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Concerto “Lauda Mater”: un respiro di bellezza nella Cattedrale tifernate

Grande partecipazione, domenica 16 novembre, nella cornice cinquecentesca della Cattedrale di Città di Castello per l’appuntamento musicale Lauda Mater, inserito nelle celebrazioni per le festività dei patroni san Florido e sant’Amanzio. Un concerto «monumentale, grandioso, di una bellezza da togliere il fiato», come hanno commentato alcuni tra i presenti.

Un omaggio a Palestrina nel cammino giubilare

La serata, promossa dalla Schola Cantorum Anton Maria Abbatini con il sostegno della Diocesi di Città di Castello, si colloca nel percorso delle iniziative Giubilari 2025, come omaggio nel quinto centenario dalla nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

L’idea nasce dagli studi dei musicologi Galliano Ciliberti e Thomas Neal: la fonte più antica sopravvissuta degli inni palestriniani è infatti il Lyber Hymnorum, prezioso libro corale conservato nell’Archivio Capitolare della Cattedrale tifernate (ms. 2084). Il volume, realizzato tra il 1557 e il 1566 nello scrittorio vaticano della Cappella Giulia, contiene l’inno Lauda Mater per la festa di Santa Maria Maddalena, rimasto finora del tutto inedito.

Prime esecuzioni moderne

Il programma ha proposto non solo questo inedito di Palestrina, ma anche pagine mai ascoltate dei musicisti tifernati Lorenzo e Antonio Maria Abbatini, fra cui un imponente Magnificat.

A eseguire gli spartiti: la Schola Cantorum Anton Maria Abbatini (diretta da Alessandro Bianconi), il Libercantus Ensemble di Perugia (diretto da Vladimiro Vagnetti) e la Schola Gregoriana Scriptoria di Verona (diretta da don Nicola Bellinazzo), affiancati da un ensemble strumentale rinascimentale. Oltre 70 musicisti riuniti per la prima esecuzione moderna del Vespro S. Mariae Magdalenae Poenitentis per soli, doppio coro, schola gregoriana e orchestra.

La “cultura del rito” restituita al presente

Le composizioni inedite sono state presentate in forma vesperale, scelta che ha permesso di far emergere la cultura del rito tipica della riforma cattolica. Non una rievocazione archeologica, dunque, ma una restituzione viva dello stesso sistema liturgico e musicale nel quale prese forma il codice tifernate del XVI secolo.

Un progetto culturale complesso

Alla vigilia del concerto, il Museo diocesano ha ospitato la conferenza Una Cappella Musicale e la sua musica – Gli inediti di Palestrina e Abbatini, con interventi del vicario diocesano don Andrea Czortek, del prof. Galliano Ciliberti e del maestro Alessandro Bianconi

Sempre al Diocesano, da qualche giorno, è possibile visitare la mostra I Codici musicali dell’Archivio Capitolare, che espone manoscritti e libri corali contenenti le musiche di Palestrina e degli Abbatini, custoditi nell’Archivio storico diocesano.

Un’esperienza fuori dal tempo

Il pubblico ha accolto l’esecuzione con grande entusiasmo, immerso in un’atmosfera definita da molti «magica». Una serata capace di offrire un’autentica esperienza spirituale e musicale, come quelle che – hanno commentato i presenti – «ci si aspetta di trovare nei grandi festival».

 

“Con la nostra gente”. Preti e popolo in Alta Valle del Tevere tra guerra e Resistenza. Presentazione degli atti del convegno.

L’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” di Città di Castello, il Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro e gli Archivi Storici Diocesani di Città di Castello e di Sansepolcro presentano gli  atti del Convegno “Con la nostra gente”. L’iniziativa si terrà a  Città di Castello,  sabato 22 novembre 2025 alle ore 16:30, presso l’  Auditorium San Giovanni Decollato a Città di Castello (via sant’Andrea).

La pubblicazione

Curata da Andrea Czortek e Alvaro Tacchini , la pubblicazione raccoglie una serie di contributi che approfondiscono aspetti storici, sociali e religiosi di un territorio che, tra il 1943 e il 1945, visse momenti drammatici ed episodi significativi di solidarietà, impegno civile e coraggio.

I contributi degli studiosi

Gli atti includono interventi di: Roberto Allegria, Diego Brillini, Nadia Burzigotti, Mirco Draghi, Giulia Farinelli, Massimo Marzocchi, Francesco Orlandini, Marco Renzi, Paola Scortecci ed Elena Zanchi. Il volume offre un quadro ricco e articolato delle relazioni tra sacerdoti, popolazione e movimenti resistenziali, contribuendo a valorizzare una memoria storica condivisa e radicata nel territorio.

La seconda presentazione

La presentazione è aperta al pubblico e rappresenta un’occasione di approfondimento per studiosi, appassionati di storia locale e cittadini interessati a comprendere meglio le dinamiche che caratterizzarono la vita civile e religiosa dell’Alta Valle del Tevere durante la Seconda guerra mondiale. Una seconda presentazione sarà organizzata a Sansepolcro nel prossimo mese di gennaio 2026.

 

 

Il manoscritto ritrovato di Palestrina ispira le celebrazioni dei Santi Patroni

Il recente ritrovamento, nell’Archivio Capitolare della Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio a Città di Castello, di un prezioso manoscritto musicale del XVI secolo ha ispirato un ricco calendario di iniziative culturali e liturgiche in occasione delle festività dei santi patroni Florido e Amanzio, nell’Anno giubilare 2025 e nel quinto centenario dalla nascita di Giovanni Pierluigi da PalestrinaIl manoscritto, identificato come Lyber Hymnorum (ms. 2084), contiene tre inediti Inni di Palestrina, tra cui l’«Inno Lauda Mater», per la Festa di santa Maria Maddalena, rimasto fino a oggi sconosciuto.

La scoperta e gli studi

La scoperta, resa nota dagli studi del prof. Galliano Ciliberti e confermata dallo studioso Thomas Neal in un articolo pubblicato nel dicembre 2024 in Società Romana di Storia e Patria, attesta che il volume fu realizzato tra il 1557 e il 1566 nello scrittorio vaticano della Cappella Giulia dagli scribi Johannes Parvus e Federico Mario PerusinoIl ritrovamento ha dato origine a un progetto di grande valore storico e artistico, che culminerà con l’esecuzione in prima assoluta del Vespro per la Festa di santa Maria Maddalena, ricostruito da Alessandro Bianconi.

La presentazione ufficiale

Le iniziative sono state presentate nel corso di una conferenza stampa alla quale è intervenuto don Andrea Czortek, vicario generale, che ha ricordato l’importanza di queste celebrazioni come momento di fede, unità e riscoperta delle radici spirituali e culturali della comunità diocesana. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha sottolineato: «La festa dei santi patroni e le iniziative culturali che si realizzano in questo periodo particolare dell’anno sono sempre un’occasione per ricordarci quali sono le nostre radici e per guardare in prospettiva l’orizzonte a partire da questo tesoro di memoria e testimonianza».

Celebrazioni liturgiche e concerto evento

Il programma delle celebrazioni in onore dei santi patroni inizierà domenica 9 novembre con le Messe alle 10.30, 12 e 18.30, quest’ultima con l’offerta dei ceri da parte delle Confraternite della diocesi. Giovedì 13 novembre, alle 18, si terrà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e animata dalla Schola Cantorum «Anton Maria Abbatini»

Proprio la Schola Cantorum «Anton Maria Abbatini» sarà protagonista, domenica 16 novembre alle 17, del concerto celebrativo Lauda Mater, che presenterà in prima assoluta il Vespro per la Festa di santa Maria Maddalena (ricostruzione a cura di Alessandro Bianconi) con musiche inedite di Giovanni Pierluigi da Palestrina e Antonio Maria Abbatini.

Oltre all’inno di Palestrina, nel Vespro saranno eseguiti brani di Abbatini, tra cui il Magnificat a 8 (doppio coro), il cui spartito è stato recentemente rinvenuto dal prof. Ciliberti in un importante archivio veneto e trascritto per l’occasione.

Nel progetto sono coinvolti la Schola Cantorum «Anton Maria Abbatini» di Città di Castello (maestro del coro Alessandro Bianconi), il Libercantus Ensemble di Perugia (maestro del coro Vladimiro Vagnetti) e la Schola Gregoriana «Scriptoria» di Verona (maestro del coro don Nicola Bellinazzo), accompagnati da un Ensemble Strumentale Rinascimentale per un totale di circa 70 esecutori.

Conferenza e mostra tematica

L’esecuzione del concerto sarà preceduta, sabato 15 novembre alle 17, dalla conferenza Una Cappella musicale e la sua musica. Gli inediti di Palestrina e Abbatini, a suggello dell’importante ruolo svolto nei secoli dalla Cappella musicale della Basilica Cattedrale di Città di Castello.

L’incontro, che si terrà nel salone gotico del Museo diocesano, vedrà gli interventi di don Andrea Czortek, vicario generale e direttore dell’Archivio storico diocesano e della Biblioteca «Storti-Guerri», del prof. Galliano Ciliberti, musicologo e docente di Storia della musica presso il Conservatorio di Monopoli, e del maestro Alessandro Bianconi, direttore della Schola Cantorum «Anton Maria Abbatini».

A cornice della manifestazione, presso il Museo diocesano è già allestita la mostra I codici musicali dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Città di Castello, che espone manoscritti e libri corali contenenti le preziose musiche di Pierluigi da Palestrina e Antonio Maria Abbatini conservate nell’Archivio storico diocesano.

Un lavoro corale di comunità

Gli appuntamenti fanno parte delle iniziative promosse dalla diocesi in occasione dell’Anno giubilare 2025, coordinate dal canonico don Alberto Gildoni, parroco della Cattedrale e cancelliere diocesanoUn ringraziamento particolare è stato rivolto dai promotori a Paolo Sebastiani per l’analisi del brano Lauda Mater, a Fabrizio Manis per la grafica, alla dott.ssa Cristiana Barni per la consulenza archivistica, all’economo Aldo Benedetti, all’incaricata per i Beni culturali Federica Tarducci, a Gregorio Battistoni, presidente della cooperativa Atlante, per il supporto logistico.

Per il patrocinio si ringrazia il Comune di Città di Castello; per il sostegno, la Regione Umbria, i supermercati l’Abbondanza e Gala, Cesa Conservazione Beni Culturali, Daniela Campriani, Le Generali Assicurazioni, Italstar Travel e l’azienda Lafe di Piccinelli Michele. Per la collaborazione, l’Associazione Le Rose di Gerico e Arcum, Associazione Regionale dei Cori dell’Umbria.

 

 

 

 

 

 

L’abate tifernate Filippo Titi e la prima guida “moderna” di Roma

Un viaggio nell’arte e nella storia attraverso le pagine di uno dei testi più importanti del Seicento. Sabato 8 novembre 2025 alle ore 10.30, nel Salone gotico del Museo diocesano di Città di Castello, si terrà l’incontro dal titolo «Antica guida d’arte per il Giubileo del 1675», con la presentazione dello Studio di pittura, scoltura et architettura nelle chiese di Roma dell’abate Filippo Titi, edito a Roma nel 1674 per il Mancini.

L’abate Titi e le sue guide

L’iniziativa, promossa dalla diocesi di Città di Castello in occasione del Giubileo 2025, verrà aperta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e da Luca Secondi, sindaco tifernate. A moderare l’incontro sarà don Andrea Czortek, vicario generale e direttore dell’Archivio diocesano. Interverranno Carmelo Occhipinti, storico dell’arte e critico, ordinario dell’Università Roma Tor Vergata, e Giovanni Cangi, ingegnere ed esperto di edilizia storica.

Durante l’incontro saranno approfonditi la figura dell’abate Titi, l’analisi della Guida, i riferimenti ad alcune chiese di Roma e al Duomo di Città di Castello, aggiunto dal Titi nell’edizione del 1686. Pubblicato nel 1674, Lo Studio di pittura, scoltura et architettura nelle chiese di Roma elenca 275 chiese in ordine topografico, è composto da 485 pagine e include una sezione dedicata al Museo capitolino. L’opera cita oltre novecento fra pittori, scultori, architetti e artisti, con circa tremila opere elencate.

Lo studio di pittura

«La prima vera grande guida di Roma è opera di un abate di Città di Castello. Fu ristampata nel corso degli anni e considerevolmente accresciuta» scriveva Julius von Schlosser nella sua Letteratura artistica, riconoscendo a Filippo Titi un ruolo centrale nella storia della critica e della divulgazione artistica. Nel corso di un secolo, lo Studio di pittura conobbe diverse edizioni: 1674, 1675, 1686 (Nuovo studio, con l’indice delle chiese e dei virtuosi che vi si nominano. Ed in fine un’aggiunta dove è descritto il Duomo di Città di Castello), 1708, 1721 e 1763. Un successo editoriale che testimonia la fortuna straordinaria di un’opera divenuta punto di riferimento per studiosi e viaggiatori. Lo Studio di pittura è considerato la prima guida “moderna” di Roma. A differenza delle numerose Mirabilia Urbis Romae e di altri testi destinati ai pellegrini, l’opera di Titi non si limita a indicare reliquie o miracoli, ma propone un approccio artistico e culturale, valorizzando la bellezza delle chiese e delle opere d’arte come espressione della fede e della civiltà romana.

Per un confronto delle varie edizioni è possibile consultare Filippo Titi, Studio di pittura, scultura e architettura nelle chiese di Roma 1674, a cura di Damiano Delle Fave, con un saggio storico di Carmelo Occhipinti (Roma 2017, collana Fonti e Testi di Horti Hesperidum, 31, UniversItalia).

 

 

“Vino nuovo in otri nuovi”: i primi passi delle Comunità pastorali nella Diocesi di Città di Castello

A distanza di circa un anno dalla pubblicazione del documento “Vino nuovo in otri nuovi”, con cui il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha lanciato la prospettiva delle Comunità pastorali per le diocesi di Città di Castello e Gubbio, si entra ora nella fase di attuazione.
La proposta, elaborata nel corso del 2023 insieme a sacerdoti e diaconi e poi diffusa nelle parrocchie nel 2024, ha suscitato ampio confronto e partecipazione. Oggi si presentano le prime ipotesi di aggregazione tra parrocchie, pensate per avviare concretamente questo percorso di rinnovamento ecclesiale e missionario.

Un progetto decennale per una Chiesa “in uscita”

Il progetto, intitolato significativamente “Vino nuovo in otri nuovi”, guarda a un cammino di dieci anni (2024–2034) e intende rispondere ai segni dei tempi: la diminuzione delle vocazioni, il calo di partecipazione alla vita ecclesiale, lo spopolamento di molte aree interne e il progressivo distacco delle giovani generazioni.
«Abbiamo bisogno – spiegava il vescovo Paolucci Bedini nel documento iniziale – di ripensare come vivere nel territorio la nostra presenza di Chiesa. Non basta riorganizzare le strutture, ma serve rinnovare il cuore dell’esperienza ecclesiale: comunità di fratelli e sorelle che vivono e condividono il Vangelo, accogliendo e servendo tutti».

Cp: una rete di fraternità e corresponsabilità

Secondo il progetto, la Comunità pastorale (Cp) è una porzione della Chiesa diocesana capace di sostenere tutte le dimensioni della vita cristiana: annuncio, liturgia, carità, educazione e fraternità.
Può essere composta da più parrocchie, anche molto diverse per storia e dimensioni, ma unite nel desiderio di condividere cammini, risorse e ministeri.
Ogni Comunità sarà guidata da uno o due sacerdoti, con il supporto di diaconi e laici incaricati dei vari ambiti pastorali. In una parrocchia di riferimento avrà sede il “cuore” della Cp, con le celebrazioni principali e le attività comuni.

Il progetto prevede anche forme di vita comunitaria tra sacerdoti e laici, con canoniche che possano diventare luoghi di accoglienza e fraternità condivisa. Accanto ai parroci, potrebbero vivere famiglie, consacrati, giovani volontari o anziani impegnati al servizio della vita pastorale.

Due consigli per camminare insieme

Ogni Comunità pastorale sarà dotata di due organismi di riferimento: il Consiglio pastorale, per il discernimento e l’indirizzo della vita ecclesiale in uno stile sinodale; il Consiglio per gli affari economici unitario, responsabile della gestione e della trasparenza dei beni comuni.
La logica è quella della corresponsabilità e della partecipazione: ogni battezzato è chiamato a sentirsi discepolo-missionario, parte attiva della testimonianza evangelica.

Dall’ascolto alla proposta: la fase di attuazione 2025

Il nuovo documento pubblicato a ottobre 2025 segna l’ingresso nella fase operativa. Dopo un anno di ascolto e di suggerimenti, la Diocesi di Città di Castello ha delineato una prima ipotesi di suddivisione territoriale delle future Comunità pastorali, in tre grandi aree – Nord, Centro e Sud – ciascuna con più nuclei di riferimento.
Le aggregazioni proposte tengono conto sia della geografia pastorale attuale sia delle relazioni già esistenti tra parrocchie. Si tratta, come sottolinea il documento, di una base di confronto aperta, pubblicata per favorire la discussione nelle comunità e permettere ai fedeli di contribuire con osservazioni e suggerimenti.
Le proposte potranno quindi essere rimodulate nei tempi e nei modi più adatti alle diverse situazioni locali.

Le prime ipotesi di Comunità pastorali (Cp)

Zona Nord

CP1: parrocchie di San Giustino e Cospaia. CP2: Selci, Lama, Renzetti e Celalba. CP3: Pistrino, Fighille, Citerna (Lippiano*). CP4: Cerbara, Piosina, Giove e Badiali. La parrocchia di Lippiano potrebbe essere affidata pastoralmente al parroco di Monterchi, in accordo tra i vescovi e i sacerdoti delle diocesi confinanti.

Zona Centro

CP1: parrocchie della Cattedrale, Santa Maria delle Grazie, San Francesco, San Michele, Santa Maria Maggiore e Santa Maria Nova. CP2: San Pio X,  San Giovanni Battista agli Zoccolanti, Santa Lucia (con la presenza pastorale dei frati minori e San Martino d’Upò. CP3: Madonna del Latte, Santa Veronica, Graticole, Belvedere e Titta. CP4: Riosecco, Lerchi, Astucci e Nuvole.

Zona Sud

CP1: parrocchie di Trestina, Bonsciano, Canoscio, Badia Petroia, Lugnano, Petrelle, Ronti, Morra,Volterrano, Nestoro, Calzolaro e San Leo Bastia. CP2: San Secondo, Croce di Castiglione, Gioiello, Marcignano e Monte Santa Maria Tiberina. CP3: parrocchie di Promano, San Maiano, Cinquemiglia, Montecastelli e Niccone. CP4: parrocchie di Pietralunga, Aggiglioni, Pieve de’ Saddi, Carpini e Montone*.  La parrocchia di Montone potrebbe essere pastoralmente affidata ai frati minori di Santa Maria di Umbertide, previa verifica tra i vescovi e i religiosi.

Un processo di discernimento comunitario

Il vescovo invita ora tutte le parrocchie e i fedeli a partecipare attivamente alla riflessione: «Queste proposte – si legge nel documento – vengono pubblicate perché siano conosciute, discusse e condivise. Solo così potremo avviare il cammino di trasformazione, accompagnati e sostenuti dal Vescovo e dai suoi collaboratori».
Chi desidera offrire il proprio contributo può scrivere a vescovo@diocesidicastello.it, segnalando idee, osservazioni o esperienze utili a delineare il volto delle nuove Comunità pastorali.

“Non un decreto, ma un cammino di popolo”

Il vescovo Paolucci Bedini lo ha ripetuto più volte: non si tratta di un cambiamento imposto dall’alto, ma di un cammino sinodale e condiviso.
«Questo rinnovamento – spiegava nel 2024 – non lo fanno i sacerdoti né il vescovo per decreto, ma il popolo di Dio intero. Dobbiamo comprendere che, se non vogliamo lasciar languire l’esperienza cristiana nelle nostre terre, è tempo di rilanciare la nostra presenza e il nostro modo di vivere il Vangelo».

Un orizzonte anche per Gubbio

Sebbene la fase di attuazione parta dalla Diocesi tifernate, il progetto ha orizzonte interdiocesano e riguarda anche la Chiesa eugubina, chiamata nei prossimi anni a intraprendere un analogo cammino di discernimento. In entrambe le diocesi, l’obiettivo è costruire comunità vive, fraterne e missionarie, capaci di annunciare con gioia il Vangelo in un tempo di cambiamento d’epoca.

Luoghi di vita ecclesiale condivisa

Le nuove Comunità pastorali non sono semplici unioni amministrative di parrocchie, ma luoghi di vita ecclesiale condivisa, dove la fede si rinnova attraverso la fraternità, la corresponsabilità e la missione. Un cammino che richiede pazienza e visione, ma che promette – come il vino nuovo evocato dal Vangelo – di restituire freschezza e vitalità alla Chiesa nel cuore dell’Alta Valle del Tevere.

Un albero per il futuro: nell’anno giubilare 2025, la Chiesa tifernate compie un gesto di cura per il creato

Nel segno del Giubileo 2025, dedicato al tema “Pellegrini di speranza”, la diocesi di Città di Castello e la Scuola diocesana di formazione teologica “Cesare Pagani” promuovono un’iniziativa dal forte valore simbolico ed educativo: la cerimonia di piantagione di nuovi alberi al parco di Riosecco, in programma martedì 4 novembre 2025 alle ore 11.

Il progetto “Un albero per il futuro”

L’iniziativa, inserita nel programma nazionale “Un albero per il futuro”, nasce con l’intento di lasciare un segno concreto di fiducia, speranza e responsabilità verso il creato, in continuità con il messaggio di papa Francesco che invita tutti “a impegnarsi concretamente per trasformare le situazioni di ingiustizia e di degrado che oggi soffriamo”. L’evento si colloca in un contesto di ricorrenze significative: l’ottavo centenario del “Cantico delle Creature” di san Francesco d’Assisi e il decimo anniversario dell’enciclica “Laudato si’”, testi che richiamano la fraternità universale e la custodia della casa comune. Piantare un albero, in questa prospettiva, diventa un gesto di fede e di responsabilità condivisa, un segno di speranza per le generazioni future.

Insieme per un futuro più sostenibile

Dopo un sopralluogo con il Comune di Città di Castello, è stato individuato nel parco di Riosecco il luogo ideale per la messa a dimora delle piante, che andranno a formare un filare all’ingresso di via delle Robinie. La preparazione delle buche e l’organizzazione logistica saranno curate da un gruppo di volontari e dagli studenti dell’Istituto agrario “Ugo Patrizi”, che hanno già predisposto le aree di piantumazione e parteciperanno attivamente alla cerimonia. Fondamentale anche la collaborazione con il Centro nazionale Carabinieri biodiversità di Pieve Santo Stefano, che fornirà le piante – cinque per ciascuna specie di farnia, frassino ossifilo e gelso – aderendo al programma nazionale di riforestazione urbana.L’iniziativa, coordinata da Paolo Bocci, rappresenta un segno tangibile del legame tra fede, ecologia e impegno civile. Una giornata di incontro e di speranza, in cui la comunità di Città di Castello potrà testimoniare concretamente l’amore per il creato e la volontà di costruire un futuro più sostenibile, nel solco del Vangelo e dell’esempio di san Francesco.

“Oggi e sempre Laudato si’”: anteprima del nuovo cammino della Scuola di formazione teologica

Con una riflessione densa e appassionata sulla Laudato si’ e sul legame profondo tra la cura dell’uomo e la cura del creato, si è aperto venerdì 24 ottobre il nuovo anno della Scuola diocesana di formazione teologica “Cesare Pagani”, giunta al suo 51° anno di attività. L’incontro, che si è svolto nella Biblioteca comunale “Giosuè Carducci” su iniziativa dell’associazione Ospedale da Campo, ha visto come relatrice la professoressa Daniela Sala, caporedattrice del mensile Il Regno-Documenti, che ha proposto la conferenza dal titolo “Oggi e sempre Laudato si’. Per la pace: cura integrale dell’uomo e del creato”.

La cura del creato

La prof.ssa Sala ha invitato a rileggere l’enciclica di Papa Francesco alla luce delle grandi ricorrenze francescane: «L’occasione del decennale della Laudato si’ – ha spiegato – cade negli stessi anni in cui si ricordano gli 800 anni della morte di san Francesco e anche la scrittura del Cantico delle creature. È interessante notare come alcuni spunti dell’ecologia integrale sviluppata nell’enciclica siano già presenti nel Cantico. Proprio su questo tema della cura del creato, che è anche cura dell’uomo, le Chiese oggi sono chiamate a un’azione comune di responsabilità per il futuro e per il benessere del pianeta e dell’umanità».

Il nuovo itinerario formativo 2025/2026

L’appuntamento ha rappresentato il prologo del nuovo itinerario formativo 2025-2026, intitolato “Educazione alla sinodalità”. Il percorso, spiega don Romano Piccinelli, direttore della Scuola, «intende offrire alla comunità diocesana un’occasione di crescita comune nella fede, nel dialogo e nella corresponsabilità ecclesiale. Non è pensato solo per gli operatori pastorali, ma per tutto il popolo di Dio, credenti e non credenti, perché la teologia è un servizio alla vita, alla speranza e alla ricerca di senso che attraversa ogni persona». L’itinerario prevede tre moduli, ciascuno articolato in tre incontri e un laboratorio, per un totale di dodici appuntamenti, ai quali si aggiungeranno tre eventi straordinari aperti al pubblico. Gli incontri si terranno ogni giovedì, da novembre 2025 a marzo 2026, nella sala Santo Stefano del Palazzo Vescovile (piazza Gabriotti, 10).La presentazione ufficiale del percorso sarà la conferenza stampa, con la partecipazione del vescovo Luciano Paolucci Bedini, in programma venerdì 7 novembre alle ore 11.30 nella sala Santo Stefano«Questo itinerario – conclude don Piccinelli – nasce dalla collaborazione con gli Uffici pastorali della diocesi e con realtà del territorio come l’associazione Ospedale da Campo, il mensile L’Altrapagina e il Movimento per la Vita. È un cammino che vuole aiutarci a pensare, discernere e camminare insieme».

 

Convegno sul Beato Carlo Liviero: una figura di speranza tra passato e futuro nell’anno del Giubileo

A quasi un secolo dalla sua morte, la figura del Beato Carlo Liviero, Vescovo di Città di Castello dal 1910 al 1932, continua a rappresentare un riferimento attuale e potente per il nostro tempo. Il prossimo 25 ottobre, presso il Centro Studi a lui dedicato, si terrà l’incontro dal titolo “Santità e Speranza. Un Vescovo tra Passato e Futuro”, un’importante occasione per riscoprire il suo messaggio alla luce delle sfide contemporanee nell’anno delle celebrazioni giubilari.

Un esempio di santità vissuta nel quotidiano

L’incontro, guidato da suor Pasqualina Garon, si propone non solo come momento di memoria, ma come invito alla riflessione sul futuro, attraverso l’esempio di una santità vissuta nel quotidiano, fatta di prossimità, servizio e carità concreta. Profondamente radicato nel Vangelo e vicino alle necessità del suo popolo, Carlo Liviero rispose con lucidità e coraggio alle ferite sociali, economiche e morali del suo tempo. Durante la prima guerra mondiale, istituì l'”Ospizio Sacro Cuore”, accogliendo i figli dei soldati al fronte, iniziativa da cui nacque la “Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore”, oggi ancora attiva in numerosi contesti. Il Beato Liviero fu educatore, padre per gli orfani, sostegno per i poveri e instancabile costruttore di speranza.

I prossimi appuntamenti diocesani per il Giubileo

Il convegno del 25 ottobre fa parte del programma di iniziative dedicate all’Anno Santo, proposto dalla Diocesi tifernate, che proseguirà con due ulteriori incontri di rilievo: sabato 8 novembre, alle ore 10.30, il Salone gotico del Museo diocesano ospiterà una conferenza dedicata all’opera dell’abate Filippo Titi, autore dell’antica guida “Studio di Pittura, Scoltura et Architettura nelle chiese di Roma”, pubblicata nel 1675 in occasione del Giubileo di quell’anno. Interverranno, il vescovo Luciano Paolucci Bedini, don Andrea Czortek, vicario generale e direttore dell’Archivio diocesano, il sindaco Luca Secondi, l’ing. Giovanni Cangi e il prof. Carmelo Occhipinti. Domenica 23 novembre alle ore 17.00, presso la sala Santo Stefano, sarà presentata la ristampa anastatica della “Vita di Papa Celestino II da Città di Castello”, scritto di Alessandro Certini. L’incontro, promosso dall’associazione “Chiese Storiche”, vedrà la partecipazione dello storico don Andrea Czortek e del prof. Pierluigi Licciardello, con un focus sulla figura del pontefice tifernate eletto nel 1143 e sul valore storico del testo. Tutte le iniziative sono realizzate con il contributo dei fondi 8xmille alla Chiesa cattolica.

In cammino verso il matrimonio. Ciclo di incontri per l’anno 2025/2026

L’Ufficio diocesano di Pastorale familiare presenta il calendario degli itinerari di preparazione al sacramento del matrimonio per l’anno 2025-2026. Gli incontri sono pensati per accompagnare le coppie attraverso una riflessione sui valori evangelici del matrimonio, sulla convivenza responsabile, sulla salute delle relazioni e sul cammino di fede familiare.

Il calendario degli incontri

Le coppie partecipanti, le equipe e i sacerdoti di riferimento, condivideranno esperienze, dubbi e domande, con il sostegno di alcune famiglie che offriranno testimonianze concrete e orientamenti pastorali, affinché il cammino verso il matrimonio sia vissuto in autenticità, discernimento e comunione ecclesiale. La zona sud (Trestina) inizia gli incontri venerdì 10 ottobre , presso i locali dell’oratorio. Il calendario prosegue, venerdì 16 gennaio , con la zona nord (San Giustino). La parrocchia di San Giovanni agli Zoccolanti (zona centro), accoglierà i fidanzati lunedì 26 gennaio. Tutti gli incontri, con cadenza settimanale, iniziano alle ore 21.

Come iscriversi ai corsi

Gli itinerari offrono uno spazio di ascolto, confronto e crescita comune, nel vissuto quotidiano delle parrocchie e delle famiglie della comunità, accompagnando i futuri sposi nel rispetto dell’esperienza personale. Per informazioni e per definire l’iscrizione, si raccomanda di contattare i referenti di zona: don Stefano Sipos, tel. 3200203760 (zona sud), don Filippo Milli, tel. 3343216074 (zona nord), fra Giuseppe Renda, tel. 3401608505 (zona centro). I parroci invitano i fidanzati a una partecipazione consapevole, indispensabile per intraprendere un serio cammino di coppia e di famiglia. 

Claendario incontri preparazione matrimonio. Anno 2025/2026

Città di Castello: il vescovo Luciano celebra i trent’anni anni di sacerdozio

Si è concluso ieri pomeriggio con la celebrazione nella basilica cattedrale dei Santi Florido e Amanzio di Città di Castello il percorso di ringraziamento per i trent’anni di ordinazione sacerdotale del vescovo Luciano Paolucci Bedini. Nella liturgia di domenica 5 ottobre, presieduta insieme a numerosi sacerdoti diocesani, il vescovo ha ripercorso con parole semplici e autentiche le tappe più significative del suo cammino, restituendo a tutta la comunità un’intensa riflessione sulla fede, sul servizio e sul senso profondo della vocazione.

Un ministero nato da un granello di fede

“Dopo trent’anni di ministero sacerdotale – ha detto – vorrei fare al Signore la stessa domanda degli Apostoli: accresci in me la fede”. La risposta, ha ricordato il vescovo, è quella di sempre: un granello di senape basta per trasformare la vita, perché in esso è custodita tutta la forza del Vangelo. “È quel granello che si è acceso da bambino grazie alla testimonianza dei miei genitori, che è cresciuto in parrocchia, tra scout, catechismo e animazione. È la fede che mi ha portato, da giovane, a dire il mio sì”.

Servi inutili, ma nella logica dell’amore

L’omelia ha toccato uno dei temi più forti del Vangelo del giorno: “Quando avete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili”. Una frase che, per il vescovo Luciano, non è rinuncia ma consapevolezza: “Essere servi non ci spaventa se sappiamo che siamo al servizio dell’amore di Dio. Perché quella vita spesa per gli altri ci fa scoprire che anche gli altri sono dono per noi”.

Il servizio nella Chiesa non è carriera

Tra i passaggi più personali, anche il ricordo della chiamata a diventare vescovo di Città di Castello: “Molti direbbero: «è stato promosso, che bravo, se l’è meritato». No. È un gradino in più in discesa per servire ancora. E non è un caso che il titolo più bello del Papa sia «servo dei servi di Dio»”. Un’affermazione che il vescovo ha legato all’esperienza concreta della sua vita ecclesiale: “Siamo servi inutili anche da parroci, da formatori, da insegnanti… ma dentro a questo ‘inutile’ c’è tutto il senso di una vita spesa per amore”.

Il grazie alla comunità tifernate

Nelle sue parole anche un grazie silenzioso alla comunità tifernate, affidatagli dal Santo Padre tre anni fa. “Custodisci mediante lo Spirito Santo il bene prezioso che ti è stato affidato – ha citato san Paolo –. Non posso non pensare a questa Chiesa che oggi mi è data in custodia”.

 

Un cammino che prosegue con ascolto e fedeltà

“Siamo qui per pregare con lui e per lui – ha detto il vicario generale, don Andrea Czortek all’inizio della celebrazione -. L’augurio che gli rivolgiamo è che possa rinnovare la gioia e l’entusiasmo di quel 30 settembre di trent’anni fa, possa fare suo lo stile del servizio di cui proprio oggi sentiamo parlare da Gesù nel Vangelo. Essere discepoli significa essere ‘servi’ nel modo proprio del sacerdote e del vescovo. Don Luciano lo è da trent’anni, adesso anche in mezzo a noi. Per questo anche noi diciamo grazie al Signore e al vescovo facciamo i nostri auguri”.

La celebrazione nella cattedrale di Città di Castello – alla quale ha partecipato anche il vicesindaco Giuseppe Stefano Bernicchi, in rappresentanza dell’amministrazione comunale tifernate – ha segnato l’ultima tappa di un cammino cominciato nei giorni scorsi a Gubbio e ad Ancona, sua diocesi di origine. 

Un itinerario spirituale, vissuto tra i luoghi della memoria e del servizio, che ha voluto mettere al centro la preghiera, la gratitudine e l’ascolto. “Che il Signore ci doni davvero di continuare a seguirlo – ha concluso il vescovo Luciano –. E il segreto è tutto nella preghiera del salmo: ascoltate oggi la voce del Signore”.