Questo mese di giugno fa un po’ da spartiacque tra il vissuto invernale del nostro anno pastorale e le attività estive che si profilano all’orizzonte. Un tempo di riconoscenza e di gratitudine per quello che nella Chiesa abbiamo condiviso e di riflessione e progettazione per ciò che lo Spirito ci chiede di vivere. Il Cammino Sinodale, che condividiamo con tutta la Chiesa, ci ha aiutato a far emergere le questioni più importanti e centrali che dobbiamo affrontare per rinnovare la nostra azione evangelizzatrice e rimanere fedeli alla missione che il Signore ha affidato al suo Popolo. È sempre più chiaro a tanti che la comunità cristiana è chiamata oggi a testimoniare con rinnovata gioia la novità del Vangelo di Gesù, e questo con uno stile di prossimità alla vita e al cammino dei fratelli e delle sorelle nostri contemporanei. Gesù continua a cercare e ad incontrare ciascun uomo per fargli dono della salvezza nella misericordia del Padre, e desidera farlo attraverso di noi, per mezzo della sua Chiesa.
Questa consapevolezza, che dovremmo avere come battezzati, ci porta a riscoprire e ad accogliere il dono di poter essere, nella comunità ecclesiale, tutti insieme, sinodalmente (laici, sposi, uomini e donne di vita consacrata e ministri ordinati), corresponsabili della missione di annuncio del Vangelo, ognuno con i doni e i ministeri che la Chiesa gli affida.
Se ci lasceremo guidare dallo Spirito della Pentecoste, vivremo prima di tutto nella comunione della Santissima Trinità. In quell’unità benedetta ci rimetteremo alla scuola del
Vangelo per crescere sempre più nella forma di Cristo ed apprendere, dal Maestro Gesù, i molteplici linguaggi del cuore umano che attende il balsamo dell’amore di Dio per portare frutto.
Questa è la conversione che Dio si attende dal suo Popolo e questo è lo sguardo con il quale siamo chiamati a camminare insieme verso il prossimo futuro, individuando le scelte profetiche da fare e trovando nel coraggio della fede la speranza per attuarle. Il che comporta necessariamente che tutte le nostre cose: iniziative, tradizioni, metodi e strutture, vanno sottoposte al vaglio della realtà e della Parola del Signore affinché siano, sempre e solo, a servizio dell’evangelizzazione. Imparando l’arte del discernimento che, con sapiente umiltà, ci addestra a tagliare i rami secchi e a potare quelli buoni perché portino abbondante frutto a suo tempo.
È questa, cari fratelli e sorelle, una stagione di Chiesa affascinante, da vivere e condividere con gioia e fiducia. Possiamo affidarci solo al Signore e al progetto della sua volontà. Siamo liberati dal peso di ciò che non ci fa camminare e siamo immersi in un mondo che è drammaticamente assetato della vera gioia e bisognoso della vita vera. Di questa vita e di questa gioia noi siamo, per grazia, discepoli e missionari. Possa lo Spirito Santo educarci ancora all’amore di Dio Padre, nel Figlio Gesù, per
ogni suo figlio!
don Luciano, vescovo