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“La spesa sotto l’albero”, insieme alla Caritas per un Natale solidale

La Caritas di Città di Castello promuove l’iniziativa “La spesa sotto l’albero”, una raccolta natalizia per contrastare l’emergenza alimentare. L’invito, rivolto a tutta la comunità, è quello di ritrovare il senso del Natale nei piccoli gesti concreti attraverso la donazione di aiuti alimentari che possano portare conforto e gioia a chi vive in condizioni di disagio economico. L’obiettivo è quello di far nascere la speranza nelle vite di chi l’ha smarrita, riscoprendo la condivisione e l’amore verso il prossimo.

Le parrocchie in prima linea

Cuore pulsante di questa iniziativa sono le parrocchie che diventano il centro di raccolta di beni di prima necessità come latte, biscotti, zucchero, alimenti in scatola (come tonno, pomodori, legumi), pasta, riso, olio e detersivi per i piatti. Sono benvenuti anche altri generi alimentari a lunga conservazione, indispensabili per garantire un aiuto concreto e duraturo alle famiglie in difficoltà.L’iniziativa rappresenta un’importante opportunità per cambiare, in modo significativo, il Natale di coloro che si trovano in difficoltà. Ogni piccola donazione rappresenta un grande segno di speranza, in linea con lo spirito di solidarietà che più di ogni altro, caratterizza questo periodo dell’anno. Con la raccolta, la Caritas desidera, non solo dare una risposta all’emergenza alimentare, ma anche promuovere la cultura della solidarietà e sensibilizzare la comunità alla cura e all’attenzione verso le persone in difficoltà.

Il dono della solidarietà

Chi deciderà di partecipare con il proprio sostegno a “La spesa sotto l’albero” potrà contribuire a dare un nuovo significato al concetto di “dono”, trasformandolo in un gesto di condivisione e responsabilità verso gli altri. Un’opportunità per riflettere su quanto sia importante prendersi cura del prossimo, promuovendo un modello di comunità in cui ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Ogni dono, piccolo o grande che sia, diventa così un simbolo di speranza e un messaggio di amore verso chi ha più bisogno. Gaetano Zucchini, direttore di Caritas diocesana, invita “tutta la comunità cristiana ad adoperarsi per una raccolta di cibo e non solo, come campagna Caritas per questo Avvento, che possa aiutarci a sostenere questa fase molto difficile di accompagnamento per le situazioni più fragili”.

Il Giubileo degli adolescenti

Il giubileo degli adolescenti è rivolto ai giovani dai 12 ai 16 anni. Le iscrizioni si chiudono il 31 gennaio 2025 e devono essere effettuate tramite il portale indicato nella pagina del “Servizio nazionale di pastorale giovanile”. Ad oggi non si è ritenuta necessaria una organizzazione a livello diocesano. Si consiglia di iniziare a prenotare gli autobus in quanto i costi sono già lievitati per tutto il 2025 e scarseggiano le disponibilità.

Il PROGRAMMA DI MASSIMA

Venerdì 25 aprile
h.9.00-18.00: Pellegrinaggio alla Porta Santa con la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari.
h.18.00-19.30: Preghiera della Via Lucis (stazioni dalla Risurrezione alla Pentecoste)
Sabato 26 aprile
h.8.00-18.00: Pellegrinaggio alla Porta Santa con la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione nelle chiese giubilari.
h.11.00-15.00: Momento di animazione (concerti, momenti di preghiera, incontri tematci, testmonianze) in alcune piazze di Roma h.17.30-19.00: Momento di festa musicale
Domenica 27 aprile
h.10.30: S. Messa presieduta dal Santo Padre (Piazza S. Pietro), con alcuni ragazzi che riceveranno la Cresima dal Santo Padre Canonizzazione del Beato Carlo Acutis
L’organizzazione prevede una serie di pacchetti che prevedono: ospitalità, trasporti, cibo, assicurazioni che possono essere modulati a seconda delle necessità

Il Giubileo dei Giovani: 28 luglio – 3 agosto

Questo secondo appuntamento giubilare è rivolto ai giovani dai 17 ai 35 anni di età. L’organizzazione sarà a livello regionale. La consulta regionale ha stabilito di partire il 31 luglio. I programmi e le modalità di partecipazione richiamano quelle delle Giornate Mondiali della Gioventù. Nella santa messa di domenica 3 agosto il Santo Padre canonizzerà il beato Piergiorgio Frassati

ACCOGLENZA DEI PELLEGRINI

Come già fatto in occasione del grande giubileo del 2000 siamo chiamati ad ospitare i pellegrini stranieri che passeranno in Umbria prima degli appuntamenti a Roma dal 24 luglio al 28 luglio. É necessario che quanto prima riusciamo a definire la disponibilità per l’accoglienza nelle famiglie delle nostre parrocchie. A tal fine sarà preparato un modulo on-line ed uno cartaceo per raccogliere le disponibilità di famiglie e strutture. Chiediamo la massima collaborazione e diffusione di questa iniziativa.

Programma
GIOVEDÌ 24 LUGLIO 2025
Nel pomeriggio, arrivo dei giovani e sistemazione negli alloggi. VENERDÌ 25 LUGLIO 2025
Giornata diocesana per i gruppi ospitati nelle Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Orvieto-Todi, Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Foligno.
Visita ad Assisi dalle ore 8,00 alle ore 19,00 per i gruppi ospitati nelle Diocesi di Perugia-Città della Pieve, Gubbio, Città di Castello e Spoleto-Norcia.
I giovani visiteranno le Basiliche di san Francesco e di santa Chiara, il Santuario di san Damiano, la Cattedrale, la Chiesa Nuova e il Santuario della Spogliazione (dove si trova la tomba del Beato Carlo Acutis). I partecipanti potranno prepararsi alla giornata attraverso una specifica applicazione telefonica, contenente informazioni e video sulla vita di san Francesco, santa Chiara e del beato Carlo Acutis.
La Santa Messa dovrà essere celebrata al mattino nelle parrocchie ospitanti.
SABATO 26 LUGLIO 2025
Giornata diocesana per i gruppi ospitati nelle Diocesi di Perugia-Città della Pieve, Gubbio, Città di Castello e Spoleto-Norcia. Ogni Diocesi definirà autonomamente la struttura della giornata.
Visita ad Assisi dalle ore 8,00 alle ore 19,00 per i gruppi ospitati nelle Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Orvieto-Todi, Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Foligno.
DOMENICA 27 LUGLIO 2025
Nel mattino è prevista la Santa Messa e il pranzo nelle parrocchie ospitanti.
Dalle ore 17,00 alle ore 23,00 tutti i gruppi ospitati in Umbria si ritroveranno ad Assisi, presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, per un momento di festa, durante il quale sarà possibile visitare anche la chiesa della Porziuncola.
LUNEDÌ 28 LUGLIO 2025
Nel mattino, o nel pomeriggio, partenza dei giovani per Roma. L’orario di partenza dipenderà dal programma di accoglienza della Diocesi in cui il gruppo è ospitato.

SDFT “Cesare Pagani”, gli appuntamenti di questo mese

Relativamente al percorso formativo 2024-2025 della SDFT “Cesare Pagani” – 1975: IL GIUBILEO DELLA SPERANZA E DELLA GIUSTIZIA SOCIALE NEL PROCESSO SINODALE DELLA CHIESA, ricordo gli appuntamenti di questo mese, nella sala santo Stefano del Palazzo Vescovile, ore 21:

Gli appuntamenti del mese

Giovedì 05 dicembre – Andrea Andreozzi: La Parola liberante e la sua invincibile capacità di conversione; giovedì 12 dicembre – Laboratorio (coordina Marcella Monicchi): La domenica della Parola (26 gennaio 2025). Programmazione comunitaria; giovedì 19 dicembre – Primo approfondimento: Il grido degli scartati. Il giubileo e le “nuove” povertà.
Interviene il sociologo Paolo Montesperelli.

Centro studi santa Veronica

Inoltre, relativamente al CENTRO STUDI SANTA VERONICA GIULIANI rinnovo l’invito a diventarne SOCI. A tal fine, allego la scheda di presentazione del Centro Studi e il Modulo d’iscrizione.
Ricordo anche che I Soci del Centro Studi invitano tutti ad un incontro sulla spiritualità di santa Veronica Giuliani, venerdì 27 dicembre, giorno anniversario della sua nascita, nella chiesa di santa Veronica a La Tina. Ore 16 Conferenza: La nascita e la vita nuova in Cristo (don Romano Piccinelli). Dialogo e adesioni all’Associazione. Ore 17,30. S. Messa.
Potete trovare le Locandine cartacee a Città di Castello, in Libreria Sacro Cuore, che ringrazio per il servizio.

Conferenza stampa di presentazione “Natale tra Umbria e Toscana. Verso il Giubileo 2025”

La Diocesi tifernate vi invita alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Natale tra Umbria e Toscana – IX Edizione per illustrare le novità di questa nuova edizione. Il tema di quest’anno è il “Giubileo del 2025. Pellegrini di Speranza”. L’incontro è fissato per martedì 10 dicembre alle ore 11.00 nel salone gotico del Museo diocesano Città di Castello. Saranno presenti il vescovo Luciano Paolucci Bedini, i sindaci e gli assessori alle Politiche culturali dei comuni aderenti all’iniziativa e Catia Cecchetti, ideatrice e coordinatrice dell’iniziativa. Vi aspettiamo!

Giubileo 2025, Pellegrini di Speranza. Vita offerta, segno eterno della nostra Speranza.

Il cammino della fede, contrassegnato dai ritmi dell’anno liturgico, ci invita ad un altro passaggio che, chiude un tempo trascorso sotto la guida della misericordia divina e riapre il sentiero verso una nuova riscoperta del suo progetto di salvezza per ogni uomo. L’Avvento ci scuote e ci invita ad alzare lo sguardo dentro lo stordimento della quotidianità, per restituire la parola al Signore della Vita e della storia che ci offre di nuovo il senso del nostro esistere e l’orizzonte del nostro andare. In mezzo alle pagine lieti e tristi della vicenda umana Dio si racconta e svela il suo desiderio di comunione eterna con le sue creature.Il nostro cuore intuisce che davanti a tutto ciò che ci offende e ci turba, ma anche in tutto quello che ci commuove e ci affascina, è nascosto un mistero che sentiamo necessario e che non sempre riusciamo a cogliere. Emerge così il bisogno più autentico e profondo che ciascuno di noi sente forte sopra tutti gli altri: la speranza.

In cammino verso la Speranza

Nel nostro incedere, tra una radice di amore e un destino di eternità, tutti siamo pellegrini di speranza! Proprio per questo il prossimo Giubileo dell’anno 2025, che verrà aperto nella notte di Natale, porta questo titolo: Pellegrini di Speranza. Dove l’essere pellegrini ricorda a noi creature la dimensione precaria del cammino, per la quale si apprende l’essenziale e in cui ci si spoglia dl superfluo, così da permettere un andare verso la metà che, in questo caso è, compagna di viaggio, guida esperta e solidale, orizzonte che attira lo sguardo e porto sicuro per un approdo di pace. Questa Speranza è la persona stessa di Gesù, il Figlio di Dio, che per noi si è chinato sulle nostre fatiche e per noi ha offerto la sua stessa vita nel sacrificio della Croce. Vita offerta che, per l’amore con cui è stata donata, vince la morte e diviene il segno eterno della nostra Speranza.

Il Giubileo, chiamata a soffiare sulle braci

L’anno del Giubileo, che vivremo insieme anche come Chiese della regione Umbria nel settembre prossimo, sarà una bella occasione per rinnovare la nostra relazione con il Signore Gesù, attraverso la meditazione della sua Parola, la grazia dei Sacramenti che possiamo celebrare e la riscoperta della relazione fraterna nelle nostre comunità di fede. Le sacre scritture ricordano come il tempo giubilare è sempre il momento buono per riordinare la propria vita a partire dalla verità di Dio e dalla sua volontà. Il nostro esistere è radicato nella Santissima Trinità e, solo se è in sintonia con la sua stessa vita, trova significato e felicità piena. In questo nostro mondo, inutilmente impegnato a generare falsi motivi di speranza ma, in realtà, disperatamente assetato della vera Speranza, sentiamo forte, per ciascuno di noi, la chiamata a soffiare sulle braci della nostra fede per lasciar scaturire ciò che lo Spirito ci ha donato e condividerlo con i nostri fratelli. Si rinnova il mistero dell’incarnazione. Impastati di terra e di cielo, ricchi della nostra povera umanità e della grazia divina, non temiamo di attraversare la storia, certi della compagnia del Figlio, che con noi si fa Pellegrino di Speranza. Usciamo insieme verso la meta che ci è indicata, il Signore viene!

don Luciano, vescovo

Figli orgogliosi di san Florido e sant’Amanzio

La Cattedrale ha accolto i numerosi fedeli che già dalle prime ore del mattino hanno partecipato alle messe e si sono inginocchiati a pregare davanti alla tomba dei santi patroni

La solenne messa pontificale è stata presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrata del clero diocesano, alla presenza di autorità civili e militari.

Per vedere la solenne messa pontificale
https://www.facebook.com/share/v/19WEh8kHac/

 

Il testo dell’omelia del vescovo Luciano

Fratelli e sorelle carissimi, la liturgia ci ha fatto condividere questa preghiera: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”, che sembra quasi una professione di fede. Insieme, da questa Parola siamo convocati, per riascoltare l’annuncio della fedeltà di Dio. Uniti, come popolo credente, torniamo alla sorgente della nostra speranza per rinnovare la nostra fiducia nella misericordia divina. Se il Signore è il nostro pastore, se nella nostra vita lasciamo che sia Lui a guidarci, se ogni nostro sentimento e pensiero scaturisce dal sentirci suoi, allora davvero nulla ci manca, nulla di ciò che non può mancare.

Rivolgo a voi tutti un fraterno augurio di bene in occasione della Solennità dei nostri Santi Patroni  che stiamo celebrando, e un deferente saluto alle autorità civili e militari che hanno voluto accogliere il nostro invito. Coloro che hanno custodito con il loro ministero questa santa Chiesa, dal cielo, con sguardo amorevole, continuano ad invocare su questa Città, e sul popolo che abita questo territorio, la benedizione dell’Altissimo Padre.

L’Apostolo Pietro, nella sua prima lettera, ricorda agli anziani che guidavano le prime comunità cristiane: “pascete il gregge di Dio che vi è affidato”. Di questo invito, che è traduzione di un comandamento divino, i Santi Florido e Amanzio sono stati fedeli interpreti. Uno vescovo, e l’altro presbitero, uniti da una santa amicizia, si sono sostenuti a vicenda per accogliere e rispondere al mandato di Dio che la Chiesa aveva loro indicato. Il loro servizio di pastori origina e scaturisce dal cuore stesso di Dio che, ha inviato suo Figlio come buon pastore dell’umanità, per radunare i dispersi, curare i feriti, difendere i deboli e nutrire i piccoli.

Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare”, sono le parole di Dio che il profeta Ezechiele ci ricorda. È nel progetto della sua volontà, il desiderio di riprendere la guida del suo popolo, affinché tutta l’umanità si scopra amata e si riconosca guidata dal Signore del cielo e della terra. E questo progetto si realizza e si compie nella missione di Gesù che, dalle radici dell’umana natura si immerge nella nostra vicenda terrena per curarne le ferite e guarirla dalla sua mortale infermità. Dio stesso si fa pastore del suo gregge perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, e nessuno abbia a perderla o a perdersi. Abbiamo bisogno di essere guidati e condotti, da soli rischiamo la vita, l’unica che abbiamo in dono.

L’Evangelista Giovanni ci ricorda le parole di Gesù: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”. È Lui, Gesù, il buon pastore, icona e modello di ogni pastore buono di cui i popoli dell’umanità hanno bisogno. Se è il Signore stesso a guidare il nostro camminare quotidiano, allora davvero nulla ci manca e, in Lui, tutto troviamo di ciò che ci necessità per rispondere alla chiamata della vita. Così non possiamo non vedere nella vita santa dei nostri Patroni la trasparenza luminosa del vero ed unico pastore, riverberata nella testimonianza della loro fede e resa feconda dalle loro gesta. Il vescovo Florido, soprattutto, ha offerto la sua vita in unione con quella del presbitero Amanzio, per rispondere alla chiamata di Dio di mediare, per questa porzione del suo popolo santo, la tenerezza e la fedeltà del nostro Dio. 

Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Ogni pastore buono è chiamato a servire il gregge che gli è affidato dando la sua vita. La vita, donata, offerta, spesa, consumata, messa a disposizione, giocata per i suoi fratelli, è la sostanza del ministero di chiunque è chiamato ad essere pastore nella Chiesa. Il Signore Gesù ha obbedito alla missione datagli dal Padre offrendo tutta la sua vita in sacrificio per la salvezza degli uomini. È questa la misura della santità dei pastori. Di questa misura divina partecipa ogni pastore inviato a pascere il gregge di Dio. Così come vediamo risplendere, nella testimonianza dei nostri Florido e Amanzio, la forza dell’amore di Dio e la larghezza della sua misericordia.  

Se dunque il Signore è il nostro pastore. Ci guida, ci nutre, ci protegge e ci indica pascoli sicuri. Ci tiene uniti e si prende cura di noi. Ci raduna e si fa nostro Salvatore donandoci la sua stessa vita. Se questa sua presenza di grazia e di accompagnamento ci è data nella vita e nel ministero dei pastori buoni che la Chiesa ci invia, allora veramente nulla ci manca. 

Nulla ci manca per essere discepoli del Maestro del regno. Nulla ci manca per sentirci inviati come missionari del Risorto. Nulla ci manca per pensarci e vivere come famiglia nella fraternità della Chiesa. Nulla ci manca per renderci accoglienti e compagni di viaggio di chi più fatica nella vita. Nulla ci manca che scusi un atteggiamento lamentoso e attendista, e ci doni l’alibi per non rispondere alle chiamate del Vangelo. Nulla ci manca che giustifichi il giudizio senza l’umiltà e il coraggio dell’ascolto e del dialogo. Nulla ci manca per poter evitare di sentirci partecipi e responsabili della vita sociale. Nulla ci manca per dirci oggi, nell’attualità che viviamo, con generosità e con gioia, figli orgogliosi dei Santi Florido e Amanzio. 

Per la loro fede schietta, e per la loro autentica amicizia, seguirono il Signore, servirono la Chiesa, subirono le avversità del loro tempo, cercarono l’aiuto dei santi, restarono saldi nella speranza, sostennero i loro concittadini nella ricostruzione della vita sociale, suscitarono testimonianze di fedeltà e mantennero fisso lo sguardo sulla meta eterna. 

 Con la gioia e la gratitudine, che la liturgia ci fa celebrare in questa Solennità, continuiamo fratelli e sorelle ad invocare l’intercessione, la protezione e la guida dei Santi Florido e Amanzio, perché aiutino questa nostra Chiesa ad accogliere la grazia del Vangelo, perché tutti noi insieme diventiamo capaci di farne dono a tutti attraverso l’esempio e la testimonianza di una vita affidata al Signore e donata ai fratelli. Amen.     

 

 

 

 

 

 

San Francesco e Alberto Burri, un incontro prezioso tra cultura e povertà

“In onore dei santi patroni Florido e Amanzio si celebra ancora una volta la testimonianza di chi ha vissuto e offerto se stesso e la propria vita, per il bene e la crescita della Città e del suo popolo”. Il vescovo di Città di Castello, mons. Luciano Paolucci Bedini, apre con queste parole la conferenza “Francesco e Burri, una povertà regale”, nella Cattedrale tifernate proprio di fronte all’installazione dell’opera del maestro Alberto Burri. “Uno spazio sacro – ha continuato il vescovo Luciano -, che accoglie un prezioso incontro che favorisce il confronto tra diversi linguaggi della cultura e le risonanze profonde che ogni animo è capace di ospitare davanti allo splendore della umana povertà”.

Commentando l’iniziativa mons. Paolucci Bedini si è così espresso: “Questo evento congiunto, che vede una originale e coraggiosa collaborazione tra la Fondazione Burri e la Diocesi di Città di Castello, nasce nel tentativo di far dialogare la musica e il canto con la pittura e l’arte dei materiali. La vicenda umana e spirituale di Francesco d’Assisi, di cui i nostri territori sono stati testimoni oculari, grazie agli anniversari che si stanno celebrando, rappresenta una grande l’occasione, anche per l’arte, per scoprire quanto di quelle narrazioni ha ispirato lo sguardo e l’opera degli autori dei secoli seguenti”. Durante il suo intervento, il vescovo Luciano ha toccato anche il tema centrale della povertà: “Laddove la creatura umana sembra spogliata di tutto, completamente depauperata e incapace di riscatto, prende avvio un inedito percorso di ricreazione e di risurrezione, a opera dell’autore stesso della vita”.

Quello della mattinata di sabato 9 novembre è il primo appuntamento dell’iniziativa promossa dalla Diocesi di Città di Castello, dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e dalla Schola cantorum “Anton Maria Abbatini” per celebrare gli 800 anni dall’impressione delle Stimmate di san Francesco d’Assisi. Alla conferenza “Francesco e Burri, una povertà regale”, oltre al Vescovo della Chiesa tifernate, hanno partecipato mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza episcopale marchigiana, il prof. Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, fra Giuseppe Magrino, frate minore conventuale e maestro emerito della Cappella musicale della Basilica papale di San Francesco in Assisi, e il maestro Stefano Ragni, critico musicale.

Il pubblico presente si è dimostrato attento e partecipe, coinvolto dai temi affrontati e dai tanti spunti di riflessione. Il vescovo Nazzareno Marconi ha parlato dell’arte straordinaria del maestro. “Burri racconta una storia – ha detto – di materiali poveri, feriti, lacerati dall’interno, perché possa uscire una ricchezza di vita che deborda. La vita è una realtà troppo grande e misteriosa perché i nostri contenitori umani riescano a contenerla. Così era la vita contadina espressa dal grano raccolto di fresco che lacerava i sacchi consunti dall’uso. Così la vita dell’uomo moderno, che le nostre infinite confezioni di plastica levigata non riescono a trattenere, perché la vita brucia e vuole uscire”.

“Burri ha reso prezioso quel ‘povero’ sacco – ha detto il prof. Corà -, lo ha reso ‘regale’ conferendogli una diversa bellezza e riscattandolo dal suo destino di oggetto da abbandonare. Con la sua capacità artistica, Burri ha ridato un nuovo destino anche alla sua vita di ex prigioniero ed ex medico, dedicandosi alla bellezza dell’arte e della poesia. Ciò che rende possibile avvicinare Burri a Francesco, il ‘santo poverello’ di Assisi è l’aver abbracciato,ancorché diversamente, un emblema di ‘povertà’, veicolo di semplicità e autenticità d’esperienza per una elevazione spirituale”.

Gli interventi si sono chiusi con il contributo del maestro Stefano Ragni che, ha parlato della musica dell’opera “Le stimmate” scritta da fra Giuseppe Magrino. “La musica di Magrino – ha detto Ragni -, nell’oratorio procede per fratture, per contrasti timbrici veementi, batte ritmicamente sugli archi dell’orchestra e produce squarci nei corni, affidando al coro gregoriano, l’assemblea dei Frati minori, la solennità del rito. Volge al finale con una pacificazione sonora che, nella sua dimensione raccolta, sembra additare all’incantesimo del Venerdì Santo wagneriano, quando tutte le ansie si placano e la luce del Divino irrompe sull’assemblea”.

Il prossimo e ultimo appuntamento dell’iniziativa su Francesco e Burri è fissato per domani, domenica 10 novembre alle ore 17. La Cattedrale ospiterà proprio il concerto in onore dei santi patroni Florido e Amanzio “Le Stimmate”, oratorio per soli, coro e orchestra composto da fra Giuseppe Magrino ed eseguito, per la prima volta, dalla Schola cantorum “Anton Maria Abbatini” e dalla Oida – Orchestra instabile di Arezzo. L’opera “Sacco” del maestro Alberto Burri rimarrà esposta fino alle 19 di domenica 10 novembre.

 

Solennità dei santi Florido e Amanzio

La diocesi di Città di Castello si prepara a celebrare uno dei momenti più significativi del suo calendario liturgico: la solennità dei santi Florido e Amanzio, non solo un momento di festa, ma un’occasione per una profonda riflessione sulla propria fede e per riunire in preghiera la comunità tifernate. Le celebrazioni si svolgeranno dal 10 al 13 novembre nella basilica Cattedrale. In preparazione della festa, domenica 10 novembre, saranno celebrate le messe alle ore 10.30 – 12. Durante la cerimonia delle 18.30, le confraternite della diocesi faranno la tradizionale offerta dei ceri, un momento significativo che simboleggia la devozione e la partecipazione di tutta la comunità alla festa per i santi tifernati. Mercoledì 13 novembre nella cattedrale superiore, le messe saranno celebrate alle ore 8-9-10-11. Alle ore 18, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, presiederà la solenne celebrazione eucaristica, concelebrata con il clero della diocesi, come da tradizione e animata dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”. La celebrazione solenne delle ore 18 di mercoledì 13 novembre, sarà trasmessa in diretta sul canale Youtube Diocesi di Città di Castello e su Trg al canale 13.

Il tempo di Florido e Amanzio

I Santi patroni vissero in un tempo caratterizzato da instabilità e trasformazione, l’arrivo di nuovi popoli e le devastazioni portate da Totila. Amanzio e Florido hanno svolto un ruolo fondamentale nel processo di rinascita di tutto il popolo dedicandosi con zelo a rifondare un tessuto sociale e comunitario profondamente segnato. La loro impegnativa opera andò oltre il semplice ripristino materiale; si estese al piano spirituale, giocando un ruolo cruciale nella creazione di una nuova identità sociale e religiosa. Per questo motivo, non solo sono i fondatori di una nuova comunità, ma anche i precursori di un periodo di rinnovamento e speranza, in cui la fede si unisce all’impegno civico.

Florido, Amanzio e Donnino, costruire insieme

Collaborando e vivendo insieme come fratelli, il vescovo Florido e il sacerdote Amanzio hanno fondato una Chiesa autentica, animata dalla fede e dalla carità. Le basi solide di questa “costruzione” si posano nella certezza dell’amore di Dio, che offre la forza necessaria per edificare non solo mura e case, ma una comunità umana e cristiana. È proprio questo “stare insieme”, che coinvolge anche il laico Donnino, a definire la santità di queste figure. Florido e Amanzio non agiscono mai separatamente; insieme, si prendono a cuore il destino della Chiesa e della città, manifestando un legame profondo e indissolubile.

Il programma della celebrazioni

 

 

Nuove comunità pastorali: nomine e avvicendamenti

Nelle ultime settimane, il vescovo Paolucci Bedini ha ufficializzato alcune nomine all’interno della diocesi che vanno nella direzione di costituire le prime comunità pastorali. Ecco perché don Luciano ha ufficialmente nominato parroco di San Pio X e di San Giovanni Battista agli Zoccolanti fra Giuseppe Renda , che già da alcuni anni stava svolgendo il proprio concreto servizio nella parrocchia di San Pio. L’incarico avrà la durata di almeno nove anni. Alla stessa maniera, il vescovo Luciano ha nominato fra Stefano Nava vicario parrocchiale nelle medesime sedi, con l’incarico a tempo indeterminato di collaborare e sostenere l’attività di padre Renda; mentre fra Davide Pietro Boldrini è stato nominato vicario parrocchiale a San Pio X, agli Zoccolanti, ma anche nella parrocchia di Santa Lucia e San Martin d’Upò.

La costituzione delle nuove comunità pastorali

Quattro parrocchie che vanno a costituire una comunità pastorale come annunciato a inizio ottobre dal vescovo Luciano. Un incarico quello di padre Boldrini a tempo indeterminato, nel segno della collaborazione per la formazione dell’unità pastorale delle parrocchie, come si legge nei decreti di nomina diramati dalla curia diocesana. Tra le ultime nomine effettuate c’è anche quella di don Filippo Milli, attuale parroco della comunità di San Giustino, che assume l’incarico di responsabile del Servizio di pastorale giovanile e vocazionale. Un testimone che raccoglie da don Nicola Testamigna, trasferito ad Assisi per l’incarico di vice rettore del Seminario regionale.

Verso il Giubileo 2025

Per prepararci a vivere l’anno giubilare della speranza, evento di grazia, alla luce della Parola di Dio e in ascolto della parola di papa Francesco, ci ritroviamo presso la Pieve di Canoscio.

martedì 5 novembre 2024 ore 21,00

Veglia di preghiera e riflessione: Gesù, porta della salvezza (cf Gv.10,7-9)

Con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale “nostra speranza”(Spes non confundit, 1)

martedì 26 novembre 2024 ore 21,00

Veglia di preghiera con riflessione: Maria, la più alta testimone di speranza. «In Lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita (Spes non confundit, 24)