La Chiesa diocesana tifernate unita attorno ai suoi patroni

La Diocesi tifernate ha celebrato ieri, giovedì 13 novembre, la solennità dei santi Florido e Amanzio, patroni principali della Chiesa locale. La celebrazione eucaristica delle ore 18, presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, ha visto una cattedrale gremita, con una presenza ampia e sentita di fedeli, confraternite, associazioni ecclesiali e numerose autorità civili e militari. Tra queste, il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, insieme ai sindaci e agli amministratori dei Comuni del territorio diocesano.

La Messa solenne, animata dalla Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”, ha rappresentato il culmine di un percorso iniziato domenica 9 novembre con le celebrazioni e l’offerta dei ceri da parte delle Confraternite, segno della continuità di una tradizione che affonda le radici nei secoli.

L’esempio luminoso dei patroni tifernati

Nella sua omelia (CLICCA QUI PER IL TESTO INTEGRALE), il vescovo Paolucci Bedini ha ricordato la figura dei due santi patroni, “pastori a immagine di Cristo buon pastore”, che dedicarono totalmente la loro vita alla Chiesa e alla comunità di Città di Castello.

San Florido, nato intorno al 520, fu testimone della distruzione della sua città durante la guerra gotica: da vescovo, non si limitò a restaurare ciò che era perduto, ma promosse la rinascita di un popolo, puntando sulle sue risorse, proteggendo i più fragili e impegnandosi in prima persona nella ricostruzione morale e materiale della comunità.

Accanto a lui operò Amanzio, sacerdote semplice e caritatevole, ricordato anche per carismi particolari e per i segni della sua fede. I due santi – insieme al laico Donnino – incarnano una santità “comunitaria”, fondata sulla fraternità e sul servizio, ancora oggi punto di riferimento per la Chiesa tifernate.

“Lasciamoci ferire dal loro senso di responsabilità”

Una parte significativa dell’omelia è stata dedicata al tema della responsabilità, tratto centrale della vita dei santi patroni. Il vescovo ha sottolineato come Florido e Amanzio non si siano mai tirati indietro di fronte alle difficoltà del loro tempo: “Non evitarono i rischi, non delusero le attese, non si rinchiusero nei recinti della loro missione spirituale”, ha affermato Paolucci Bedini, invitando la comunità a lasciarsi “ferire da questa loro alta testimonianza”.

 

La preoccupazione per i giovani

La parte più intensa dell’omelia ha riguardato la condizione dei giovani. Il vescovo Luciano ha dichiarato con franchezza: “Vi confido che sono molto preoccupato per i giovani. Per i giovani, non dei giovani”. Ciò che lo preoccupa non è l’età giovanile, “ricca di risorse e desideri profondi”, ma il fatto che i ragazzi di oggi non trovino adulti capaci di essere punti di riferimento, guide affidabili nel tempo della crescita.

“I nostri giovani, a chi guardano? Che esempio stiamo offrendo noi che dovremmo essere i protagonisti responsabili della storia che attraversiamo?”. Il vescovo ha quindi invocato un “sussulto di umanità e maturità”, per non lasciare alle nuove generazioni un mondo arreso alla violenza, ai poteri forti, al sospetto reciproco e alla misura del denaro.

La solennità dei santi Florido e Amanzio si conferma non solo una festa religiosa, ma anche un momento di identità e unità civile, capace di riunire la città attorno alle sue radici più profonde e alle sfide del presente.

15 e 16 novembre: musica, arte e spiritualità per proseguire la festa

Le celebrazioni proseguiranno nel fine settimana con due appuntamenti di grande rilievo culturale, ispirati al recente ritrovamento nell’Archivio capitolare di un prezioso manoscritto musicale del XVI secolo, il Lyber Hymnorum (ms. 2084), contenente tre inediti inni di Giovanni Pierluigi da Palestrina, tra cui l’“Inno Lauda Mater”, rimasto finora sconosciuto.

Sabato 15 novembre, alle ore 17, ci sarà la conferenza “Una Cappella musicale e la sua musica. Gli inediti di Palestrina e Abbatini”. Nel Salone gotico del Museo diocesano, interverranno: don Andrea Czortek, vicario generale e direttore dell’Archivio storico diocesano, il musicologo Galliano Ciliberti e il maestro Alessandro Bianconi, direttore della Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”. L’incontro approfondirà la storia della Cappella musicale della Cattedrale e il valore della scoperta dei nuovi brani.

Domenica 16 novembre, sempre alle ore 17, si terrà il concerto-evento “Lauda Mater”. Nella Cattedrale sarà eseguito in prima assoluta il Vespro per la Festa di santa Maria Maddalena, ricostruito dal maestro Alessandro Bianconi, con musiche inedite di Palestrina e Antonio Maria Abbatini. Protagonisti saranno: la Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”, il Libercantus Ensemble di Perugia, la Schola Gregoriana “Scriptoria” di Verona, accompagnati da un ensemble strumentale rinascimentale, per un totale di circa 70 esecutori.

Al Museo diocesano è visitabile la mostra “I codici musicali dell’Archivio capitolare”, con manoscritti e libri corali di Palestrina e Abbatini. Questi appuntamenti, promossi nell’ambito dell’Anno giubilare 2025, confermano la volontà della diocesi di valorizzare il dialogo tra fede, arte e memoria, rilanciando il patrimonio storico e spirituale della Chiesa tifernate.