4 maggio
Il percorso biografico di Margherita da Città di Castello (1287 ca. – 13 aprile 1320), penitente/terziaria domenicana, poggia su di una legenda pervenutaci in due diverse redazioni latine. Margherita nasce cieca e con altri handicap da nobili genitori (Parisio ed Emilia) nel castello di Metola nella Massa Trabaria. La fanciulla fin da sette anni avrebbe iniziato una vita di penitenza con digiuni e cilicio.
Nella speranza del miracolo della guarigione, i genitori la portano a Città di Castello presso il sepolcro di un frate Minore, pio e devoto, morto poco prima (il beato Giacomo); ma il miracolo non avviene e la fanciulla è abbandonata in questa città. Margherita vive girovagando e mendicando fino a quando viene accolta nel monasteriolum di Santa Margherita; ma dalle religiose di questo luogo viene poi espulsa, trovando approdo nella casa dei coniugi Venturino e Grigia. Qui comincia a operare miracoli vivendo in orazione, praticando forme penitenziali e adoperandosi per la pacificazione tra le famiglie. Porta l’abito dei frati Predicatori e frequenta la loro chiesa. Muore nella casa di Venturino e Grigia il 13 aprile 1320. Il corpo, con grande concorso di popolo, è portato presso la chiesa dei Predicatori. Nel cuore di Margherita vennero identificate tre pietre con immagini riferite alla Natività e allo Spirito Santo.
Margherita dovette godere fama di santità già in vita se è vero che a lei si riferisce Ubertino da Casale nel suo Arbor vitae crucifixae Iesu parlando di una prudentissima virgo de Civitate Castelli. Nel 1395 a Città di Castello il culto e la devozione per la Beata dovevano essere già stati istituzionalizzati. Il culto fu autorizzato da Paolo V nel 1609. Nel 1988 è stata proclamata patrona dei portatori di handicap nelle rispettive diocesi dal vescovo di Città di Castello e dall’arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado. Nel 2004 è stato depositato presso la Congregazione delle cause dei santi il materiale per l’eventuale canonizzazione.
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