Un dono per la comunità
Un dono non soltanto per le comunità di appartenenza ma per tutta la Chiesa tifernate che domenica 26 gennaio, III domenica del tempo ordinario dedicata alla Parola, si è radunata attorno al proprio Vescovo e al presbiterio, per l’istituzione di nuovi ministri laici. Sono infatti 21 i lettori istituiti, assieme a 4 accoliti e 6 ministri straordinari della Comunione. Uomini e donne che, scelti dalle loro comunità attraverso il saggio discernimento dei parroci, hanno partecipato ai vari incontri di formazione proposti dall’Ufficio liturgico di Città di Castello; che hanno accettato, prima di tutto, di mettersi al servizio della Chiesa, come ha ricordato loro il Vescovo Luciano durante l’omelia, scegliendo non un podio dove salire ma lo scalino nel quale scendere per essere il più piccolo come ricorda Gesù a tutti i suoi servi/ministri: «chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore» (Mt 20,26).
Annunciatori, catechisti, educatori alla vita sacramentale
Il Vescovo ha infine ricordato che proprio il servizio è la logica di Dio, il “potere” che ha dato a ciascuno di esercitare, non per sé stessi ma rivolto e “sprecato” sempre per gli altri, il popolo che ci è affidato. I nuovi lettori, come ci ricorda il Motu proprio Ministeria quaedam e il documento CEI i ministeri nella Chiesa, non sono semplici proclamatori della Parola durante le celebrazioni liturgiche, ma veri e propri «annunciatori, catechisti, educatori alla vita sacramentale, e evangelizzatori a chi non conosce o misconosce il Vangelo» (Cfr. i Ministeri della Chiesa), accogliendo, conoscendo, meditando e trasmettendo la Parola di Dio.
Non solo “presenza” ma “vicinanza”
Gli accoliti invece, non sono semplici “presenze” attorno ai ministri ordinati ma curatori ed educatori del servizio liturgico che, mettendoli a contatto con il corpo piagato di Cristo, li rende strumento del Suo amore e della Chiesa nei confronti dei deboli e gli infermi. Non solo “presenza” ma “vicinanza” a tutte le membra del corpo, soprattutto quelle che soffrono.
È questa “nuova” prospettiva che donerà, non soltanto forze, ma soprattutto vitalità alle comunità dove i nuovi ministri presteranno il loro servizio; sappiano, con l’aiuto e il sostegno dei sacerdoti e diaconi e di tutta la comunità, fare come i servi delle Nozze di Cana (Gv 2,1-11): riempire le giare fino all’orlo, andando al di là dei propri limiti, perché ci sia vino nuovo per tutti i commensali al banchetto preparato dal Padre.