove il Vangelo continua a dirci che siamo chiamati ad annunciare la sua novità. Questo Papa è stato missionario e ha ben chiaro il compito che la Chiesa ha di arrivare davvero fino ai confini del mondo”.

Così il vescovo di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, appena appresa la notizia dell’elezione del nuovo Pontefice.